SALIRE E SCENDERE LE SCALE E’ ORAMAI DIVENTATO UN PROBLEMA?
L’ARTROSI AL GINOCCHIO NOI LO TRATTIAMO QUOTIDIANAMENTE.
O MEGLIO: TRATTATIAMO QUOTIDIANAMENTE PAZIENTI CON DOLORE ARTICOLARE ALLE GINOCCHIA.
ECCO COME!
L’artrosi (OA – osteoartrosi) è la più comune malattia degenerativa delle articolazioni che si manifesta già a partire dalla maggiore età. E’ la risultato di un complesso sistema di interazioni meccaniche, biologiche, biochimiche, molecolari ed enzimatiche che hanno come risultato finale il deterioramento del tessuto articolare.
E’ un disordine dell’articolazione sinoviale caratterizzato da aree di distruzione focale della cartilagine articolare (che radiologicamente s’esprime con l’assottigliamento della cartilagine), da rimodellamento dell’osso sub condrale (che si esprime con la sclerosi, la formazione delle cisti e degli osteofiti), dall’infiammazione cronica della sinovia e dalla retrazione fibrotica della capsula articolare.
Poiché l’articolazione del ginocchio è una struttura complessa che comprende oltre ai tessuti articolari veri e propri (capsula, sinovia, menischi e legamenti) anche tessuti non articolari (l’osso adiacente, la cartilagine, i legamenti, le borse mucose ed i vasi), quello che sul piano clinico chiamiamo DOLORE ARTICOLARE è patogeneticamente un dolore che origina dalle varie strutture assemblate a formare l’articolazione
Le problematiche che colpiscono il ginocchio hanno come risultato un aumento degli oneri economici in termini di utilizzo di farmaci, come FANS o analgesici oppioidi, e di iniezioni intra articolari o trapianti di cartilagine.
La fisioterapia si è conquistata nel corso degli anni un ruolo di protagonista nella gestione delle problematiche di natura muscolo scheletriche a livello del ginocchio, per conferire sollievo dal dolore e per il ripristino della funzionalità articolare. Questa fisioterapia comprende esercizi terapeutici a carico graduale progressivo (con contrazioni isometriche ed isotoniche), esercizi di flessibilità ed esercizi aerobici.
Una mano al vostro ginocchio: con la TERAPIA MANUALE
La terapia manualeè una comune tipologia di trattamento in aumento e molti paesi la includono nelle linee guida nazionali per il trattamento dei disordini muscolo – scheletrici.
Tutte le nostre tecniche manuali vengono utilizzate secondo un ragionamento clinico, inserite in un contesto di evidence – based – practice.
La terapia manuale a livello del ginocchio, che include tecniche pratiche di mobilizzazione dei tessuti molli e dei tessuti articolari, è in grado di modulare il dolore attraverso i suoi effetti neurofisiologici, migliorare l’estensibilità dei tessuti e il movimento articolare, fisiologico ed accessorio.
L’uso della tecnica di terapia manuale di Mulligan nel campo delle lesioni osteo-muscolo-articolari sta diventando popolare nel campo della terapia manuale nei paesi anglosassoni.
In che cosa consiste?
Il trattamento consiste nel riposizionamento passivo articolare associato al movimento attivo.
Secondo Mulligan due solo le cause alla base dell’insorgenza del dolore e della perdita di movimento articolare:
Un errore posizionale delle superfici articolari che causa la comparsa dei sintomi
Un errore di traiettorie per cui durante il movimento le superfici articolari non scorrono nel corretto e normale solco.
Il trattamento consiste nel riposizionamento passivo articolare associato al movimento attivo.
Consistono nell’applicazione di una mobilizzazione passiva mantenuta costantemente dal fisioterapista sulla componente accessoria del movimento articolare, mentre il paziente esegue il movimento attivo precedentemente alterato.
La mobilizzazione viene direzionata secondo l’asse di movimento fisiologico dell’articolazione. Il fisioterapista dovrà selezionare in maniera specifica la direzione e la quantità di forza necessaria a correggere il movimento articolare alterato. Una delle componenti chiave delle MWM e del Mulligan Concept è far si che il dolore venga sempre ridotto e / o eliminato durante l’intera esecuzione della mobilizzazione.
Diversi studi affermano che sia le mobilizzazioni di Mulligan e sia le mobilizzazioni di Maitland a livello del ginocchio possano contribuire nella riduzione del dolore e nel miglioramento della mobilità funzionale. Questi interventi sono basati sugli stessi meccanismi fisiologici che hanno come risultato finale una riduzione del dolore.
Se la pratica clinica non segue le linee guida basate sull’evidenze, non offriamo il meglio ai nostri atleti. PHYSIOTHERAPY segue sempre queste linee guida!
Physiotherapy non tratta un ginocchio, ma una persona che ha un problema al ginocchio!
L’artrosi (OA – osteoartrosi) è la più comune malattia degenerativa delle articolazioni e colpisce più del 25% della popolazione oltre i 18 anni. L’osteoartrosi è la conseguenza di un complesso sistema di interazioni meccaniche, biologiche, biochimiche, molecolari ed enzimatiche che hanno come risultato finale il deterioramento del tessuto articolare.
I cambiamenti fisiopatologici articolari comprendono una perdita progressiva e distruzione della cartilagine articolare, ispessimento dell’osso subcondrale, formazione di osteofiti, gradi variabili di infiammazione della sinovia, degenerazione dei legamenti e dei menischi del ginocchio ed ipertrofia della capsula articolare.
L’eziologia dell’artrosi è multifattoriale ed include infortuni, obesità, età, eredità e stile di vita.
L’osteoartrosi con conseguenza danno alla cartilagine rappresenta la malattia articolare più diffusa associata al dolore e alla disabilità. È stato previsto che il 25% della popolazione adulta sarà affetta da questa malattia entro il 2020 e che l’OA sarà una delle principali cause di morbilità e limitazione funzionale tra gli individui di età superiore ai 40 anni.
I principali segni e sintomi clinici includono dolore durante le attività quotidiane, come camminare o salire e scendere le scale, instabilità articolare, rigidità e restringimento dello spazio articolare radiografico.
Sebbene l’osteoartrosi colpisca principalmente gli anziani, le lesioni traumatiche legate allo sport possono portare a lesioni post-traumatiche, e quindi osteoartrosi precoce.
DANNO ARTICOLARE DELLA CARTILAGINE DEL GINOCCHIO
La cartilagine articolare è una tessuto connettivo che copre le superfici articolari delle ossa lunghe ed è specializzato nel fornire supporto strutturale, ammortizzare gli urti ed offrire il minor attrito possibile.
Nel corpo umano, ne esistono due tipi principali: fibrocartilagine(presente nei menischi, nelle inserzioni legamentose e tendinee) e cartilagine ialina, che ricopre le superfici articolari.
Quest’ultima è il tessuto bersaglio dei processi patologici determinanti l’artrosi; fenomeni quali stress meccanico e invecchiamento, oltre a fattori genetici, sono responsabili delle modificazioni che provocano la malattia in termini di funzionalità della matrice extracellulare e dei condrociti.
La cartilagine è un composto poroso, visco-elastico che si basa su una complessa interazione e organizzazione dei suoi componenti per fornire la capacità di lubrificazione, e di dissipatrice di forze. In pratica favorisce l’assorbimento delle forze su tutta la superficie articolare, riducendone l’attrito e fungendo da cuscinotto tra le articolazioni quando camminiamo, ci pieghiamo o quando corriamo.
IL CARICO: UN AIUTO ALLA CARTILAGINE
Il carico a livello della cartilagine articolare è essenziale per il suo mantenimento. Una riduzione del carico infatti porta ad una atrofia e degenerazione cartilaginea, motivo per cui i pazienti con lesioni nervose mostrano una progressiva perdita della cartilagine a livello del ginocchio.
I condrociti articolari, le cellule del tessuto cartilagineo, sono meccano sensibili e rispondono in maniera positiva o negativa a seconda del carico, tuttavia, l’esatto meccanismo di come lo scarico influisce negativamente sulla cartilagine articolare non è stata ancora chiarita: sembrerebbe che lo scarico articolare porti ad una perdita del fattore TGF-b ed ad una riduzione della cartilagine.
Uno studio condotto nel laboratorio di ricerca ortopedica olandese ribadisce il concetto che il fattore di crescita trasformante beta (o TGF-β), una proteina della famiglia delle citochine, giocherebbe un ruolo importante nel mantenimento della salute della cartilagine articolare.
Il carico è un bene per le nostre articolazioni. Il nostro consiglio è quello che di fronte ad un ginocchio artrosico ma soprattutto doloroso l’esercizio terapeutico, con somministrazione di carico graduale monitorando costantemente il dolore, possa rappresentare la migliore strategia terapeutica per sedentari e non, evitando complicazioni che spesso portano ad un intervento chirurgico.
Se la pratica clinica non segue le linee guida basate sull’evidenze, non offriamo il meglio ai nostri atleti. PHYSIOTHERAPY segue sempre queste linee guida!
Physiotherapy non tratta un ginocchio, ma una persona che ha un problema al ginocchio!
La coxartrosio artrosi dell’anca è una delle patologie muscolo-scheletriche più comuni che colpisce le persone over 50. E’ una malattia da usura nella quale, la cartilagine presente nell’articolazione si usura e assottiglia gradualmente.
Questa patologia ha varie cause, ma generalmente si possono dividere in:
primaria: tipica di chi manifesta i sintomi in età avanzata, non legata ad altre problematiche;
secondaria: comune nelle persone a cui viene diagnostica in giovane età, spesso legata ad altri problemi presenti nella stessa articolazione (come la lussazione congenita dell’anca) o in articolazioni vicine.
I PAZIENTI AFFLITTI DA COXARTROSI SONO TUTTI UGUALI?
NO! Infatti possono essere più o meno gravi in base a quanto dolore reca la patologia ai pazienti e in base al grado di usura della cartilagine.
I primi sintomi che si manifestano sono:
il dolore inguinale, che si può irradiare fino al ginocchio;
difficoltà nel muovere l’anca e difficoltà nel cammino, che spesso diventa zoppicante.
E’ una malattia degenerativa, ovvero che peggiora con il passare del tempo, soprattutto se non viene trattata.
HAI CAPITO BENE… SE NON VIENE TRATTATA!!
Nei casi più gravi, la coxartrosi è una malattia invalidante, perché il forte dolore che crea nella persona gli impedisce le attività quotidiane, anche le più semplici.
Nelle situazione più gravi la procedura utilizzata è quella chirurgica, con la Protesi dell’Anca, attraverso la sostituzione dell’articolazione con un nuovo impianto. Ma prima di arrivare a questa soluzione esistono dei trattamenti fisioterapici conservativi, ovvero non chirurgici, che permettono di ridurre e/o far sparire il dolore e le altre problematiche associate alla coxartrosi.
In questi anni si sta diffondendo un nuovo approccio per trattare queste problematiche che offre ottimi risultati: il metodo Mulligan.
LA TERAPIA RIABILITATIVA: IN COSA CONSISTE IL METODO MULLIGAN
Il metodo Mulligan è un tipo di terapia manuale che prende il nome da Brian Mulligan, il fisioterapista neozelandese che ha sviluppato e diffuso questa metodica nel mondo.
Questo approccio si basa sul concetto di “errore di posizione articolare”, cioè che il dolore e i problemi del movimento sono dovute ad una non corretta posizione delle strutture articolari durante il gesto. Questi errori di posizione devono essere valutati e corretti per poter liberare le articolazioni, sbloccando i movimenti e riducendo drasticamente il dolore associato.
L’anca può avere varie errori di posizionamento, la più comune è lo slittamento in avanti della testa del femore rispetto alla sua posizione di base. Lo spostamento è spesso molto piccolo ma sufficiente per creare un conflitto con la volta acetabolare durante i movimenti, in particolare durante il cammino.
Questa tecnica prevede, durante la seduta di riabilitazione, l’utilizzo di movimenti attivi fatti dal paziente, durante i quali il fisioterapista corregge gli errori di posizionamento attraverso l’utilizzo delle mani o di altri aiuti, come cinture o dei pesi. Ogni tecnica deve essere indolore per il paziente, che deve sentire un rapido miglioramento delle sue condizioni.
Vengono frequentemente utilizzati degli ausili nelle manovre di questo distretto corporeo, in particolare nell’approccio dell’anca viene spesso utilizzata una cintura, detta cintura Mulligan. L’utilizzo di questa cintura permette di correggere il movimento in maniera precisa, con poco sforzo e consente al fisioterapista di avere le mani libere da utilizzare per controllare e/o correggere simultaneamente un altro distretto durante la manovra (ad esempio il bacino o il ginocchio) per incrementare ulteriormente il risultato.
Per ottenere degli ottimi risultati ci deve essere una buona collaborazione tra paziente e il fisioterapista, che devono dialogare costantemente durante le manovre. Il fisioterapista che utilizza questa tecnica deve essere abile nel capire quale è l’errore di posizione ed utilizzare il miglior approccio, calibrando la difficoltà della manovra in base alla condizione ed al dolore che gli vengono riferiti.
L’utilizzo di questa metodica è molto apprezzata dai pazienti, che non provocano dolore durante l’esecuzione della tecnica, si sentono parte del trattamento e vedono dei miglioramenti alla fine della seduta.
Sicuramente sarà capitato a molti di sentir parlare di artrosi dell’anca, o di conoscere qualcuno operato di protesi all’anca a causa dell’artrosi.
Ma come si manifesta? Dolore all’inguine che si irradia nella coscia, fitte profonde a livello inguinale, difficoltà a compiere alcuni movimenti con l’anca (perdita di intrarotazione), difficoltà a mantenere determinate posizioni o difficoltà a eseguire certe attività della vita quotidiana, come per esempio allacciarsi le scarpe o alzarsi da sedie troppo basse.
L’ artrosi dell’anca è un problema molto comune, sia nelle donne che negli uomini, e non necessariamente incorre in età avanzata: i primi sintomi si possono avere anche intorno ai 45-50 anni.
L’artrosi è un processo lento: non si sviluppa cioè dall’oggi al domani.
Si può cominciare ad avvertirlo improvvisamente, senza alcuna avvisaglia, ma se alla radiografia si evidenzia artrosi significa che il problema stava “covando” da mesi o anni.
Quando si ha un dolore all’ anca, non è assolutamente automatico che ci sia già un processo artrosico: molto spesso i dolori sono legati a rigidità capsulari o infiammazioni articolari e periarticolari. Il prolungarsi di una situazione di rigidità muscolare forte provoca prima sintomi da usura (infiammazioni) e poi artrosi.
L’ artrosi dell’anca va quindi considerata come la conseguenza di un sovraccarico muscolare: a meno di rari casi, non si sviluppa spontaneamente, ma è conseguenza di un sovraccarico sull’articolazione.
COME CURARE L’ ARTROSI ALL’ANCA?
Innanzitutto non è mai troppo tardi recarsi da un fisioterapista di Fiducia. Spesso i pazienti lamentano dolore nella regione inguinale, in profondità, con il dolore che spesso di irradia nella parte antero mediale della coscia.
Si presenta magari quando ci si alza da una sedia troppo bassa, quando si accavallano le gambe, o quando entriamo o usciamo dalla macchina.
La cura dell’artrosi dell’anca si basa principalmente attraverso:
– mobilizzaziooe articolare, per migliorare l’elasticità della capsula articolare e l’escursione articolare, intra rotazione specialmente.
– allentamento delle tensioni muscolari tramite esercizi di stretching
– rinforzo della muscolatura tramite esercizi appositi, special modo i muscoli postero – laterali di anca ( i glutei per intenderci)
Tale protocollo è applicabile anche in quei casi di dolore all’anca senza ancora chiari segni di artrosi.
L’affidarsi ad un professionista è sicuramente raccomandabile, ma anche da soli si può fare molto.
Chiedi maggiori informazioni presso la nostra segreteria, (0585 40672) oppure, se già ne conosci uno, recati presso un fisioterapista esperto nella terapia manuale ortopedica.
CENTRO CURA DEL MAL DI TESTA LA CURA DEL MAL DI TESTA, DELLA CEFALEA TENSIVA, DELL’EMICRANIA E DELLA CEFALEA CERVICOGENICA ECCO LA FORMULA DELLA SALUTE: – FARMACI + TERAPIA MANUALE +ESERCIZI +NUTRIZIONE Tutta la nostra attenzione è rivolta a individuare e offrire i...
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