La menopausa è un passaggio naturale nella vita di una donna ed è rappresentata dalla cessazione dei flussi mestruali fisiologici. L’inizio della menopausa viene stabilito in modo retrospettivo poiché la diagnosi è basata sull’assenza di mestruazioni (amenorrea) per almeno 12 mesi.
Nella popolazione italiana compare solitamente nella fascia di età compresa tra i 44 e i 53 anni, in media a 50 anni. Ciò che si verifica durante la menopausa è una riduzione dei livelli di estrogeni, ovvero gli ormoni sessuali femminili; i tessuti che risentono di questo decremento ormonale tipico di tale periodo sono rappresentati essenzialmente dall’apparato cardiocircolatorio, dall’apparato scheletrico, dal sistema neurovegetativo e dall’apparato urogenitale.
Cosa accade al mio pavimento pelvico.
Il pavimento pelvico rappresenta un sistema complesso soggetto a notevoli modifiche durante tutta la vita di una donna. Gli eventi e le modificazioni fisiologiche come gravidanza, parto e menopausa spesso sono fattori concomitanti nel predisporre ad una sua alterazione sia funzionale sia strutturale.
Tale alterazione si associa clinicamente a disturbi del tratto genitale, urinario e intestinale e i sintomi di queste alterazioni sono più frequenti nelle donne sopra i 50 anni, con notevole impatto sulla loro qualità di vita.
Alcune di queste manifestazioni legate all’alterazione anatomica e funzionale della struttura pelvica nel suo insieme sono:
l’incontinenza urinaria
il prolasso degli organi pelvici
la sindrome da ostruita defecazione
le disfunzioni della funzione sessuale
il dolore pelvico
La loro incidenza aumenta con l’età e con le alterazioni endocrine legate al periodo della menopausa.
È infatti il calo degli estrogeni, tipico della menopausa, ad essere alla base di cambiamenti in senso trofico di queste strutture a cui si associano segni e sintomi quali:
urgenza urinaria
incontinenza minzionale
dolore durante i rapporti sessuali
infezioni ricorrenti
prolasso genitale
difficoltà allo svuotamento intestinale
I sintomi legati al calo estrogenico sono dovuti a una serie di modificazioni anatomiche distrettuali come la riduzione della vascolarizzazione locale, la riduzione quantitativa e qualitativa delle fibre collagene, l’aumento della fibrina e il diradamento del tessuto connettivo con conseguente perdita di elasticità della struttura pelvica; oltre che ad un aumento della secchezza vaginale e aumento del PH locale.
La lassità del pavimento pelvico che ne deriva può essere causata da una progressiva degradazione del connettivo, dalla denervazione pelvica, dalla devascolarizzazione e dalle modificazioni anatomiche della pelvi.
Tutte queste componenti determinano una riduzione della forza muscolare e predispongono ad un funzionamento dissinergico del pavimento pelvico, predisponendo così a disturbi della sfera pelvica.
Per ciò che riguarda il disturbo dell’incontinenza urinaria, è oramai noto che la prevalenza aumenta con l’avanzare dell’età. Non solo per un aumento dell’incidenza di patologie non legate al tratto urinario, ma che possono comunque influire sulla minzione (alterazioni dello stato cognitivo, malattie neurologiche, allettamento prolungato, pregressa chirurgia pelvica), ma anche per alterazioni specifiche delle vie urinarie, come la riduzione dell’elasticità della vescica, l’aumento delle contrazioni detrusoriali disinibite, la riduzione della pressione di chiusura uretrale. Molte di queste modificazioni trovano una concausa nei cambiamenti ormonali della transizione menopausale.
Rimedi per i disturbi della sfera pelvica
Il trattamento dei disturbi urogenitali in menopausa si avvale di fisioterapia, di terapia medica, endoscopica e chirurgica. Secondo le linee guida gli esercizi di riabilitazione del pavimento pelvico devono essere considerati la prima scelta di terapia da offrire alla paziente affetta da incontinenza da stress o mista. (Forza Raccomandazione A)
È oramai noto che il training muscolare del pavimento pelvico è efficace nel trattamento di vari disturbi pelvici delle donne, anche in menopausa, e si differenzia notevolmente in base al disturbo di cui è affetta la donna e alla sua sintomatologia.
La fisioterapia del pavimento pelvico si avvale di chinesiterapia, elettrostimolazione, massaggi, biofeedback e interventi comportamentali; assieme alla terapia medica è adatta a migliorare lo stato di salute della donna in menopausa.
Bibliografia
La terapia ormonale in menopausa dimezza il rischio cardiaco. Milano, 24 ottobre 2012
Russo, T. Simoncini. Pavimento pelvico, menopausa e invecchiamento. Department of Clinical and Experimental Medicine, University of Pisa
SIGO Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia. Disturbi del basso tratto urinario in menopausa.
Tidy’s. Manuale di fisioterapia
A cura di:
Erica Giovannelli
Laureata in Fisioterapia presso Università Di Pisa
Esperta nel trattamento della sindrome del dolore pelvico cronico
Fisioterapista dei disturbi del tratto genito-urinario femminile e maschile
Trattamento della dissinergia del pavimento pelvico
Con il progredire della gravidanza l’equilibrio della pelvi, oltre a quello della colonna, si altera progressivamente. Durante il periodo gravidico delle 40 settimane si verificano numerosissimi cambiamenti nel corpo della futura mamma, tra cui anche uno stiramento progressivo dei muscoli del pavimento pelvico.
Già a partire dalla gravidanza non è infrequente che si verifichi il problema di incontinenza urinaria. Si stima che circa 1 donna su 3 faccia esperienza di incontinenza urinaria da sforzo durante la gravidanza; situazione che può di certo peggiorare se il parto vaginale arreca traumi genitali e danni muscolari, connettivali e/o nervosi al pavimento pelvico. Il perineo infatti, durante il parto, si distende per accogliere il feto e resta intatto a patto che non si verifichino traumi, abrasioni e lacerazioni. Alcune di queste possono interessare anche la muscolatura perineale superficiale (lacerazione di II grado) mettendo quindi a dura prova la capacità di contenimento.
Per ridurre l’entità dell’incontinenza, sia nel periodo di gestazione sia nel primissimo post parto, la National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) raccomanda l’esecuzione di esercizi muscolari per il pavimento pelvico, già a partire dal periodo della gravidanza.
Riabilitazione Postparto
L’obiettivo principale della riabilitazione perineale nel postparto è di rendere la donna capace di generare una forza contrattile del muscolo elevatore dell’ano tale da poter controbilanciare le situazioni di stress perineale, conseguenti agli aumenti pressori intraaddominali. Il trattamento riabilitativo perineale è dunque diretto a introdurre meccanismi ausiliari muscolo-dipendenti in grado di ovviare alla insufficienza di un piano perineale iperdisteso dopo il parto vaginale.
Quando è indicata?
Traumi perineali
Incontinenza urinaria: problematica più comune e diffusa nel puerperio
Incontinenza fecale: non va trascurata ed è più frequente tra le donne che sono andate incontro a lacerazioni di III o IV grado durante il parto vaginale
Prolasso organi pelvici di grado lieve: ovvero la discesa di una o più zone della parete vaginale anteriore/posteriore; la gravità aumenta con l’età e con il numero di parti vaginali
Problemi muscoloscheletrici: derivanti da modificazioni articolari, della muscolatura addominale e pelvica
Quando iniziare?
Il periodo migliore per iniziare questa riabilitazione perineale è a partire dalla 8° settimana dopo il parto, qualora vi fosse un’incontinenza urinaria persistente di qualsiasi tipo, incontinenza fecale e prolasso degli organi pelvici. È inoltre stato dimostrato che la riabilitazione perineale ha un effetto positivo anche sulla funzione sessuale femminile.
Il trattamento sotto supervisione del fisioterapista ha una durata media di 2 mesi, dopodiché la fase di mantenimento dipende dalla paziente stessa.
Le principali tecniche di riabilitazione includono:
CHINESITERAPIA PELVI PERINEALE
ELETTROSTIMOLAZIONE
BIOFEEDBACK
Bibliografia:
Citak N. et al (2010), “Postpartum sexual function of women and the effects of early pelvic floor muscle exercises”, Acta Obstet Gynecol Scand
Di Benedetto P. (2004), “Riabilitazione uro-ginecologica”, Edizioni Minerva Medica, Torino
Capra et al. (2014) Tidy’s. Manuale di Fisioterapia. Edi-ermes 15° edizione
Sénat M.V. et al (2015), “Post-partum: guidelines for clinical practise- short text”, J Gynecol Obstet Biol Reprod (Paris)
Secondo la Società Internazionale della Continenza (ICS) l’
incontinenza urinaria è la perdita involontaria di urina attraverso l’uretra obiettivamente dimostrabile e di grado tale da costituire un problema igienico e sociale.
L’incontinenza urinaria colpisce in Italia oltre 2 milioni di donne tra i 35 e i 65 anni di età; la sua incidenza aumenta con l’avanzare dell’età e con il raggiungimento della menopausa.
Oltre all’età esistono però altri fattori predisponenti questa condizione, come ad esempio il numero di gravidanze, la menopausa, l’obesità, fattori occupazionali, pregressa chirurgia sull’utero, radioterapia, malattie neurologiche o psichiatriche e alcuni tipi di farmaci.
Esistono tre principali forme di incontinenza:
Incontinenza da sforzo: ovvero la perdita involontaria di urine sotto sforzo o in associazione con esercizio fisico, colpo di tosse, starnuto o risata. Rappresenta la forma più comune tra le donne
Incontinenza da urgenza: perdita involontaria di urine accompagnata o immediatamente preceduta dalla voglia impellente di urinare
Incontinenza mista: combinazione di incontinenza da sforzo e da urgenza
COME SI MANIFESTA?
Ecco qualche domanda utile sui sintomi più comuni dell’incontinenza urinaria. Questi quesiti possono aiutarti a capire se hai disturbi di continenza e se devi rivolgerti a un professionista sanitario specializzato:
Quando tossisci o fai uno sforzo ti capita di perdere qualche goccia di urina?
Devi correre in bagno ogni una o due ore?
Spesso non riesci ad arrivare in tempo al bagno senza bagnarti?
Quando urini devi spingere con la pancia o aspettare un po’ di tempo prima che l’urina esca?
Se le risposte a queste domande sono positive, allora potresti aver bisogno di fare una valutazione specialistica. Nella maggior parte dei casi, ad una valutazione mirata del pavimento pelvico lo specialista apprezzerà un ipotono dei muscoli del pavimento pelvico sul quale è necessario intervenire.
I RIMEDI
Perché scegliere la riabilitazione?
Attualmente esistono numerose e diverse metodiche di trattamento dell’incontinenza, l’approccio conservativo e non invasivo della riabilitazione dal pavimento pelvico, l’approccio farmacologico, quello chirurgico e le stimolazioni percutanee.
La riabilitazione del pavimento pelvico prevede un insieme di tecniche e strumenti utilizzabili per il trattamento della continenza ed ha il vantaggio di essere personalizzabile, priva di effetti collaterali, ripetibile, indolore e di documentata efficacia (successo nell’80-95% dei casi).
Tra le tecniche che un fisioterapista specializzato dispone troviamo:
specifici esercizi di rinforzo muscolare che hanno lo scopo di determinare un incremento del tono e trofismo muscolare, con conseguente aumento della pressione di chiusura uretrale, stabilizzazione e resistenza al movimento verso il basso
tecniche di biofeedback tattili e visive
coni vaginali
elettrostimolazione
I più recenti studi di alta qualità raccomandano alle donne con incontinenza urinaria da stress o mista, come trattamento di prima scelta, un programma riabilitativo di esercizi con supervisione di un fisioterapista specializzato, della durata di almeno tre mesi consecutivi.
Bibliografia:
Cartabellotta et al. Diagnosi e terapia dell’incontinenza urinaria femminile. Evidence. Marzo 2014
Biagina Ramundo Statica pelvica e perdita di funzioni. Giornata nazionale dedicata alla salute della donna. Aprile 2016
3. National Collaborating Centre for Women’s and Children’s Health (UK) Urinary Incontinence in Women: The Management of Urinary Incontinence in Women. Sep 2013
ERICA GIOVANNELLI
Laureata in Fisioterapia presso Università Di Pisa
Esperta nel trattamento della sindrome del dolore pelvico cronico
Fisioterapista dei disturbi del tratto genito-urinario femminile e maschile
Trattamento della dissinergia del pavimento pelvico
La prima volta che si legge la parola Vulvodinia risale al 1880, quando si parlava di “eccessiva sensibilità dei nervi della mucosa di alcune porzioni della vulva.. talora confinata nel vestibolo.” Bisognerà però aspettare il 2004 per avere una vera e propria definizione di tale condizione, descritta come “fastidio vulvare, spesso descritto come bruciore, che si verifica in assenza di rilevanti alterazioni visibili o di specifiche, clinicamente evidenziabili, problematiche neurologiche”.
Oggi sappiamo che la vulvodinia può essere spontanea o evocata, diffusa in tutta la zona del perineo o localizzata (nell’80% dei casi al vestibolo vaginale) oltre che al clitoride e alle labbra.
Questa patologia non è così rara come si potrebbe pensare: interessa ben il 15% delle donne che si rivolgono al ginecologo o al dermatologo, ma si stima che la percentuale di incidenza sia in realtà molto più alta. Dai più recenti studi si evince che questa sindrome colpisce ben il 16% della popolazione femminile in una fascia d’età che va dai 18 ai 64 anni. Considerando che il ritardo diagnostico medio per la vulvodinia è di quattro anni, si è stimato che il 30% di donne resti senza una vera a propria diagnosi.
Sintomi principali:
bisogno di urinare dopo il rapporto (riferito dall’80% delle donne)
sintomi da cistite entro 24-72 ore dal rapporto
difficoltà ad indossare vestiti/pantaloni aderenti
prurito
secchezza
bruciore
dolore localizzato alla zona o che si irradia anche al di fuori dell’area stimolata, può essere spontaneo (se si verifica in assenza di stimoli irritativi) o provocato (dolore ai rapporti sessuali)
sensazione di spilli
sensazione di stiramento/tensione
La causa del disturbo è generalmente multifattoriale, ovvero sono più di uno i fattori che determinano tale condizione. Oggi se ne conoscono 3 che si influenzano e interagiscono tra loro:
fattori biomeccanici correlati a ipertonodei muscoli del pavimento pelvico (primario o secondario) che può determinare dolore all’inizio della penetrazione (dispareunia introitale), microabrasioni all’introito (“sensazione di avere dei taglietti”), complicanze di tipo infettivo, specialmente da Candida recidivante e comorbilità importanti, quali le cistiti recidivanti specie dopo i rapporti sessuali
iperattivazione dei mastociti, ovvero cellule che dopo essere venute in contatto con un agente esterno, riversano il loro contenuto interno nel tessuto colpito per difenderlo, generando così uno stato infiammatorio che in condizioni fisiologiche è una risposta normale ed efficace che il nostro organismo mette in atto per rispondere ad un attacco esterno (infezioni ricorrenti, irritanti, creme, rapporti sessuali, fattori ormonali..). Se questi stimoli irritanti sono sempre più frequenti, i mastociti diventano ipersensibili e determinano una condizione di infiammazione cronica
la cronicità del problema facilita un progressivo coinvolgimento del sistema nervoso centrale con neuroinfiammazione, depressione ed evoluzione verso il dolore neuropatico. Si altera quindi tutto il sistema che trasporta le informazioni provenienti dalla vulva
Per affrontare tutte queste varie componenti della patologia, è necessario un approccio di squadra, un team di esperti tra cui il medico specialista (ginecologo/neurologo/urologo), fisioterapista, psicologo che gestiscano, ognuno sul proprio versante d’azione, questa condizione.
Recenti studi di qualità indicano significativi effetti clinici della fisioterapia per vulvodinia, sostenendo che possa contribuire in modo significativo alla valutazione multidisciplinare e al trattamento di questa condizione patologica.
L’ipertono dei muscoli del pavimento pelvico può essere affrontata con una grande varietà di tecniche, anche di auto-aiuto da insegnare direttamente alla paziente, inclusi gli esercizi pelvici, automassaggi del tessuto vaginale, massaggi interni sui punti di contrattura (trigger-points), biofeedback e terapia fisica.
Fisioterapista specializzata nei disturbi del pavimento pelvico
Bibliografia
Berghmans B. Physiotherapyfor pelvic pain and female sexual dysfunction: an untapped resource. Int Urogynecol J. 2018 May
Mandal et al. British Society for the Study of Vulval Disease (BSSVD) Guideline Group. Guidelines for the management of vulvodynia, British Journal of Dermatology 2010
Graziottin Alessandra, Murina Filippo, Vulvodinia. Strategie di diagnosi e cura, I edizione, Milano, Springer Verlag Italia, 2011
Graziottin A., 2004a Il ginecologo e la dispareunia In: Leiblum S.R. Rosen R. (Eds), Principi e pratica di terapia sessuale, Edizione italiana, Roma, 2004
Salonia A. Clementi MC. Graziottin A. Nappi RE. Castiglione F. Ferrari M. Capitanio U. Damiano R. Montorsi F. Secondary provoked vestibulodynia in sexually-active women with recurrent uncomplicated urinary tract infections. J Sex Med. 2013 Sep
Ho sentito molte mamme dirmi che avevano delle problematiche pelviche, ma che pensavano fosse troppo tardi per poter fare qualcosa.
Se il tuo bambino ha sei mesi o quarant’anni, non è troppo tardi per fare fisioterapia. La grande cosa di questi muscoli è che sono adattabili e noi possiamo apportare dei cambiamenti in qualunque momento.
Noi trattiamo molto più dell’incontinenza
Molte delle mamme sanno che se loro perdono urina mentre ridono, probabilmente dovranno incontrare un fisioterapista che si occupa di pavimento pelvico. Noi sicuramente siamo in grado di aiutare a controllare le fughe di urina e l’incontinenza, ma possiamo anche allenarvi con molto molto altro. I fisioterapisti del pavimento pelvico possono valutare e trattare anche altre condizioni come il prolasso, il dolore pelvico cronico, il dolore al coccige, il dolore sessuale e la vulvodinia (dolore nella zona dei genitali esterni). Noi aiutiamo anche i disturbi dell’incontinenza da urgenza (urgenza di dover correre al bagno) e i cambiamenti che accompagnano la menopausa.
Puoi andare dal fisioterapista durante il periodo del ciclo mestruale
Molte donne ricambiano il loro rivestimento uterino e il sangue nel corso di una settimana, cosi che il sanguinamento che puoi perdere durante l’ora dell’appuntamento è minima. Siamo soliti usare carta assorbente sul lettino per tutti gli appuntamenti e indossiamo i guanti. I fisioterapisti del pavimento pelvico sono molto aperti nei confronti del normale funzionamento del corpo femminile e non giudicano nè ti fanno sentire a disagio. Se hai un ciclo irregolare o il tuo appuntamento si trova per caso in un giorno di mestruazione, non sentire il bisogno di cancellarlo!
Puoi andare dal fisioterapista durante la gravidanza
Ti sembra sbagliato che alle donne in gravidanza venga chiesto di riempire le loro vesciche al punto quasi che esplodano prima che si sottopongano agli ultrasuoni? I tecnici non sanno che le gravide non riescono a tenere bene la loro pipì ? Se questo è cosi a causa della perdita di urina o incontinenza, dolore lombare, dolore pelvico o sulle anche, poi fare riabilitazione pelvica durante la gravidanza purchè il tuo dottore o l’ostetrica non ti abbiano riferito diversamente per complicanze.
Puoi prendere appuntamento anche se hai avuto esperienza di un trauma sessuale, fisico o psicologico
Tutti gli aspetti della fisioterapia sono opzionali, incluso l’esame interno. Non c’è bisogno di rivelare l’esperienza di un trauma al tuo terapista, ma se hai dei punti specifici di dolore detti Trigger Points o zone interdette, puoi informarci e così li rispetteremo. I fisioterapisti specializzati in questi disturbi vedono persone con qualsiasi tipo di esperienza e ti procureranno un ambiente rispettoso.
Non tutti i fisioterapisti praticano la riabilitazione pelvica
La fisioterapia del pavimento pelvico non è una pratica di base, ciò significa che non è insegnata nei programmi universitari. Oggi giorno i fisioterapisti si iscrivono a master e ciò significa che devono studiare molto per essere abili nella pratica. Nonostante ciò, hanno bisogno di fare molti altri corsi per poter lavorare sul pavimento pelvico. Un fisioterapista specializzato in questo ambito ha esperienza con le visite interne e si è formato per valutare le strutture che si trovano dentro al bacino, specialmente i muscoli. Qualsiasi medico che non sa fare un esame interno – incluso il fisioterapista- non è capace di avere un quadro completo della tua condizione.
Dovrai fare i compiti a casa
L’intero punto della fisioterapia è che noi insegnamo al paziente come ottimizzare la sua funzione. Noi ti daremo dei compiti da fare a casa tra una visita e l’altra così tu potrai continuare il tuo progresso anche a casa ed eventualmente, farlo da sola senza aver bisogno di altri appuntamenti. Potrai fare esercizi di allungamento, sulla respirazione o di rinforzo. Poi diventerà parte della tua ruotine quotidiana come lavare i denti, non ci penserai due volte a farli!
E’ coperta da benefici prolungati
Se hai una copertura fisioterapica, puoi richiedere risarcimento per le tue visite pelviche attraverso la tua assicurazione sanitaria. Molte donne necessitano di sole sei visite. Se non sei certa della tua copertura, chiama una compagnia assicurativa e informati meglio.
Noi amiamo quando portate i vostri bambini!
Molte fisioterapiste del pavimento pelvico ti consentiranno di portare i tuoi piccoli con te e anche i bambini più grandi agli appuntamenti. Chiedilo sempre per esserne certa. Se così sarà, non dovrai preoccuparti di trovare una babysitter e di tutti i problemi aggiuntivi e le spese che questo comporterebbe. Porta i bambini con te, noi ci occuperemo del resto!
Alcune terapiste hanno siti web.
Quando sei mamma, la chiave è la convenienza. I siti web ti consentono di prendere un appuntamento alle 2 del mattino quando sei sveglia con il tuo bambino, e ti permette di gestire i tuoi orari dal telefono o computer. Puoi ricevere email di promemoria o testi e facilmente cambiare l’orario dell’appuntamento e così anche tutte altre cose che salteranno fuori. I fisioterapisti stanno usando i siti web in numero sempre più crescente, informati se questa può essere un opzione giusta per te.
Erica Giovannelli è Nata a Massa il 16/12/1993
Nel 23/11/16 ha conseguito la laurea in Laurea in Fisioterapia (110/110 e lode). Tesi di Laurea realizzata nell’ A.O.U.P. Dipartimento di Gastroenterologia e Sezione Dipartimentale di Chirurgia proctologica e perineale . Argomento di Tesi : “la relazione tra il dolore pelvico e le problematiche posturali: come le alterazioni muscolo-scheletriche del bacino influenzano il dolore pelvico e la defecazione”.
Corsi di formazione
– Corso di formazione per “incontinenza urinaria e disfunzione erettile postprostatectomia” di EdiAcademy Milano
– Scuola di Riabilitazione pelvica “Eu Pelvis” Milano . corso di riabilitazione del pavimento pelvico femminile
– Certificato di partecipazione a Incontro del gruppo coloproctologico toscano
– Certificato di Partecipazione “First International Congress on the Multidisciplinary managment of pelvic floor diseases”
– Attestato Stage di Anatomia per il movimento, corso su Perineo Femminile e Gravidanza di Blandine Calais Germain
Durante la gravidanza e il parto le strutture muscolari del pavimento pelvico si distendono, rendono molto spesso la donna incapace a trattenere urina o gas nell’immediato post parto, per via anche delle possibili complicazioni che si possono verificare a carico di questi muscoli e tessuti al momento stesso del parto. Questo rappresenta infatti un evento traumatico per i muscoli perineali, nonostante ci sia un livello di soggettività, che varia di donna in donna in base al tipo di tessuti (in alcune sono più resistenti piuttosto che in altre), all’età, alla preparazione che ha avuto il perineo durante la gravidanza.
Ma dove si trovano questi muscoli ?Quale funzione hanno ?
Il pavimento pelvico è un insieme di strutture muscolo-tendinee che racchiude il piccolo bacino, collabora al sostegno dei visceri pelvici (retto-utero-vescica), è di fondamentale importanza per il mantenimento di una corretta continenza urinaria e fecale, svolge un ruolo importante nella sfera sessuale e riproduttiva, nella statica pelvica, interviene nella biomeccanica di tutto il cingolo pelvico e inoltre il suo corretto funzionamento è indispensabile durante il parto e nel dopo parto.
Secondo uno studio condotto a Barcellona, il 35% delle donne in gravidanza soffre d’incontinenza urinaria in gravidanza e dopo il parto e di queste il 20% dei casi continuano ad avere perdite di urina. (Unità di Uro Hospital Clinic Barcellona )
Dopo il parto, il rischio d’incontinenza aumenta anche in quelle donne che hanno subito danni durante la gravidanza, nelle quali il rischio è aumentato di 3 volte. Ma il rischio aumenta anche nelle donne in condizioni di sovrappeso.
È tuttora discusso se sia la gravidanza di per sé od il travaglio di parto a determinare l’incontinenza urinaria da sforzo (VanGeelen 1982, Viktrup 1993, Scott 2001, Iosif 198), quello che sappiamo è che è importante fare una prevenzione precoce istruendo le donne a gestire in modo corretto il loro pavimento pelvico dopo il parto, senza aspettare che la loro incontinenza si risolva spontaneamente perché potrebbe non essere così!
L’obiettivo di una rieducazione nel dopo parto è quello di ridurre le perdite di urina, il disagioa cui a donna è sottoposta, conferendo nuovamente elasticità e tonicità a quei muscoli che garantiscono la continenza e anche una vita sessuale soddisfacente, in modo che la neo mamma possa dedicarsi al nascituro senza doversi preoccupare di perdite incontrollate e indesiderate.
Perché recarsi da un fisioterapista specializzato dopo il parto? Quali sono i vantaggi di questa rieducazione ?
Riprendere una buona forma fisica
Migliorare la forza dei muscoli pelvici
Recuperare gli addominali in modo sicuro per il perineo, senza provocarvi danno
Alleviare i dolori che la gravidanza e il parto possono aver provocato
Prevenire e/o trattare le problematiche collegate al parto (ad esempio la perdita di urina o di gas incontrollata)
Imparare a gestire bene il proprio corpo e soprattutto il proprio perineo
Recuperare la ripresa dei rapporti sessuali (che può essere difficile a causa della ridotta prestazione dei muscoli pelvici)
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