Le lesioni muscolari sono molto frequenti nello sport e la loro incidenza varia fra il 10 ed il 55% di tutti i traumi. La maggior parte possono essere una prevedibile conseguenza dell’allenamento il cui scopo consiste nel sovraccaricare un muscolo per consentirne l’adattamento a un livello di performance superiore. Quando questo sovraccarico supera livelli organicamente accettabili, si verifica l’infortunio. Possono interessare qualunque muscolo del nostro corpo ,andando di fatto a creare un danno alla struttura della fibra muscolare con frequente coinvolgimento della parte connettivale ed eventualmente tendinea e delle strutture vascolari.
L’unità funzionale dell’apparato muscolare è rappresentata del muscolo che consta di diverse parti:
- il ventre muscolare
- il tendine prossimale e quello distale
- la giunzione muscolo-tendinea
- la giunzione osteo-tendinea.
Il ventre muscolare è responsabile della contrattilità, è formato dall’insieme di numerose fibre che rappresentano le unità funzionali del muscolo stesso. Le numerose fibre muscolari si accollano l’una all’altra nel senso della lunghezza per formare una prima serie di fasci.
Causa e tipologia (Eziologia e patogenesi delle lesioni)
Possiamo riscontrare dei fattori predisponenti e fattori determinanti .
Per quanto riguarda i fattori predisponenti esistono quelli generali e quelli individuali.
Generali:
- difetti di allenamento e flessibilità
- fatica
- condizioni atmosferiche
- velocità di movimento
Individuali:
- fattori psicologici
- età
- condizioni patologiche o post infettive
- fattori articolari
- squilibri muscolari.
Fattori determinanti :
- trauma contusivo
- azione dinamica attiva
- azione dinamica passiva .
La categoria delle lesioni muscolari acute comprende vari generi di patologie, classificate secondo la gravità del danno muscolare. Molte sono le classificazioni proposte in letteratura, molto simili, ma non del tutto sovrapponibili.
Le lesioni muscolari possono essere causate da un Trauma Diretto più frequente negli sport di contatto (pallacanestro, calcio, rugby) o da un Trauma Indiretto più frequente negli sport individuali (tennis, atletica leggera). Nel trauma diretto, una forza esterna agisce sul muscolo schiacciandolo contro i piani profondi. Nel trauma indiretto, si chiamano in causa forze lesive intrinseche, che si sviluppano nel muscolo stesso o nell’apparato locomotore.
La classificazione delle lesioni muscolari da trauma diretto, si può dividerle in tre gradi, secondo la gravità, indirettamente indicata dall’arco di movimento effettuabile:
- lesione muscolare di grado lieve: è consentita oltre la metà del movimento;
- lesione muscolare di grado moderato: è concessa meno della metà, ma più di 1/3 del movimento;
- lesione muscolare di grado severo: è permesso movimento inferiore ad 1/3.
Le lesioni da trauma indiretto possono distinguersi come:
Attualmente si preferisce classificarle in base ai livelli anatomo-patologici di gravità:
- Lesione di I grado: rottura di poche fibre muscolari
- Lesione di II grado: rottura di un discreto quantitativo di fibre muscolari
- Lesione di III grado: interruzione quasi totale o totale del ventre .
Oppure come in questa recente classificazione UKA Grading system (Pollack et. Al,2014):
- Grado 0 : nessuna lesione o DOMS
- Grado 1 : lesioni muscolari lievi che coinvolgono <10% CSA
- Grado 2 : lesioni muscolari moderate che coinvolgono tra il 10-50% CSA
- Grado 3 : strappo muscolare esteso >50 % CSA
- Grado 4 : rottura completa
- (a) lesione oltre la zona mio fasciale
- (b) lesione al muscolo stesso (comunemente nella giunzione miotendinea)
- ( c ) lesione estesa all’interno del tendine.
CSA : Cross Sectional Area – Area sezionale trasversa
Nelle lesioni sia da trauma diretto che indiretto, essendo il tessuto muscolare molto vascolarizzato, si forma un ematoma che può essere di due tipi:
Intramuscolare: l’ematoma è delimitato da una fascia muscolare intatta e clinicamente si manifesta con dolore ed impotenza funzionale.
Intermuscolare: l’ematoma si espande negli spazi interfasciali ed interstiziali se la fascia muscolare è lacerata ed in tal caso non si verifica un aumento di pressione all’interno del muscolo.
Poiché le fibre muscolari hanno scarso potere di rigenerazione, la riparazione avviene con formazione di tessuto cicatriziale, le cui proprietà elastiche risultano ovviamente inferiori a quelle del normale tessuto muscolare. Ciò significa che dopo una lesione, non ci potrà mai essere una guarigione completa, nel senso di un ritorno alle condizioni anatomiche del muscolo precedenti l’infortuni, motivo per cui sarà fondamentale una diagnosi precisa dell’entità della lesione e soprattutto un trattamento mirato al recupero della capacità di carico e di una migliore elasticità muscolare .
Il sintomo del “dolore” rimane un elemento cardine, talora il solo, nell’evidenziare una patologia nel soggetto che pratica attività sportiva.
Nell’atleta generalmente domina il dolore muscolo-scheletrico, quindi un dolore somatico profondo che ha origine nelle strutture miofasciali, tendinee, capsulari, legamentose, articolari. In particolare, per la necessità di valutare i tempi e i modi di ripresa agonistica, e la migliore strategia terapeutica, occorre che la differenziazione diagnostica sia puntuale rispetto al meccanismo patogenetico operante e alla struttura anatomica/funzionale interessata.
Diagnosi e Gestione degli infortuni
La diagnosi e la conseguente gestione di un infortunio muscolare non sono sempre semplici, soprattutto nei casi di sport dilettantistico in cui spesso gli atleti non effettuano indagini di imaging (RM/ECO).
La diagnosi deve fondarsi sull’anamnesi dettagliata sia sul meccanismo dell’infortunio sia sulla storia clinica del paziente insieme ad un attento esame clinico. E’ importante saper individuare pazienti che necessitano di un possibile intervento chirurgico (raro) da quelli in cui è possibile procedere in maniera conservativa con piano terapeutico personalizzato.
L’esame fisico comprende l’ispezione e la palpazione dell’area infortunata, test sulla mobilità articolare, sulla funzionalità dei possibili muscoli infortunati con e senza resistenza (test muscolari) ed è importante che i test vengano fatti bilateralmente per avere un paragone su i due lati e inoltre test di provocazione del dolore. L’esame fisico serve a determinare la localizzazione e la gravità dell’infortunio mentre gli esami diagnostici descrivono la localizzazione ( quale muscolo e tessuto), la misura e la natura (edema/emorragia). La RM è considerato l’esame migliore (gold standard) per valutare un infortunio muscolare, però per costi e praticità viene utilizzata maggiormente l’ ecografica muscolo tendinea , eseguita dopo 48-72 ore dal momento del trauma.
Riassumendo, una volta che si sospetta un infortunio muscolare è necessario raccogliere un’anamnesi dettagliata riguardo il meccanismo d’infortunio e la progressione del dolore, seguito da un attento esame fisico. Spesso è possibile che l’infortunio non sia molto evidente e fare una precoce diagnosi non è facile: in questi casi viene fatta una rivalutazione nelle successivi giorni , per vedere come evolve la situazione.
Trattamento
Il trattamento avviene subito nelle prime 48 ore dal momento della lesione o del trauma fino a che non viene eseguita la valutazione ,ed viene proposto l’utilizzo del protocollo PEACE & LOVE:
–P : protezione della zona lesa
–E : elevazione dell’arto leso il più spesso possibile
–A : evitare l’assunzione di anti-infiammatori
–C : compressione utilizzando bendaggi elastici per ridurre il gonfiore
–E : educazione, conoscere il proprio corpo ,evitare trattamenti non necessari e stili di vita non idonei .
&
–L : load, attendere al graduale ritorno all’attività , seguendo il dolore come punto di riferimento
–O : ottimismo, condizione il tuo cervello per un migliore recupero
–V : vascolarizzazione , scegliere le attività che non provocano dolore per incrementare il flusso sanguigni e processi di riparazione del tessuto
–E : recuperare la mobilità, la forza e la propriocezione tramite l’esercizio terapeutico.
Il trattamento chirurgico in seguito ad una lesione muscolare non è consigliato , ma viene indicato in alcune possibili situazioni come in caso di :
- Rottura muscolare completa
- Distacco tendineo
- Presenza d’ importante ematoma intramuscolare
l protocollo riabilitativo post-operatorio varia a seconda del tipo di lesione e dal tipo di operazione , in linea generale si esegue:
–0-2 settimane: bendaggio elastico senza immobilizzazione o tutori; non è concesso il carico.
–Settimana 2-6: inizio del carico che viene incrementato fino a diventare totale al termine delle 6 settimane; in questa fase si iniziano esercizi in acqua e nuoto (dalla settimana 3-4), training su cyclette (dalla settimana 4) e esercizi per ripristinare la mobilità (ROM) e riprestinare qualità del tessuto.
–Settimana 6-16: in base ai progressi del paziente si procede con esercizi di potenziamento muscolare e ritorno all’ attività sportiva.
Il piano di trattamento viene costruito ad hoc per ogni paziente, quindi è importante per una corretta valutazione tenere in considerazione diversi fattori, come : la biologia della lesione muscolare, meccanismo di infortunio, anatomia e biomeccanica del muscolo coinvolto e fattori di rischio di infortunio (e recidive).
Dal punto di vista biologico, la guarigione di una lesione muscolare è il processo ripartivo con la formazione di una cicatrice; questo processo si divide in 3 fasi:
1.FASE DI DISTRUZIONE (o INFIAMMATORIA):
2.FASE RIPARATORIA
3.FASE DI RIMODELLAMENTO
Il processo di guarigione ottimale si ottiene stimolando la rigenerazione e minimizzando la riparazione, in modo da ottenere la cicatrice più piccola possibile.
Il nostro intervento verterà con lo scopo finale della corretta guarigione , con l’insegnamento di tecniche di prevenzione, al ritorno delle normali attività di vita quotidiana e al compimento del gesto atletico.
Fase 1 |
Favorire la guarigione
del tessuto
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· Riduzione del dolore
· Protezione e stimolazione del processo rigenerazione tissutale
· Prevenire atrofia muscolare
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Trattamento :
· PEACE & LOVE
· Kinesi passiva
· Massoterapia per ridurre spasmo muscolare nei distretti vicini
· Terapia manuale a livello articolare e dei tessuti molli
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Progressivamente e rispettando le giuste tempistiche possiamo passare alla Fase 2 e alla 3
Fase 2 – 3 |
Riprestino della funzione
muscolare in termini di :
Capacità, Forza, Velocità
E del controllo neuromuscolare
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· Recupero controllo neuromotorio
· Ripristino della capacità di carico
· Recupero della forza
· Sviluppo del controllo neuromuscolare a livello globale
· Incremento della capacità di carico e della forza
· Recupero del gesto atletico e assenza di dolore
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Trattamento :
Fase 2 :
· Massoterapia tessuti vicini sede lesione
· Terapia Manuale tramite mobilizzazione dei tessuti e articolare
· Neurodinamica per mobilizzare tessuto neurale
· Kinesi attiva* : contrazioni muscolari isometriche Isotoniche concentriche
· Propriocezione
· Training areobico* e di coordinazione*
*vengono proposti esercizi ed attività seguendo sempre il dolore e tenendo in considerazione gli aspetti anatomici e biomeccanici
Fase 3
· Massoterapia diretta al muscolo lesionato
· Terapia manuale mobilizzazione /manipolazioni tessuti
· Neurodinamica
· Kinesi attiva : contrazioni muscolari isotoniche concentriche eccentriche
· Pliometria
· Training aerobico e di coordinazione con movimenti sport specifici.
Il trattamento finale mira non solo al ritorno alla performance dello sportivo, ma consiste anche nell’educarlo nelle norme di prevenzione e nel mantenimento di una corretta integrità fisica, per abbassare il rischio di recidive.
Le tempistiche per il ritorno all’attività sportiva variano a seconda del tipo di lesione e dalla persona, viene fatta una valutazione finale riscontrata dalla negatività delle immagini strumentali ,in cui si esamina :
-Assenza di dolore alla palpazione.
-Completa mobilità articolare (ROM) con assenza di dolore.
-Test di forza svolti manualmente o con un dinamometro.
-Test funzionali positivi.
-Svolgimento da parte dello sportivo di almeno 4 sessioni intere di allenamento senza dolori e disturbi.
Un protocollo specifico per la prevenzione agli infortuni non esiste , però seguendo le linee guida generali e l’esperienza clinica educhiamo e raccomandiamo allo sportivo di :
· Modificare i fattori predisponenti sia generali che individuali
· Conoscere e saper ascoltare il proprio corpo.
· Sonno/riposo di almeno 8 h nell’arco delle 24 h per evitare di andare in over stress,
· Nutrizione: assimilazione di liquidi e nutrienti pre e post allenamento. E’ necessario il giusto reintegro di liquidi.
· Mantenimento di una corretta mobilità articolare e flessibilità a livello muscolare
· Durante un allenamento eseguire: riscaldamento, training , defaticamento
· Allenamento di tipo eccentrico in modo da garantire i giusti stimoli per produrre gli adattamenti necessari
· Propriocezione(esercizi di instabilità e equilibrio) ha effetti postivi non solo per la prevenzione alle lesioni muscolari ma anche per altre tipologie di infortuni.
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