Dolore al collo: quando allarmarsi…. e quando no!

Dolore al collo: quando allarmarsi…. e quando no!

Dolore al collo? non allarmarti

Spesso senza ragione temiamo il dolore alla colonna vertebrale più di quanto si abbia paura di altre forme di dolore: collo e schiena ci danno l’idea di essere tanto vulnerabili a patologie gravi da terrorizzarci non appena abbiamo qualche fastidio.

Il paradosso è che nella stragrande maggioranza dei casi la nostra schiena e la nostra cervicale stanno bene, in perfetta (o quasi) salute. Come dire che spesso il sintomo (il dolore) è effettivamente la parte peggiore della condizione, un sintomo e basta, anche se a volte molto fastidioso.

Non stiamo parlando di situazioni al limite, come ad esempio subito dopo un incidente in cui è necessaria una visita medica specialistica con eventuali analisi strumentali, questo è un articolo per quelle che sono situazioni di dolore comune, non d’emergenza.

Se hai fastidio da molto tempo, e non passa, allora qui troverai alcune informazioni di base che hanno la duplice utilità di rassicurarti e farti conoscere i meccanismi del dolore al collo.

 Dolore al collo e bandiere rosse (Red Flag)

La paura che ormai abbiamo tutti è che una patologia grave, e spesso incurabile, ci aggredisca. Quindi il dolore è un campanello d’allarme che ci scatena dubbi e paranoie che di solito non hanno motivo di esserci.

Pur essendo difficile è possibile che il dolore che colpisce il collo possa indicare una possibile malattia autoimmune, infezione, cancro o anche una lesione del midollo spinale.

Sono condizioni che spaventano e, oltre al dolore al collo, portano anche alcuni sintomi molto specifici e chiari che permettono una diagnosi abbastanza rapida e accurata. Quindi se sono presenti è fondamentale andare subito a farsi controllare.

Quelle che vedremo in seguito sono le cosiddette bandiere rosse (Red Flag) che sono degli indicatori di una delle suddette gravi patologie.

La regola base che si dovrebbe seguire è che siano presenti 3 specifiche Red Flag riguardo al dolore al collo per andare da un medico:

  1. Il dolore dura da più di 6 settimane,
  2. Il dolore è intenso e resta costante o, addirittura, tende a peggiorare (ma comunque non migliora).
  3. È presente un’altra delle Red Flag che vedremo nella lista più sotto.

 

Per quanto possa sembrare banale ai più c’è una condizione in cui si dovrebbe andare subito a farsi visitare, senza attendere varie settimane: se si è stati vittime di un incidente violento da poter arrecare danni strutturali alla colonna vertebrale o anche al collo.

Capita spesso, più di quanto si creda, che persone soggette a dolore al collo persistente siano soltanto state vittime di qualche incidente!

 

Le principali Red Flag!

Di seguito una lista sommaria di quelle che sono considerate le principali bandiere rosse riguardo al collo e alla schiena. Se alcune di queste sono presenti, o si hanno dubbi, è il momento di andare dal proprio medico, ma senza inutili allarmismi!

 

Le red flag non sono un motivo per preoccuparsi, ma per controllare.

 

 

 

  • Mal di testa forte che arriva all’improvviso. Spesso sono emicranie passeggere che svaniscono nell’arco di alcune ore, se non dovesse accadere andranno investigate cause e sintomi.

  • La febbre o brividi, che non hanno altre spiegazioni mediche, potrebbero in rari casi essere il campanello d’allarme per patologie più gravi (soprattutto se si soffre già di diabete).

  • Se invece si ha mal di testa, difficoltà e/o incapacità a piegare il collo in avanti e/o febbre c’è la possibilità che possa trattarsi di meningite (infiammazione delle membrane che coprono il cervello e il midollo spinale, causate dall’infezione o da effetti collaterali di alcune droghe).

  • Perdita di peso senza che si stia seguendo un regime alimentare per dimagrire.

  • Un doloroso picchiettio sulla colonna vertebrale (segnale per un possibile cancro).

  • Un dolore grave di tipo costrittivo e/o palpitante potrebbe essere causato da un problema a una arteria con il rischio di infarto o ictus.

  • Esistono anche moltissimi segni di un possibile problema al collo che, però, non provocano dolore cervicale ma problemi agli arti come ad esempio una scarsa coordinazione motoria (alle mani), debolezza, atrofia, pesantezza o insensibilità diffusa. Capita spesso che le persone abbiano sia dolore al collo che una serie di altri sintomi senza però capire che sono correlati.

  • Un problema alla rachide cervicale potrebbe essere accompagnato da alcuni sintomi specifici come: vertigini, nausea e vomito. Si tratta di una Red Flag che spesso viene presa sottogamba ed etichettata come un problema generale di salute mentre andrebbero investigati con molta attenzione.

  • Altri fattori di rischio sono l’uso di steroidi, l’abuso di droghe e alcol e la presenza di patologie come l’HIV.

  • Come sottolineato in precedenza il dolore cervicale potrebbe essere solo il sintomo che indica una malattie autoimmune. I segni principali sono: rigidità mattutina, eruzioni cutanee, occhi arrossati e irritati senza apparente ragione, difficoltà nella digestione, ereditarietà e peggioramento di tali sintomi sopra i 40 anni di età.

 

Come si nota le Red Flag sono moltissime e spesso i sintomi possono portare a diagnosi errate per questo si raccomanda sempre di rivolgersi a specialisti senza farsi prendere da ansia e stress.

 

Invece i segni dell’artrosi NON sono bandiere rosse!

Tra le varie preoccupazioni che si hanno, dovute ai sintomi al collo, non sono particolarmente importanti condizioni come:

  • Artrosi
  • Malattie degenerative del disco.
  • Usura della colonna cervicale.

 

Tanti pazienti che presentano segni molto chiari di degenerazione dovuta all’artrosi non avranno mai sintomi oppure, in caso, solo di lieve entità.

LINEA GUIDA COMPLETA SUL TUO DOLORE CERVICALE

Persino all’età di appena 20 anni c’è un gran numero di soggetti con una qualche forma, seppur leggera, di artrosi vertebrale. Si tratta di “segnali” che vengono sovrastimati non soltanto dai pazienti, ma anche purtroppo dagli stessi medici e specialisti.

I sintomi che indicano artrosi sono sempre segnalati con una serie di altri sintomi ben definiti. Il dolore, anche se acuto, non può e non deve essere preso come parametro che indichi la gravità del tuo problema: il dolore è più comune di quanto si creda, la degenerazione grave dei tessuti invece non lo è.

 

Il dolore al collo più lancinante e improvviso è quasi sempre un falso allarme

Un dolore improvviso, acuto simile a una pugnalata non è di per sé una Red Flag! Per quanto possa sembrare assurdo in questi casi è rarissimo che si tratti di qualcosa di cui ci si deve preoccupare.

Quando si verificano, sempre nella maggior parte dei casi, indicano soltanto che si ha una infiammazione (più o meno forte) alla zona cervicale che si palesa con un forte dolore.

Le cause gravi che portano a un dolore cervicale (es. tumore) hanno di solito come sintomo un dolore lancinante e costante, non sono quindi simili a una pugnalata!

Quelli improvvisi e acuti sono principalmente dei falsi allarmi neurologici dovuti a problemi di tipo muscolo scheletrico di poca importanza. In pratica il cervello ha una reazione non commisurata, eccessiva quindi, rispetto al dolore.

Il nostro cervello si è sviluppato per proteggere la colonna vertebrale e quindi ha una reazione eccessiva che porta a una sensibilizzazione della zona, per questo avvertiamo fitte tremende pur non avendo nulla di veramente grave.

A questo va aggiunto anche che la rachide cervicale è “avvolta” da una rete di nervi assai fitta. Sono difficili da irritare, ma non è una cosa impossibile.

Molti dolori acuti che vengono spesso causati da neuropatie minori che, nel peggiore dei casi, nell’arco di qualche giorno o settimana tendono a sfiammarsi. È un processo di guarigione fastidioso, ma alla fine sopportabile soprattutto se si sa che è solo una condizione passeggera.

Stress e ansia perché si ha paura di essere affetti da qualche grave patologia, di cui il dolore cervicale è solo un sintomo, sono spesso la cosa più difficile da gestire.

Il torcicollo può indicare la presenza di qualcosa di grave?

La domanda è tanto semplice quanto la risposta diretta: molto di rado. La maggior parte dei casi di dolore muscolo scheletrico del collo è dovuto alla rigidità della sua muscolatura.

Quello che accade è che le varie strutture si irritano leggermente creando una rete di fastidi che diventano dolore e provocano l’indurimento dei muscoli con conseguente difficoltà a fare determinati movimenti.

La “rigidità nucale” causata dalla meningite è forse l’unica situazione di torcicollo da considerare importante proprio perché sintomo di una patologia ben più grave che, però, è accompagnata da altri sintomi!

Se si soffre di torcicollo (o una meno specifica rigidità cervicale) a lungo, allora sarà opportuno fare valutazioni e analisi approfondite per capirne una eventuale causa. Di solito si tratta di condizioni transitorie ma se sono presenti più “bandiere rosse”, senza inutili allarmismi, è utile fasi visitare da uno specialista.

Una serie di cause di dolore al collo che potrebbero significare che non hai nulla di grave

Di seguito andremo a elencare alcuni problemi medici che potrebbero, pur non essendo indicatori di nulla di grave, causare un dolore al collo anche intenso.

La maggior parte dei problemi della lista non è grave, anche se possono risultare molto fastidiosi e peggiorare alquanto la qualità della vita di chi ne soffre.

  • Alcune patologie della pelle potrebbero causare dolore al collo. Ad esempio il fuoco di Sant’Antonio.

  • Una condizione che causa moltissimi sintomi, e che è quindi assai difficile da diagnosticare, è l’infiammazione della tiroide. Se oltre ai problemi al collo si aggiungono aumento o perdita di peso, depressione, affaticamento, costipazione, confusione e altri sintomi altrettanto generici è possibile che il problema sia dovuto a questa ghiandola.

  • La malattia di Bornholm. Una patologia abbastanza aggressiva che da sintomi come dolore al petto e ai polmoni e può provocare anche dolore al collo. Se si ha dolore al collo, e si fatica a respirare potrebbe esserne la causa, anche se si tratta di una diagnosi più che improbabile!

  • Arterite temporale: infiammazione delle arterie presenti nelle tempie che provoca vari sintomi come emicrania, febbre, problemi di vista o ronzio alle orecchie, dolore alla mandibole, dolore al collo. Solitamente compare in persona sopra i 50 anni affette da altre patologie.

  • Linfoadenopatia: è un’altra condizione in cui i linfonodi del collo, a causa di una infezione o altra patologia, si gonfiano.

  • La Trichinosi è una malattia parassitaria causata dal consumo di carne di maiale cruda o poco cotta e selvaggina. Causa malessere diffuso, spasmi allo stomaco nonché dolore al collo. Solo nei casi peggiore può risultare anche fatale.

  • La cosiddetta sindrome di Parsonage-Turner (malattia comunque molto rara) causa l’infiammazione dei nervi che escono dal rachide cervicale, le cause sono tutt’ora ignote. Può causare una serie di sintomi di vario genere come dolore alle spalle, atrofia dei muscoli delle braccia e dolore al collo.

  • Poi esistono condizioni rarissime e anomale come la Sindrome dell’aquila in cui si ha un allungamento anomalo di un osso che si trova nella parte posteriore della gola (processo stiloideo).

Le condizioni che possono provocare fastidi al nostro collo sono davvero tante. Questa era solo una lista sommaria di alcuni dei più bizzarri e meno noti che dovrebbe far capire come l’autodiagnosi sia spesso forviante.

Il dolore al collo a volte è solo dolore al collo…

Quando preoccuparsi del dolore al collo? In linea di principio la preoccupazione non porta a nulla di buono, causa invece ansia e stress che sono invece dei moltiplicatori del fastidio.

FALSI MITI SUL DOLORE SULLA CERVICALGIA

Per cui è sempre meglio non agitarsi ed eventualmente rivolgersi a specialisti della schiena per capire quale ne possa essere la causa reale.

Ci sono alcune zone del nostro corpo – zona lombare, mascella, pancia e appunto collo – che sono sensibili a periodi di dolore senza che ci sia una reale e spiegabile motivazione. Di solito scompare da sé, senza bisogno di fare nulla ed è dovuto, si ipotizza, a una iperattività del cervello.

Il dolore è una reazione del nostro organismo che la scienza non è ancora stata in grado di spiegare appieno. È certo che oltre a una componente “fisica” ce ne sia una “mentale” altrettanto importante. Si ipotizza che questi due componenti lavorino insieme senza però sapere quale sia preponderante sull’altra, e quando.

Di certo è ormai riconosciuto da tutti gli specialisti che la preoccupazione di sentire dolore ne provoca un aumento, quindi avere paura del dolore al collo e focalizzarsi costantemente su di esso è un fattore di rischio che ne acuisce l’esperienza.

Questo articolo serve per mostrare quanto il dolore al collo sia troppo spesso travisato e considerato preoccupante quando invece è solo causato da qualche “problema” fisiologico, condizioni normali con l’aggiunta di stress e ansia ci spingono a credere erroneamente di avere qualcosa di grave.

GIONATA PROSPERI, FT, SPT, SM.

  • Esperto In Terapia Manuale nelle cefalee, emicrania
  • Fisioterapista dei disturbi dell’articolazione Temporo – Mandibolare
  • Fisioterapista dei Disturbi Vestibolari
  • C.E.O. del Centro della Colonna vertebrale di Massa
  • Fisioterapia ecoguidata
CERVICALGIA: FALSI MITI e REALTÀ SCIENTIFICA

CERVICALGIA: FALSI MITI e REALTÀ SCIENTIFICA

Cervicalgia: informazioni “storpiate e mal condivise”

 

Il dolore cervicale (o cervicalgia) è una problematica molto diffusa. Si stima che circa il 70% della popolazione soffrirà di male al collo almeno una volta nella vita, con notevole costo economico in termini di assenza dal lavoro e cure assistenziali.

Può colpire individui di tutte le età, inclusi bambini e adolescenti.

Ovunque si parla di cervicalgia (o ‘’cervicale’’), ma le informazioni che vengono date in tv (pubblicità martellanti di farmaci e macchinari miracolosi), o che si trovano su riviste settimanali di gossip, siti internet di ogni genere e pagine Facebook gestite da chissà chi, sono spesso in parte o del tutto errate.

A loro volta, poi, queste informazioni vengono ulteriormente ‘’storpiate’’ e ricondivise, e si diffondono come un virus, contribuendo alla continua nascita di nuovi ‘falsi miti’.

La cervicalgia e le sue credenze

 

Secondo il database delle Revisioni Sistematiche Cochrane (che raccoglie informazioni in campo clinico-sanitario su trattamenti di qualsiasi tipo per diffonderle in tutto il mondo) sono 7 le “credenze” più comuni sulle problematiche cervicali:

1. Il decorso del dolore cervicale è favorevole e la maggior parte dei pazienti va incontro a completa guarigione.
FALSO! Al contrario, da un’analisi di diversi studi condotti su pazienti che hanno subito un colpo di frusta emerge che il dolore cervicale è caratterizzato da:
– elevata tendenza a recidivare (cioè a ripresentarsi)
– numerose esacerbazioni del dolore;
– non completa scomparsa dei sintomi anche dopo più di 1 anno dal colpo di frusta.

2. I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono la miglior scelta per il trattamento del dolore cervicale in fase iniziale. FALSO! Al contrario, non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino che i FANS siano efficaci nel trattamento del dolore cervicale.

3. L’utilizzo delle elettroterapie* nella gestione del dolore cervicale è supportato da diversi studi scientifici. FALSO! Allo stato attuale delle conoscenze tale affermazione non è supportata dalle evidenze scientifiche, che sono limitate e contrastanti. Non si può quindi dichiarare nulla di definitivo sull’argomento elettroterapia e dolore cervicale.

 

4. La maggior parte dei pazienti con dolore cervicale non ha bisogno di sottoporsi a sedute di terapia manuale*. I pazienti con dolore cervicale migliorano, e in egual misura, anche senza ricorrere a trattamenti di terapia manuale. FALSO! Al contrario, la letteratura scientifica ci dice che la terapia manuale è efficace nel trattamento del dolore cervicale (sub-acuto/cronico, con o senza mal di testa).

5. Per la maggior parte dei pazienti con dolore cervicale è sufficiente svolgere esercizio “generico” per guarire, e non è necessario seguire uno specifico programma di esercizi con indicazioni da parte di un fisioterapista. FALSO! Al contrario, è dimostrato che l’esercizio terapeutico specifico può essere efficace nel trattamento del dolore cervicale (acuto e cronico, con o senza mal di testa)

6. L’educazione sugli esercizi da eseguire a domicilio è efficace quanto l’esercizio terapeutico con supervisione da parte di un fisioterapista. FALSO! Al contrario, diversi studi scientifici hanno dimostrato che per quanto riguarda il trattamento del dolore cervicale “meccanico” e del dolore cervicale con radicolopatia, l’educazione del paziente non dà gli stessi benefici dell’esercizio supervisionato.

7. Per il rinforzo dei muscoli del collo sono sufficienti gli esercizi cervicali isometrici. FALSO! Diversi studi RCT hanno dimostrato i benefici di diversi tipi di esercizio: allenamento dei muscoli cervicali profondi, allenamento progressivo per la resistenza dei muscoli cervicali, allenamento per la forza ad alta intensità per i muscoli del collo e delle spalle, esercizi di stabilizzazione con utilizzo di fascia elastica (tipo Thera-Band).

Dolore cervicale: la guida completa

Dolore cervicale: la guida completa

Dolore cervicale? 

Se ti svegli al mattino con un po’ di torcicollo, e magari basta un impacco caldo per farlo passare o un po’ di stretching forse non hai bisogno di questo tutorial per il dolore cervicale per sfatarne alcune leggende metropolitane!

È una guida per casi più difficili in cui si ha quel maledetto “crack” del collo, quella orribile sensazione di blocco e dolore allo stesso tempo che si dipana verso la schiena e spesso anche verso la testa.

Il dolore al collo, visto il tipo di vita sedentaria e spesso “statica” che facciamo è una condizione che prima o poi affligge tutti noi. Se hai davvero un dolore al collo così intenso da non permetterti neanche di muoverti allora potrebbe essere un problema di cervicale.

Che sia la prima volta, la quinta o la decima che ti si verifica un “crack” del genere è  il caso andare anzitutto da uno specialista della colonna vertebrale e iniziare a pensare a qualche terapia da fare, oltre a cambiare alcune abitudini e lo stile di vita.

Molti che soffrono di dolore cervicale immaginano, sognano quasi, di poter sfilare via la colonna vertebrale e cambiarla con una nuova che non dia tutti quei problemi e dolori. Perché la cervicale è davvero una patologia molto debilitante ed estremamente fastidiosa.

La prima cosa da fare è di informarsi e capire perché l’educazione, e di conseguenza la riduzione della paura che il dolore provoca, possono di per sé essere già un buon trattamento per la cervicale.

 

Alcune le leggende sul dolore cervicale!

Chi non ha mai sofferto di dolore cronico al collo non ha idea di quanto tale condizione sia debilitante, non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico.

A ciò va aggiunto che il dolore cervicale ha un costo economico non indifferente a livello personale e sociale perché provoca frequenti assenze dal lavoro.

Un recente studio svedese mostra come, probabilmente, diminuisca anche l’aspettativa di vita delle persone. Se le cause siano dovute all’abuso di medicinali, stress o altri fattori è ancora da chiarire.

A parte casi limiti il problema del dolore cervicale è molto sentito perché danneggia e peggiora fortemente la qualità della vita di chi ne soffre, soprattutto se cronico. Eppure a riguardo c’è molta disinformazione sia da parte dei medici che dei malati.

Possiamo dire che a “leggende metropolitane” rivaleggia senza dubbio con la classica lombalgia cronica!

  • Leggenda n.1: il dolore cervicale è causato da una cattiva postura.
  • Leggenda n.2: il dolore al collo è collegato direttamente da una curvatura anomala della colonna vertebrale.

 

Esistono a riguardo di queste condizioni centinaia, se non migliaia , di possibili ipotesi eppure ormai la ricerca ha dimostrato scientificamente che sia la leggenda 1 che 2 risultano false o, nei casi più estremi, tali condizioni non sono un fattore importante del dolore cervicale.

Ad esempio esistono molte teorie sui problemi causati dal “guardare” troppo lo schermo di uno smartphone quando, invece,  è dimostrato che non c’è alcuna correlazione tra le due cose.

Eppure tutte queste nuove informazioni non sono così conosciute creando, di conseguenza, una insensata corsa a terapie manuali spesso tanto inutili quanto costose.

I miti del dolore al collo sono testardi come il dolore al collo stesso. Di certo tra dieci anni ci saranno ancora molti professionisti focalizzati sulla postura!

Questo semplice tutorial serve per far capire al meglio alcune incomprensioni riguardo al dolore cervicale come ad esempio:

  • Miti sulla sublussazione.
  • Miti sullo sforzo muscolare.
  • Miti sugli spasmi muscolari.
  • Miti sull’artrite e sull’ernia del disco.

 

Il primo passo per guarire è capire, informarsi e conoscere anche i reali meccanismi che sono la causa di una condizione fastidiosa e a volte davvero debilitante.

 

La verità sul dolore a collo

Purtroppo in pochi conoscono davvero le meccaniche del dolore cervicale e soprattutto le sue cause e possibili cure.

In generale possiamo dire, senza voler offendere nessuno, che i medici di base non siano le persone più competenti a riguardo. Non per vere e proprie mancanze ma perché si tratta di una patologia specifica e davvero complessa.

La cosa grave, a dire la verità, è che spesso anche alcuni specialisti come fisioterapisti oppure fisiatri o osteopati hanno lacune profonde causate da una conoscenza obsoleta della materia, loro stessi si rifanno alle leggende metropolitane.

Da qui non si deve esagerare e correre da qualche santone ne tantomeno da professionisti alternativi con la certezza di vedere la propria condizione risolta nell’arco di poche sedute: il dolore al collo è davvero un grande mistero scientifico che va trattato con pazienza e molta cautela.

Se hai subito un trauma al collo, come una ferita o più comunemente un colpo di frusta, è normale che tu abbia avuto un dolore cervicale per un po’ di tempo. Se però persiste e non è ancora guarito potresti avere un problema cervicale che non deve cronicizzarsi.

Collo incriccato o dolore al collo?

Le statistiche mostrano che un collo “incriccato” e il dolore cervicale sono divisi equamente 50 e 50 nella popolazione, sia a livello leggero che molto forte. In tali studi si mostra quanto siano drammatiche le statistiche a riguardo e i mostruosi costi economici che la comunità è costretta a sostenere, spesso per pratiche che risultano inutili.

Un collo incriccato detto in inglese “crick”, è un termine non medico che indica appunto un sottotipo di dolore al collo. Sembra una sorta di “guasto meccanico” alla zona, un blocco che non ti permette di muoverti.

Molte persone insistono sul fatto che il problema non è esattamente doloroso, ma comunque estremamente sgradevole, una sensazione irritante, scomoda, bloccata più simile a un “prurito” o forse un “prurito profondo” di un vero dolore.

Spesso questi “crick” sono sottovalutati per lunghi periodi sia dal paziente che dall’eventuale terapeuta quando invece andrebbero indagati per comprenderne le origini. Ci sono casi in cui le persone affette da questi fastidi, oltre a quelli fisici, soffrivano molto anche dal punto di vista emotivo e psicologico.

Molti terapeuti iniziano a rendersi conto di quanto i crick siano dannosi e fastidiosi, tanto che si crede che, dal punto di vista mentale, siano quasi più stressanti di un dolore cronico “puro” portando lo stress e l’ansia a livelli altissimi.

Anche qui c’è da fare attenzione a non comparare il dolore cronico ai “crick”, si tratta chiaramente di condizioni simili ma profondamente diverse e anche la stessa comprensione e accettazione del fastidio provocato al pazienta è un elemento necessario per la cura.

Dolore cronico e questi “crick” cervicali sono sfumati, spesso si sovrappongono senza riuscire a spiegare l’uno o individuare l’altro in modo netto e preciso. Spesso i crick di oggi saranno il dolore di domani.

Se si soffre di dolore al collo si pensa che spesso sia causato da una qualche forma di radicolopatia (dolore alla radice nervosa) dove in realtà, in moltissimi casi, esso più che una causa è un sintomo che scompare una volta che vengono affrontati altri e reali problemi alla cervicale.

 

Qual è il peggior scenario possibile in caso di dolore cervicale?

Senza creare drammi o facili allarmismi il caso peggiore di un dolore cervicale, in rari casi, può davvero durare a vita con una intensità variabile (da moderato a grave).

Una condizione definita grave potrebbe risultare immune a qualsiasi terapia, sia farmacologica che manuale a volte senza neanche riuscire ad avere una diagnosi chiara e certa.

I cosiddetti “crick” possono avere una durata variabile (minuti, ore, settimane o anche per sempre). Il paziente va informato e rassicurato che, nella stragrande maggioranza dei casi, dura non più di un paio di settimane.

In caso dovesse perdurare oltre questo tempo limite è opportuna una ricerca delle cause che lo hanno scatenato.

  • Leggenda n.3: il dolore al collo è un problema temporaneo.

In realtà capita spesso che contratturine o fastidi si evolvano e siano causate da qualcosa che ancora non è emerso portando il dolore ad aumentare fino a cronicizzarsi. Non servono allarmismi ma neanche eccessive rassicurazioni o banalizzazioni

Infatti il dolore cervicale, per quanto sia fastidioso, è meno debilitante di quello alla schiena e di conseguenza viene preso meno sul serio. In realtà è una condizione, di media, più duratura della lombalgia (nota per la sua cronicità).

Una ricerca canadese su 1000 pazienti mostra che solo la metà si è ripresa rapidamente e del tutto da un problema al collo e ben il 35% dei casi ha mostrato dolore persistente. La maggior parte delle persone non ne sperimenta la completa risoluzione dei sintomi e della disabilità ad essa associata.

 

Esistono casi di cervicale incriccata di media intensità che sono durati alcuni anni per poi guarire, altri gravi che invece si sono protratti per tutta la vita del paziente (per fortuna ha avuto sollievo grazie a terapie valide per contrastare il dolore). Per fortuna la maggior parte dei casi ha una sua risoluzione di breve durata.

 

Il dolore al collo è solo la punta dell’iceberg della “sensibilizzazione”

La sensibilizzazione è una condizione in cui il sistema nervoso inizia a reagire eccessivamente a determinati stimoli (es. dolore): un sistema d’allarme che si innesca con una facilità eccessiva anche quando non ce n’è alcun bisogno.

In linea di principio, come regola generale, più a lungo dura qualsiasi tipo di dolore, più è probabile che la sensibilizzazione diventi un fattore e persino che prenda il sopravvento e diventi il problema principale.

Detto in modo ancora più diretto: basta un minimo stimolo per causare un dolore forte. Infatti la sensibilizzazione può davvero peggiorare una condizione di dolore cronico.

Il paradosso è che il dolore può anche aumentare proprio a causa della sensibilizzazione che ne amplifica lentamente gli effetti, quello al collo, alla schiena o anche addominale possono essere la punta del’iceberg della sensibilizzazione.

L’unica fortuna è che la maggior parte dei problemi cervicali tende ad andare via o è possibile trattarlo con le giuste terapie.

Ma quindi ci si potrebbe domandare se la sensibilizzazione è la causa del dolore al collo, ad esempio, o il contrario.

In realtà è possibile che si verifichi un problema cervicale proprio perché il soggetto è già “sensibilizzato”, ma in generale viene considerata una condizione rara. Infatti la maggior parte di coloro che sono “sensibilizzati” possono ritrovare nel loro recente passato piccoli sintomi iniziali che magari sono stati trascurati.

Probabilmente la maggior parte del dolore cronico viene aumentato dalla sensibilizzazione e alla fine molti casi risultano cronici non perché ci sia ancora qualcosa di sbagliato nei tessuti del collo, ma semplicemente perché il cervello ha istituito una sorta di divieto permanente al movimento completo del collo (e il dolore è il modo principale in cui il cervello lo fa).

Questo è il motivo per cui ogni paziente con dolore cronico deve conoscere la sensibilizzazione.

Colpisce più gli uomini o le donne?

Secondo recenti studi le donne soffrono maggiormente di problemi legati al collo. In generale si è valutato che abbiano il 60% in più di possibilità di sviluppare dolore e il 20% di probabilità in più rispetto agli uomini che sia cronico.

Va ugualmente sottolineato che proprio le donne sono affette da tassi di dolore cronico per altre condizioni, come ad esempio la fibromialgia che sembri implicare un elevato tasso di sensibilizzazione.

La fibromialgia ha la sua genesi, nella maggior parte dei casi, proprio con il dolore a:

  • Collo.
  • Spalle.
  • Schiena.
  • Parte bassa della schiena.
  • Addome

Con il passare del tempo questi fastidi si estendono e si palesano anche gli altri disturbi di questa malattia.

E se fosse qualcosa di grave?

È raro, anche se possibile, che il dolore al collo sia il sintomo di qualcosa di grave come ad esempio:

  • Cancro.
  • Infezione.
  • Malattia autoimmune.
  • Lesione al midollo spinale.
  • Qualche tipo di problema strutturale.

La maggior parte dei casi sono semplici “crick” e infatti quelle sopraelencate sono condizioni che causano una serie ben chiara di sintomi specifici, oltre al dolore al collo. Vengono definite bandiere rosse (Red Flag).

Si dovrebbe iniziare un’indagine medica, in linea di principio, quando sono presenti le seguenti condizioni:

  • Il fastidio dura da almeno 6 settimane.
  • Tende a un peggioramento o, nel caso migliore, rimane costante.
  • C’è una terza bandiera rossa (le andremo a vedere a breve).

Di seguito una lista di alcune specifiche Red Flag la cui presenza deve mettere in allerta e spingere a una più attenta analisi per capire se si tratta di un semplice dolore al collo o di qualcosa di grave.

Bandiere Rosse:

  • Si ha una sensazione di leggero picchiettio doloroso alla schiena.
  • Si perde peso senza modificare la propria dieta.
  • Febbre e/o brividi.
  • Mal di testa accompagnato o meno dall’incapacità di piegarla in avanti (viene definita rigidità nucale).
  • Un mal di testa improvviso e molto forte detto a “rombo di tuono” per la sua violenza.
  • Vertigini improvvise.
  • Nausea e vomito.
  • Fattori di rischio possono essere l’abuso di droghe, alcol e steroidi.
  • Altri segnali che potrebbero indicare che il dolore al collo sia dovuto a malattie autoimmuni sono l’ereditarietà familiare, rigidità mattutina, aumento dei sintomi oltre i 40 anni, eruzioni cutanee, occhi irritati, digestione difficile o dolore ad altre articolazioni.

Da questa lista, non esaustiva, si comprende quante siano le variabili e soprattutto i possibili sintomi di una complicanza grave al collo. Per tale ragione una autodiagnosi (come sempre) è assolutamente sconsigliata perché potrebbe portare a facili allarmismi, stress e ansia che potrebbero peggiorare lo stato di salute generale.

Conclusioni della guida per il dolore cervicale

La scienza negli ultimi anni ha fatto dei passi in avanti per quanto riguarda la natura del dolore e del dolore al collo. Eppure esistono ancora un gran numero di “misteri” e controversie a riguardo vista la sua complessità.

A dimostrazione un famoso articolo sulla rivista scientifica Pain Physician dichiara apertamente che:

si sa molto poco sulle cause del dolore al collo

e che, sempre secondo gli studiosi, essere certi di un’unica specifica causa sia un errore perché si tratta sempre di una sommatoria di fattori che scatenano il problema.

  • Leggenda n.4: il dolore al collo è dovuto sempre a un problema meccanico (es. una dislocazione di una vertebra).

Tale leggenda metropolitana spinge quasi sempre le persone, e gli specialisti, a volgere la maggior parte dell’attenzione sulla possibile presenza di traumi, sublussazioni o simili.

È possibile che sia presente un qualche problema alle articolazioni del collo, ma si tratta di una eccessiva semplificazione fuorviante e che sposta il focus da quelle che potrebbero essere, invece, le vere cause.

GIONATA PROSPERI, FT, SPT, SM.

  • Esperto In Terapia Manuale nelle cefalee, emicrania
  • Fisioterapista dei disturbi dell’articolazione Temporo – Mandibolare
  • Fisioterapista dei Disturbi Vestibolari
  • C.E.O. del Centro della Colonna vertebrale di Massa
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CERVICALE: SEGNI E SINTOMI

CERVICALE: SEGNI E SINTOMI

I disordini o disturbi alla cervicale sono tra i problemi muscolo-scheletrici più diffusi al mondo. Interessano qualsiasi età e sia uomini che donne.

Quante volte avrete detto o sentito dire: “C’ho la cervicale!”?

“Per forza e per fortuna” ci sarebbe da rispondere, ma in realtà questa è la famosa e popolare espressione usata inconsapevolmente per dire che si hanno dolori o altri sintomi cervicali.

I sintomi della cervicale variano molto e son sempre molto soggettivi. Comunemente includono: rigidità nei movimenti della testa e del collo, “rumori” (“scricchiolii”), dolenzia diffusa o dolori e altre sensazioni irradiati o proiettati lungo le braccia o alle mani.

 

I  sintomi della cervicale” possono essere un leggero fastidio di sottofondo, un indolenzimento vago e “noioso”, oppure una fitta lancinante che limita o impedisce proprio alcuni movimenti. Oppure si possono sperimentare sensazioni come formicolii, calore, freddo, più sensibilità o meno sensibilità al tatto in una particolare area.

A volte il dolore è localizzato in un punto preciso e piccolo e va via da solo dopo qualche giorno oppure coinvolge una zona corporea più ampia.

Magari queste sensazioni scendono dal collo fino alle scapole e ci mettono settimane per ridursi o sparire. Questi sintomi possono essere saltuari, un giorno si e uno no, oppure essere costanti con comprissione delle attività quotidiane o del lavoro. La loro intensità dipende dalla forza e durata degli stimoli irritativi ma anche e soprattutto dalle tue esperienze precedenti e dalla tua “sensibilità”.

Sintomi comuni dei disturbi alla cervicale

I sintomi o segni cervicali più comuni associati tra loro o indipendenti sono:

  • Rigidità e limitazione nei movimenti: indolenzimento generale, tensione muscolare sulle spalle, difficoltà a muovere in modo fluido il collo, limitazione in particolare dei movimenti di rotazione come per guardare dietro per fare marcia indietro con l’auto oppure guardare in alto;
  • Fitta acuta: questo sintomo così avvertito di solito si concentra in un punto e il paziente può avere la percezione di una vera e propria coltellata o qualcosa di pungente, trafittivo. Tipica è la situazione del Torcicollo o blocco cervicale acuto.
  • Malessere o indolenzimento generale: i sintomi sono più vaghi e diffusi, coinvolgono un po’ tutto il collo e le spalle, c’è una sensazione di tensione generale, viene voglia di massaggiare la parte.
  • Dolore irradiato: il dolore può essere seguire il decorso di un nervo e irradiarsi dal collo fino al braccio e alla mano con percezioni di tipo bruciore, formicolio, intorpidimento. L’intensità varia individualmente e il problema è del nervo stesso. Può accompagnarsi perdita di forza e altre sensazioni anomale.
  • Dolore riferito o proiettato: i sintomi sono tipo calore, pressione, fitte pulsanti, dolore profondo, possono essere percepiti sulla testa o sul cranio ma sono il riflesso di disturbi a livello cervicale. Possono essere confusi con il dolore irradiato se non si applicano test specifici. Il problema in questo caso è spesso di tipo articolare o muscolare e molto diffuso nei mal di testa.
  • Formicolio, intorpidimento, debolezza nell’afferrare o sollevare oggetti, “aghi e spilli”: Queste percezioni sono tipiche sia del dolore irradiato che riferito e vanno esaminati con test particolari.
  • Mal di testa o Cefalee. L’irritazione di muscoli, nervi e articolazioni cervicali può dare sintomi alla testa attraverso connessioni nervose comuni. In caso di cefalea tensiva , nevralgia occipitale, cefalea cervicogenica, emicrania  va sempre valutata la funzionalità cervicale e/o mandibolare con una visita specialistica

Insorgenza dei sintomi

Il dolore cervicale generalmente si sviluppa in uno dei seguenti modi:

  1. In modo lento e graduale nel tempo. Può iniziare come un leggero fastidio che si manifesta ogni tanto o magari solo a fine giornata. Ma può continuare a crescere e peggiorare.
  2. Subito dopo un trauma o incidente. Per esempio può iniziare dopo un incidente in bici o un allenamento nuovo o più intenso, oppure magari dopo aver dormito in una posizione forzata o aver passato del tempo a leggere seduti.
  3. Reazione post-trauma. I dolori o altre sensazioni cervicali post trauma – ad esempio  dopo un’incidente stradale – possono cominciare dopo alcuni giorni dall’evento e peggiorare progressivamente e velocemente a seguire.
  4. Improvvisamente senza precedenti. A volte – e forse sono le peggiori – il dolore cervicale può cominciare dal nulla, nel bel mezzo di una giornata normale senza una ragione precisa.

I sintomi possono essere costanti o andare via velocemente o andare e venire in modo intermittente. Alcune attività o movimenti anche semplici tipo soffiarsi il naso o tossire, possono peggiorarlo.

In ogni caso, per una valutazione accurata e precisa rivolgiti il prima possibile a un fisioterapista specializzato che in sinergia col medico saprà indicarti subito il percorso migliore e più veloce per superare questi disturbi!

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RACHIDE CERVICALE E MANDIBOLA: COME FAVORISCONO IL MAL DI TESTA

RACHIDE CERVICALE E MANDIBOLA: COME FAVORISCONO IL MAL DI TESTA

Oggi sappiamo che le cefalee primarie sono processi neurologici al cui sviluppo ed evoluzione contribuiscono vari fattori: suscettibilità genetica, lo stress psico-fisico, la stanchezza, stress emotivi o psicologici, l’abuso o uso improprio di medicinali, gli alimenti, la sedentarietà, il fumo, la pressione, la respirazione, il sonno, e dulcis in fundo i problemi e dolori del rachide cervicale o della mandibola nonchè della vista. Tutte queste cose possono in varia misura e da soggetto a soggetto influenzare negativamente cioè irritare e sensitizzare (sensibilizzare)  il tuo sistema nervoso, favorendo il terreno per l’insorgenza del mal di testa.

La ricerca scientifica ha dimostrato un fatto anatomico-funzionale indiscutibile: i muscoli e le articolazioni del rachide cervicale o della mandibola possono inviare stimoli nocicettivi (irritativi) e sensitizzare (sensibilizzare) il tuo sistema nervoso causando forme specifiche di cefalea secondaria (la cefalea cervicogenica e la cefalea da disordine temporomandibolare). Possono altresì agire da fattori trigger, o più precisamente, da fattori di rischio in grado di peggiorare gli attacchi nonché favorire la cronicizzazione della cefalea tensiva e dell’emicrania.

 

I tessuti articolari e neuro-muscolari cervicali e temporo-mandibolari quando funzionano male sono infatti FONTI di NOCICEZIONE PERIFERICAprovocano e facilitano esperienze dolorose e disabilità di vario genere.

Il sistema nervoso dei cefalgici tensivi e emicranici tende  “di base” a un adattamento e sviluppo in questo senso (pro-nocicettivo) per cui tutto ciò che facilita l’irritazione e la sensibilizzazione nervosa promuove “esperienze spiacevoli” e peggiora le condizioni.

Se ti è stata fatta una diagnosi di Emicrania senz’aura o Cefalea Tensiva o entrambe, è fondamentale, nonché logico e ragionevole, che tu riceva anche un’accurata valutazione manuale (https://www.clinicadelmalditesta.it/prima-visita/) della funzionalità muscolare e della mobilità articolare del rachide cervicale o delle articolazioni temporo-mandibolari, soprattutto “prima” di qualsiasi intervento medico o odontoiatrico che preveda una lunga medicazione a base di farmaci.

E’ necessario un esame specifico manuale (test palpatori e di movimento) invece di inutili e dispendiose radiografie o risonanze che vanno indicate solo in casi rarissimi (post trauma, sintomi nuovi improvvisi e severi, deficit neurologici significativi) o a completamento dell’analisi manuale! Per approfondire https://www.clinicadelmalditesta.it/prima-visita/.

I dolori e le disfunzioni cervicali o mandibolari sono un FATTORE di RISCHIO: favoriscono l’aumento della frequenza, durata, intensità e disabilità globale dei tuoi attacchi, facilitando dunque la cronicizzazione e la resistenza alle cure mediche! Occorre indagare la loro presenza e intervenire il prima possibile.

Ti aspettiamo per ricevere una con valutazione manuale specifica cervicale o mandibolare e scoprire subito quali disturbi sono presenti e come risolverli, manualmente, senza farmaci, subito!

Testo tratto dal portale della CLINICA DEL MAL DI TESTA