Dolore cervicale? 

Se ti svegli al mattino con un po’ di torcicollo, e magari basta un impacco caldo per farlo passare o un po’ di stretching forse non hai bisogno di questo tutorial per il dolore cervicale per sfatarne alcune leggende metropolitane!

È una guida per casi più difficili in cui si ha quel maledetto “crack” del collo, quella orribile sensazione di blocco e dolore allo stesso tempo che si dipana verso la schiena e spesso anche verso la testa.

Il dolore al collo, visto il tipo di vita sedentaria e spesso “statica” che facciamo è una condizione che prima o poi affligge tutti noi. Se hai davvero un dolore al collo così intenso da non permetterti neanche di muoverti allora potrebbe essere un problema di cervicale.

Che sia la prima volta, la quinta o la decima che ti si verifica un “crack” del genere è  il caso andare anzitutto da uno specialista della colonna vertebrale e iniziare a pensare a qualche terapia da fare, oltre a cambiare alcune abitudini e lo stile di vita.

Molti che soffrono di dolore cervicale immaginano, sognano quasi, di poter sfilare via la colonna vertebrale e cambiarla con una nuova che non dia tutti quei problemi e dolori. Perché la cervicale è davvero una patologia molto debilitante ed estremamente fastidiosa.

La prima cosa da fare è di informarsi e capire perché l’educazione, e di conseguenza la riduzione della paura che il dolore provoca, possono di per sé essere già un buon trattamento per la cervicale.

 

Alcune le leggende sul dolore cervicale!

Chi non ha mai sofferto di dolore cronico al collo non ha idea di quanto tale condizione sia debilitante, non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico.

A ciò va aggiunto che il dolore cervicale ha un costo economico non indifferente a livello personale e sociale perché provoca frequenti assenze dal lavoro.

Un recente studio svedese mostra come, probabilmente, diminuisca anche l’aspettativa di vita delle persone. Se le cause siano dovute all’abuso di medicinali, stress o altri fattori è ancora da chiarire.

A parte casi limiti il problema del dolore cervicale è molto sentito perché danneggia e peggiora fortemente la qualità della vita di chi ne soffre, soprattutto se cronico. Eppure a riguardo c’è molta disinformazione sia da parte dei medici che dei malati.

Possiamo dire che a “leggende metropolitane” rivaleggia senza dubbio con la classica lombalgia cronica!

  • Leggenda n.1: il dolore cervicale è causato da una cattiva postura.
  • Leggenda n.2: il dolore al collo è collegato direttamente da una curvatura anomala della colonna vertebrale.

 

Esistono a riguardo di queste condizioni centinaia, se non migliaia , di possibili ipotesi eppure ormai la ricerca ha dimostrato scientificamente che sia la leggenda 1 che 2 risultano false o, nei casi più estremi, tali condizioni non sono un fattore importante del dolore cervicale.

Ad esempio esistono molte teorie sui problemi causati dal “guardare” troppo lo schermo di uno smartphone quando, invece,  è dimostrato che non c’è alcuna correlazione tra le due cose.

Eppure tutte queste nuove informazioni non sono così conosciute creando, di conseguenza, una insensata corsa a terapie manuali spesso tanto inutili quanto costose.

I miti del dolore al collo sono testardi come il dolore al collo stesso. Di certo tra dieci anni ci saranno ancora molti professionisti focalizzati sulla postura!

Questo semplice tutorial serve per far capire al meglio alcune incomprensioni riguardo al dolore cervicale come ad esempio:

  • Miti sulla sublussazione.
  • Miti sullo sforzo muscolare.
  • Miti sugli spasmi muscolari.
  • Miti sull’artrite e sull’ernia del disco.

 

Il primo passo per guarire è capire, informarsi e conoscere anche i reali meccanismi che sono la causa di una condizione fastidiosa e a volte davvero debilitante.

 

La verità sul dolore a collo

Purtroppo in pochi conoscono davvero le meccaniche del dolore cervicale e soprattutto le sue cause e possibili cure.

In generale possiamo dire, senza voler offendere nessuno, che i medici di base non siano le persone più competenti a riguardo. Non per vere e proprie mancanze ma perché si tratta di una patologia specifica e davvero complessa.

La cosa grave, a dire la verità, è che spesso anche alcuni specialisti come fisioterapisti oppure fisiatri o osteopati hanno lacune profonde causate da una conoscenza obsoleta della materia, loro stessi si rifanno alle leggende metropolitane.

Da qui non si deve esagerare e correre da qualche santone ne tantomeno da professionisti alternativi con la certezza di vedere la propria condizione risolta nell’arco di poche sedute: il dolore al collo è davvero un grande mistero scientifico che va trattato con pazienza e molta cautela.

Se hai subito un trauma al collo, come una ferita o più comunemente un colpo di frusta, è normale che tu abbia avuto un dolore cervicale per un po’ di tempo. Se però persiste e non è ancora guarito potresti avere un problema cervicale che non deve cronicizzarsi.

Collo incriccato o dolore al collo?

Le statistiche mostrano che un collo “incriccato” e il dolore cervicale sono divisi equamente 50 e 50 nella popolazione, sia a livello leggero che molto forte. In tali studi si mostra quanto siano drammatiche le statistiche a riguardo e i mostruosi costi economici che la comunità è costretta a sostenere, spesso per pratiche che risultano inutili.

Un collo incriccato detto in inglese “crick”, è un termine non medico che indica appunto un sottotipo di dolore al collo. Sembra una sorta di “guasto meccanico” alla zona, un blocco che non ti permette di muoverti.

Molte persone insistono sul fatto che il problema non è esattamente doloroso, ma comunque estremamente sgradevole, una sensazione irritante, scomoda, bloccata più simile a un “prurito” o forse un “prurito profondo” di un vero dolore.

Spesso questi “crick” sono sottovalutati per lunghi periodi sia dal paziente che dall’eventuale terapeuta quando invece andrebbero indagati per comprenderne le origini. Ci sono casi in cui le persone affette da questi fastidi, oltre a quelli fisici, soffrivano molto anche dal punto di vista emotivo e psicologico.

Molti terapeuti iniziano a rendersi conto di quanto i crick siano dannosi e fastidiosi, tanto che si crede che, dal punto di vista mentale, siano quasi più stressanti di un dolore cronico “puro” portando lo stress e l’ansia a livelli altissimi.

Anche qui c’è da fare attenzione a non comparare il dolore cronico ai “crick”, si tratta chiaramente di condizioni simili ma profondamente diverse e anche la stessa comprensione e accettazione del fastidio provocato al pazienta è un elemento necessario per la cura.

Dolore cronico e questi “crick” cervicali sono sfumati, spesso si sovrappongono senza riuscire a spiegare l’uno o individuare l’altro in modo netto e preciso. Spesso i crick di oggi saranno il dolore di domani.

Se si soffre di dolore al collo si pensa che spesso sia causato da una qualche forma di radicolopatia (dolore alla radice nervosa) dove in realtà, in moltissimi casi, esso più che una causa è un sintomo che scompare una volta che vengono affrontati altri e reali problemi alla cervicale.

 

Qual è il peggior scenario possibile in caso di dolore cervicale?

Senza creare drammi o facili allarmismi il caso peggiore di un dolore cervicale, in rari casi, può davvero durare a vita con una intensità variabile (da moderato a grave).

Una condizione definita grave potrebbe risultare immune a qualsiasi terapia, sia farmacologica che manuale a volte senza neanche riuscire ad avere una diagnosi chiara e certa.

I cosiddetti “crick” possono avere una durata variabile (minuti, ore, settimane o anche per sempre). Il paziente va informato e rassicurato che, nella stragrande maggioranza dei casi, dura non più di un paio di settimane.

In caso dovesse perdurare oltre questo tempo limite è opportuna una ricerca delle cause che lo hanno scatenato.

  • Leggenda n.3: il dolore al collo è un problema temporaneo.

In realtà capita spesso che contratturine o fastidi si evolvano e siano causate da qualcosa che ancora non è emerso portando il dolore ad aumentare fino a cronicizzarsi. Non servono allarmismi ma neanche eccessive rassicurazioni o banalizzazioni

Infatti il dolore cervicale, per quanto sia fastidioso, è meno debilitante di quello alla schiena e di conseguenza viene preso meno sul serio. In realtà è una condizione, di media, più duratura della lombalgia (nota per la sua cronicità).

Una ricerca canadese su 1000 pazienti mostra che solo la metà si è ripresa rapidamente e del tutto da un problema al collo e ben il 35% dei casi ha mostrato dolore persistente. La maggior parte delle persone non ne sperimenta la completa risoluzione dei sintomi e della disabilità ad essa associata.

 

Esistono casi di cervicale incriccata di media intensità che sono durati alcuni anni per poi guarire, altri gravi che invece si sono protratti per tutta la vita del paziente (per fortuna ha avuto sollievo grazie a terapie valide per contrastare il dolore). Per fortuna la maggior parte dei casi ha una sua risoluzione di breve durata.

 

Il dolore al collo è solo la punta dell’iceberg della “sensibilizzazione”

La sensibilizzazione è una condizione in cui il sistema nervoso inizia a reagire eccessivamente a determinati stimoli (es. dolore): un sistema d’allarme che si innesca con una facilità eccessiva anche quando non ce n’è alcun bisogno.

In linea di principio, come regola generale, più a lungo dura qualsiasi tipo di dolore, più è probabile che la sensibilizzazione diventi un fattore e persino che prenda il sopravvento e diventi il problema principale.

Detto in modo ancora più diretto: basta un minimo stimolo per causare un dolore forte. Infatti la sensibilizzazione può davvero peggiorare una condizione di dolore cronico.

Il paradosso è che il dolore può anche aumentare proprio a causa della sensibilizzazione che ne amplifica lentamente gli effetti, quello al collo, alla schiena o anche addominale possono essere la punta del’iceberg della sensibilizzazione.

L’unica fortuna è che la maggior parte dei problemi cervicali tende ad andare via o è possibile trattarlo con le giuste terapie.

Ma quindi ci si potrebbe domandare se la sensibilizzazione è la causa del dolore al collo, ad esempio, o il contrario.

In realtà è possibile che si verifichi un problema cervicale proprio perché il soggetto è già “sensibilizzato”, ma in generale viene considerata una condizione rara. Infatti la maggior parte di coloro che sono “sensibilizzati” possono ritrovare nel loro recente passato piccoli sintomi iniziali che magari sono stati trascurati.

Probabilmente la maggior parte del dolore cronico viene aumentato dalla sensibilizzazione e alla fine molti casi risultano cronici non perché ci sia ancora qualcosa di sbagliato nei tessuti del collo, ma semplicemente perché il cervello ha istituito una sorta di divieto permanente al movimento completo del collo (e il dolore è il modo principale in cui il cervello lo fa).

Questo è il motivo per cui ogni paziente con dolore cronico deve conoscere la sensibilizzazione.

Colpisce più gli uomini o le donne?

Secondo recenti studi le donne soffrono maggiormente di problemi legati al collo. In generale si è valutato che abbiano il 60% in più di possibilità di sviluppare dolore e il 20% di probabilità in più rispetto agli uomini che sia cronico.

Va ugualmente sottolineato che proprio le donne sono affette da tassi di dolore cronico per altre condizioni, come ad esempio la fibromialgia che sembri implicare un elevato tasso di sensibilizzazione.

La fibromialgia ha la sua genesi, nella maggior parte dei casi, proprio con il dolore a:

  • Collo.
  • Spalle.
  • Schiena.
  • Parte bassa della schiena.
  • Addome

Con il passare del tempo questi fastidi si estendono e si palesano anche gli altri disturbi di questa malattia.

E se fosse qualcosa di grave?

È raro, anche se possibile, che il dolore al collo sia il sintomo di qualcosa di grave come ad esempio:

  • Cancro.
  • Infezione.
  • Malattia autoimmune.
  • Lesione al midollo spinale.
  • Qualche tipo di problema strutturale.

La maggior parte dei casi sono semplici “crick” e infatti quelle sopraelencate sono condizioni che causano una serie ben chiara di sintomi specifici, oltre al dolore al collo. Vengono definite bandiere rosse (Red Flag).

Si dovrebbe iniziare un’indagine medica, in linea di principio, quando sono presenti le seguenti condizioni:

  • Il fastidio dura da almeno 6 settimane.
  • Tende a un peggioramento o, nel caso migliore, rimane costante.
  • C’è una terza bandiera rossa (le andremo a vedere a breve).

Di seguito una lista di alcune specifiche Red Flag la cui presenza deve mettere in allerta e spingere a una più attenta analisi per capire se si tratta di un semplice dolore al collo o di qualcosa di grave.

Bandiere Rosse:

  • Si ha una sensazione di leggero picchiettio doloroso alla schiena.
  • Si perde peso senza modificare la propria dieta.
  • Febbre e/o brividi.
  • Mal di testa accompagnato o meno dall’incapacità di piegarla in avanti (viene definita rigidità nucale).
  • Un mal di testa improvviso e molto forte detto a “rombo di tuono” per la sua violenza.
  • Vertigini improvvise.
  • Nausea e vomito.
  • Fattori di rischio possono essere l’abuso di droghe, alcol e steroidi.
  • Altri segnali che potrebbero indicare che il dolore al collo sia dovuto a malattie autoimmuni sono l’ereditarietà familiare, rigidità mattutina, aumento dei sintomi oltre i 40 anni, eruzioni cutanee, occhi irritati, digestione difficile o dolore ad altre articolazioni.

Da questa lista, non esaustiva, si comprende quante siano le variabili e soprattutto i possibili sintomi di una complicanza grave al collo. Per tale ragione una autodiagnosi (come sempre) è assolutamente sconsigliata perché potrebbe portare a facili allarmismi, stress e ansia che potrebbero peggiorare lo stato di salute generale.

Conclusioni della guida per il dolore cervicale

La scienza negli ultimi anni ha fatto dei passi in avanti per quanto riguarda la natura del dolore e del dolore al collo. Eppure esistono ancora un gran numero di “misteri” e controversie a riguardo vista la sua complessità.

A dimostrazione un famoso articolo sulla rivista scientifica Pain Physician dichiara apertamente che:

si sa molto poco sulle cause del dolore al collo

e che, sempre secondo gli studiosi, essere certi di un’unica specifica causa sia un errore perché si tratta sempre di una sommatoria di fattori che scatenano il problema.

  • Leggenda n.4: il dolore al collo è dovuto sempre a un problema meccanico (es. una dislocazione di una vertebra).

Tale leggenda metropolitana spinge quasi sempre le persone, e gli specialisti, a volgere la maggior parte dell’attenzione sulla possibile presenza di traumi, sublussazioni o simili.

È possibile che sia presente un qualche problema alle articolazioni del collo, ma si tratta di una eccessiva semplificazione fuorviante e che sposta il focus da quelle che potrebbero essere, invece, le vere cause.

GIONATA PROSPERI, FT, SPT, SM.

  • Esperto In Terapia Manuale nelle cefalee, emicrania
  • Fisioterapista dei disturbi dell’articolazione Temporo – Mandibolare
  • Fisioterapista dei Disturbi Vestibolari
  • C.E.O. del Centro della Colonna vertebrale di Massa
  • Fisioterapia ecoguidata