CENNI DI ANATOMIA DEL GINOCCHIO
L’anatomia del ginocchio è formata da:
- Femore – è l’osso della gamba, situato nella coscia, che costituisce anche parte dell’anca e del ginocchio. È l’osso più lungo e voluminoso del corpo.
- Tibia – è un osso voluminoso posto nella parte inferiore della gamba.
- Perone – è un osso lungo e sottile della gamba, situato parallelamente e lateralmente alla tibia, con cui si articola alle estremità superiore e inferiore.
- Rotula o patella – è situata nella parte anteriore dell’articolazione del ginocchio, davanti al femore e alla tibia. Quando il ginocchio si muove, la rotula scivola all’interno di una scanalatura.
Le ossa sono connesse alle altre ossa dai legamenti. Ci sono quattro legamenti principali nel tuo ginocchio: legamento collaterale mediale, legamento collaterale laterale,il legamento crociato anteriore e posteriore. I legamenti agiscono come delle corde resistenti per mantenere unite insieme le ossa e per rendere il tuo ginocchio stabile.
COS’È L’ARTROSI AL GINOCCHIO
Per osteoartrosi (OA) s’intende un gruppo eterogeneo di condizioni che porta a segni e sintomi articolari che sono associati a degenerazione della cartilagine, oltre a modifiche dell’osso subcondrale e del margine articolare. Infatti circa il 90% di persone con OA sintomatica e radiografica avanzata, hanno una lesione meniscale.
L’incidenza standardizzata per età e sesso di OA della mano è di 100/100.000 per anno, OA dell’anca è di 88/100.000 per anno e OA del ginocchio è di 240/100.000 per anno.
CAUSE DELL’ARTROSI AL GINOCCHIO
È stata superata la teoria per cui solamente l’usura portasse artrosi, ma quest’ultima è un processo dinamico, metabolicamente attivo, scatenato da differenti insulti, con processi infiammatori recidivanti (sinoviti).
Esistono diversi tipi di cause:
- fattori meccanici: traumi, interventi chirurgici, fratture del plafond tibiale, instabilità meccanica di caviglia e la cartilagine matura ha minori capacità di adattamento e subire alterazioni biomeccaniche;
- fattori sistemici e congeniti: fattori genetici non sono ancora chiari; obesità correla con OA di anca, ginocchio e mano; associazione tra OA e patologie sistemiche: insulino-resistenza, diabete di tipo II e patologie cardio-vascolari.
I principali fattori di rischio sono:
− Lesioni articolari al ginocchio che aumentano il rischio di 4 volte;
− Presenza di varismo o valgismo di ginocchio che aumenta il rischio sul lato maggiormente
sottoposto al carico;
− Oltre 1 cm di eterometria determina rischio doppio di sviluppare OA alla gamba più corta;
− Accovacciarsi e inginocchiarsi;
− Lesione meniscale isolata o lesione del LCA è associata a un incremento di 10 volte di
sviluppo di OA in soggetti sani della stessa età;
− Deficit di forza del quadricipite può aumentare il rischio di OA al ginocchio.
Nonostante una forte associazione con questi fattori, molti soggetti con alterazioni biomeccaniche non svilupperanno artrosi, questo dipende dalla suscettibilità del soggetto:
- Sesso Femminile
- età
- fattori genetici ma non determinanti;
- Obesità aumenta il rischio di OA, più di 3 volte, ne accelera la progressione non solo per il carico ma per le adipochine infiammatorie
CLASSIFICAZIONE
La diagnosi di osteoartrosi (OA) è generalmente basata sulla combinazione di caratteristiche cliniche e, dove necessario, di una conferma radiografica (riferita ad una OA sintomatica) che porta alla compilazione della “Kellegren-Lawrence grading scale”, la quale suddivide in 4 stadi la progressione dell’artrosi.
Però nella pratica clinica l’esame radiografico non è sensibile nell’identificazione delle alterazioni artrosiche strutturali indipendentemente dal dolore. Inoltre la RM permette di identificare segni artrosici degenerativi precoci rispetto all’RX: il 90% dei soggetti con età > 50 aa, pur avendo una Kellgren-Lawrence al grado 0, mostra nel 74% dei casi la presenza di osteofiti. La diagnosi solo radiografica evidenzia un 50% di pazienti asintomatici e senza disabilità. Quindi la rilevanza clinica delle alterazioni radiografiche non è chiara, può essere utile nell’identificare popolazioni a rischio.
Si può parlare quindi di:
− artrosi radiografica: dove si ha una prevalenza correlata all’età osservabile tramite RX o RMN. Molte volte osservata negli esami strumentali in quadri asintomatici, non determina sempre dolore o disabilità.
− artrosi clinicamente rilevante: associata a dolore e disabilità, può essere molto invalidante, limita la qualità della vita e in fase avanzata la sintomatologia è presente a riposo e notturna.
DIFFERENZA TRA ARTROSI E ARTRITE
L’artrite si manifesta con l’infiammazione articolare caratterizzata da gonfiore, tumefazione, arrossamento, rigidità, aumento della temperatura nell’area colpita e dolori che comportano anche la perdita della capacità motoria delle articolazioni interessate. Le forme più severe possono deformare le articolazioni, compromettendo la capacità di svolgere anche i più semplici compiti quotidiani. Possono esserne colpite persone di ogni età e con il passare degli anni l’infiammazione tende a peggiorare se non riconosciuta e curata adeguatamente. Esistono diversi tipi di artrite, tra cui l’artrite reumatoide (anche nella forma giovanile), la gotta, e l’artrite nell’ambito di malattie del connettivo quali il lupus eritematoso sistemico.
L‘artrosi, a differenza dell’artrite, non è una malattia infiammatoria, ma una forma degenerativa cronica. Colpisce soprattutto le persone più avanti con gli anni perché è connessa all’usura delle articolazioni.
LA DIAGNOSI E I SINTOMI DELL’ARTROSI AL GINOCCHIO
I criteri diagnostici per osteoartrosi di ginocchio sono dolore al ginocchio e almeno 3 su 6 delle seguenti
− Età > 50 anni;
− Rigidità mattutina;
− Crepitii al movimento;
− Dolenzia alla palpazione ossea;
− Allargamento osseo;
− Assenza di calore alla palpazione.
TRATTAMENTO DELL’ARTROSI AL GINOCCHIO
L’esercizio, l’educazione del paziente e la perdita di peso rappresentano il trattamento di prima scelta raccomandato nelle linee guida per il trattamento dell’artrosi. Tuttavia, se l’educazione del paziente e l’esercizio terapeutico non riuscissero a migliorare il dolore e la funzione di questa articolazione, il fisioterapista piò offrire trattamenti supplementari come la terapia manuale.
La Terapia Manuale (manipolazioni, mobilizzazioni, tecniche sui tessuti molli e sui trigger points) riduce il dolore e aumenta il ROM (range di mobilità articolare) solo nel breve termine ed è consigliata in artrosi da lieve a moderata con ROM ridotto e presenza di dolore. L’esercizio terapeutico è il trattamento non chirurgico più importante nella gestione dell’artrosi del ginocchio. Sulla base delle evidenze attuali in letteratura, l’esercizio combinato con altri trattamenti di tipo conservativo è efficace e può posticipare l’intervento chirurgico per un gran numero di pazienti con artrosi. Tuttavia, se un paziente alla fine decide di richiedere una sostituzione totale del ginocchio, il solo aver partecipato a un precedente programma di esercizi comporterà un recupero postoperatorio più rapido.