La terapia manuale per il mal di schiena  è un insieme di movimenti passivi e qualificati, applicati da medici e in modo particolare fisioterapisti, in cui si agisce direttamente su:

  • muscoli,
  • tendini,
  • articolazioni,
  • fasce

Si rivolgono a una serie di differenti strutture anatomiche con l’intento di generare cambiamenti positivi in alcuni aspetti dell’esperienza del dolore nel paziente.

La terapia manuale serve anche per aiutare il paziente a gestire in modo migliore il dolore muscolo-scheletrico attraverso l’influenza su fattori:

  1. biomeccanici,
  2. neurofisiologici,
  3. psicologici

 

Da qui i comprende come l’approccio sanitario debba evolversi e non essere più standardizzato ma muoversi verso una tendenza che porti alla personalizzazione delle terapie, permettendo anche a chi soffre di comprendere al meglio i meccanismi che generano il dolore stesso.

 Dove nasce la terapia manuale

Le terapie che approcciano i vari problemi fisici attraverso la manipolazione del corpo umano sono vecchie di secoli, a volte anche millenni, e sono praticate da sempre in tutte le zone del Mondo andando a convergere verso una scienza comune.

La Terapia Manuale è quindi una disciplina antica che si è sviluppata parallelamente in molte culture. Le tecniche muscolari sono state rappresentate dagli antichi egizi nei loro pittogrammi.

Nei documenti più vecchi della medicina tradizionale cinese o anche in testi sanscriti provenienti dall’India si trovano tecniche di manipolazione muscolare.

I primi testi di Ippocrate (padre della medicina) descrivono l’uso di tecniche articolari e muscolari. Da tutte queste culture, nate nei secoli in aree differenti del globo, si sono sviluppate infine delle vere e proprie scuole di pensiero che hanno portato alla nascita di nuove discipline:

  • Osteopatia.
  • Fisioterapia
  • chiropratica
  • Terapia del massaggio.

 

Si tratta di tecniche che vanno a “lavorare” sul tessuto articolare, quello muscolare e connettivo, nonché neurovascolare.

Effetti della terapia manuale

La terapia manuale si svolge attraverso una serie di movimenti specifici che portano alcuni cambiamenti strutturali all’interno dei tessuti specifici. Comporta anche cambiamenti nella neurofisiologia del paziente e di conseguenza:

  • Riduzione dei marcatori infiammatori.
  • Diminuzione del dolore.
  • Modifica delle aree corticali coinvolte.
  • Eccitazione del sistema nervoso simpatico.

 

Questi sono alcuni dei più probabili benefici che il paziente potrebbe ottenere in risposta a una buona terapia manuale. A incidere notevolmente sono anche altri fattori di carattere psicologico, su tutti le aspettative, il contesto in cui viene svolto l’intervento e il rapporto di fiducia tra terapeuta e paziente.

Abbiamo visto in un precedente articolo, come l’aspettativa del paziente è un fattore ancora più importante riguardante proprio il grado ed il tipo di mobilizzazione.

Paura o altri fattori psicologici di tipo negativo (fino anche catastrofici), portano spesso a una notevole diminuzione dei potenziali benefici della manipolazione stessa.

Leggi l’articolo: Mal di schiena: quando preoccuparsi?

Leggi l’articolo: ernia del disco, capirle per non allarmarsi

Dati i molteplici fattori che concorrono a una buona Terapia Manuale sono necessari ulteriori studi e sperimentazioni per capire i reali cambiamenti neurofisiologici. Come lo stesso “dosaggio” della terapia manuale che a oggi è ancora sconosciuto e si basa sull’esperienza dei professionisti.

In più, proprio a sottolineare l’importanza di terapie personalizzate vanno prese in considerazione anche le caratteristiche genetiche di ogni singolo paziente.

Cos’è davvero la Terapia Manuale?

La terapia manuale viene descritta, in modo particolare dai terapisti, in funzione del tipo di tessuto che viene “preso di mira” e quindi manipolato.

Si tratta quindi di lavorare sul muscolo, sul tessuto connettivo o focalizzarsi invece sul sistema neurovascolare. Di rado la terapia è indirizzata a solo uno dei tre ma si tende a lavorare in sinergia per ottenere i migliori benefici.

Le tecniche principalmente diffuse sono:

  • La manipolazione fasciale, o tecnica mio-fasciale.
  • La mobilizzazione articolare.
  • la manipolazione.
  • Il massaggio connettivale.
  • La massoterapia.

Ma ciò che veramente aiuta il paziente è l’utilizzo sistemico delle varie tecniche che spesso si sovrappongono, ad esempio chiropratici, fisioterapisti e osteopati forniscono tutti terapie mirate a ciascuna di queste aree.

Le principali discussioni sulla terapia manuale si focalizzano, quasi banalmente, proprio sulla parte prettamente “manuale”, ossia sulle tecniche messe in atto dal professionista che hanno lo scopo di apportare cambiamenti benefici in alcune zone del paziente.

Come ad esempio le classiche scrocchiate manipolative del chiropratico che da una parte spaventano ma procurano istantaneamente un benefico sollievo.

 

La TERAPIA MANUALE per il mal di schiena: é tutta qui o c’è altro?

La Terapia Manuale non è solo “manipolazione”, quest’ottica miope porta troppo di frequente i pazienti anche ad adagiarsi senza diventare parte attiva della loro terapia.

Nella Terapia Manuale c’è anche una filosofia più ampia di cura del paziente che non lo vede solo come un ammasso di ossa e muscoli, ma un sistema più complesso in cui anche gli aspetti emotivi e psicologici contano profondamente.

È una terapia che implica di certo una parte “manipolativa” delle strutture ma anche:

  • Un processo diagnostico ad hoc.
  • L’interazione sana e chiara tra paziente e terapista.
  • La rieducazione al movimento.
  • Consigli e fattori cognitivo-comportamentali.
  • Stile di vita.
  • Parte attiva del paziente nella stessa terapia.

 

Sono tutti fattori che influenzano moltissimo il miglioramento clinico del paziente con dolori di tipo muscolo-scheletrico (es: con lombalgia cronica).

 

Il dolore e la sua percezione soggettiva

Capita che gli stessi medici e terapisti mettano in dubbio il dolore percepito dai loro pazienti, come se si trattasse di qualcosa di oggettivo.

L’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore definisce il dolore come:

 

“… un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole che è associata al danno tissutale reale o potenziale o descritto in tali termini

E ancora:

Il dolore è sempre soggettivo, ogni individuo impara l’applicazione della parola attraverso esperienze correlate al pregiudizio nella vita

 

Da tali parole si evince come il dolore non sia mai qualcosa di standardizzato e che la percezione del dolore del paziente non vada sottovalutata né messa in discussione. Esso è un’esperienza individuale su cui incidono molteplici elementi come l’abitudine, lo stress e il vissuto di chi lo prova.

 

Negli ultimi 20 anni sono stati fatti moltissimi studi per capire come funziona il meccanismo del dolore. L’assunto del “no brain no pain (niente cervello niente dolore), metteva in risalto come il dolore fosse una condizione esistente nella mente.

Invece tale paradigma è stato modificato di recente in “no brain, no pain experience che mette in evidenza come il cervello faccia “sentire” il dolore ma che la sua presenza, anche senza tale percezione, è reale!

 

Il dolore e la Terapia Manuale 

Esistono innumerevoli casi che dimostrano l’efficacia della Terapia Manuale su una grande varietà di casi di condizioni muscolo-scheletriche e sul dolore.

È una terapia non invasiva, se fatta da personale esperto, economicamente più vantaggiosa rispetto agli interventi usati più di frequente ed è di rado associata a gravi complicanze essendo simile, come profilo di rischio, a un esercizio fisico.

Sono stati condotti più studi su disturbi muscolo scheletrici:

  • Lombalgia cronica.
  • Dolore alla spalla.
  • Dolore Cervicale.

Hanno dimostrato come la terapia abbia dato, come esito primario, una diminuzione del dolore sia a riposo che in movimento.

Pertanto è chiaro che la Terapia Manuale produca notevoli benefici e soprattutto porti a una riduzione dell’intensità e della durata del dolore.

Le ragioni e i meccanismi alla base di risultati clinici associati alla Terapia Manuale non sono tutt’ora ben chiari e definiti. Scoprirli permetterebbe sia di individuare i pazienti che ne beneficerebbero e anche quelli che dovrebbero riceverla.

I meccanismi che rendono una Terapia Manuale efficace sono probabilmente una combinazione di effetti biomeccanici e neurofisiologici attraverso uno stimolo meccanico dovuto alla stessa manipolazione a sistema con il contesto e il modo con cui viene fornito il trattamento.

Semplificando potremmo dire che i parametri che incidono sulla validità di un trattamento manuale sono molteplici e in modo particolare:

  • Il soggetto che lo riceve e il suo atteggiamento, umore e aspettative di guarigione.
  • La qualità dello stesso trattamento, ecco perché è sempre opportuno rivolgersi a professionisti qualificati.
  • L’ambiente e il contesto.

Da questi elementi si comprende quanto sia fondamentale studiare e approfondire attraverso ulteriori esami e test clinici.

Il futuro della Terapia Manuale per il mal di schiena

È ormai certo che la Terapia Manuale sia un efficace trattamento che contribuisce al recupero delle capacità funzionali, ma che dovrebbe essere incluso in un approccio multimodale mirato al recupero funzionale del paziente.

Le prove attuali mostrano come un mix sinergico tra:

  • esercizio fisico,
  • istruzione del paziente e
  • terapia manuale,

diano i migliori risultati.

Esso dovrebbe includere anche aspetti psicologici e psicosociali per una più attenta presa di coscienza e valutazione dell’esperienza del dolore che, come detto, è differente per ognuno di noi.

LOMBALGIA? NON E’ SEMPRE QUESTIONE DI SCHIENA

Mentre continuiamo a studiare il dolore, e la sua gestione attraverso la terapia manuale, diventa più evidente che ci troviamo di fronte a un mosaico molto complesso influenzato da altri fattori genetici legati alla plasticità neurale periferica e centrale.

Proseguendo nelle indagini e negli studi continuiamo a scoprire biomarcatori che sono alla basse della complessa patofisiologia del dolore e dalla transizione da dolore acuto a quello cronico.

Ormai è palese che l’assistenza sanitaria si debba spostare verso trattamenti personalizzati basati su meccanismi “differenti” per ognuno (questo sta lentamente accadendo). Ciò che diverrà sempre più necessario è la comprensione del modo con cui la terapia manuale influenzi tali meccanismi.

La terapia manuale per il mal di schiena, anche se non se ne conosco appieno i meccanismi, è una delle migliori terapie che abbiamo a disposizione per alleviare (in alcuni casi curare), il mal di schiena e i suoi sintomi.

Se ovviamente si ha la lungimiranza di non applicarla in modo standardizzato ma valutando nel complesso i bisogni psicologici, emotivi e le aspettative del paziente.

GIONATA PROSPERI, FT, SPT, SM.

  • Esperto In Terapia Manuale nelle cefalee, emicrania
  • Fisioterapista dei disturbi dell’articolazione Temporo – Mandibolare
  • Fisioterapista dei Disturbi Vestibolari
  • C.E.O. del Centro della Colonna vertebrale di Massa
  • Fisioterapia ecoguidata