RACCOMANDAZIONI NELLA DIAGNOSI, RIABILITAZIONE E PREVENZIONE INFORTUNI

Le lesioni da stiramento degli hamstring rappresentano una buona percentuale di infortuni di natura muscolo scheletrica, insorti durante quelle attività dove è alta la richiesta di corsa ad alta velocità (sprint).

L’insorgenza si manifesta soprattutto durante la fase terminale della corsa, quando la gamba si prepara al contatto con il suolo, fase in cui gli hamstring sono attivi ed allungati (contrazione eccentrica).

Il quadro clinico è caratterizzato da dolore nella parte posteriore della coscia, spesso accompagnato da un rumore sonoro, suggerendo il coinvolgimento della parte prossimale del tendine.

Durante la corsa ad alta velocità la maggiore forza è sostenuta dal bicipite femorale, il quale è maggiormente coinvolto rispetto agli altri due hamstring (semitendinoso e semimembranoso).

Una lesione durante la corsa tipicamente coinvolge l’aponeurosi (sottile fascia fibrosa che ricopre ed avvolge il muscolo e va a continuarsi nel tendine) e le adiacenti fibre muscolari. Spesso questo tipo di lesione richiede dei tempi di recupero più brevi rispetto al coinvolgimento del solo tendine, dovuto probabilmente ad un incremento dei tempi di rimodellamento del tessuto tendineo.

Gli infortuni che si verificano invece durante le attività del calcio possono verificarsi durante movimenti sia rapidi che lenti che coinvolgono simultaneamente una flessione dell’anca ed una estensione del ginocchio.  Simili movimenti, infatti, pongono gli hamstring in una posizione di estremo allungamento, con un interessamento maggiore del semimembranoso.

La preoccupazione maggiore è che un terzo delle lesioni rappresenterà il maggiore rischio di re infortunio durante le prime due settimane al rientro nella competizioni.  Questa alta percentuale di recidiva è indicativo di un inadeguato programma riabilitativo, di un ritorno prematuro alla competizioni o di una combinazioni di entrambi.

Durante il recupero da un infortunio, gli hamstring devono essere riabilitati correttamente, al fine di sopportare un alto carico eccentrico al momento del ritorno alla corsa, e quindi alla competizione.

L’obiettivo principale di un programma di riabilitazione dopo lesione agli hamstring è quello di favorire il ritorno alla competizione ad un livello precedente la lesione, minimizzando il rischio di una recidiva. Il raggiungimento di questo obiettivo richiede di considerare quei deficit specifici della lesione, quali il gonfiore, la debolezza e perdita dell’escursione articolare, ma anche altri fattori di rischio, di natura muscolo scheletrico, che potrebbero essere presenti anche prima dell’infortunio, e quindi contribuenti alla lesione stessa.

Programmi di allenamento focalizzati sugli esercizi di forza eccentrica hanno mostrato di facilitare lo spostamento verso destra del grafico tensione – lunghezza ( vedi foto), ottenendo quindi, tramite allenamento eccentrico, un picco di forza muscolare ad una lunghezza muscolare maggiore, riducendo quindi il rischio di recidiva.

Ciònonostante, una comune critica ai programmi di riabilitazione che enfatizzano l’allenamento sulla forza eccentrica sta nella mancanza di attenzione verso muscoli adiacenti agli hamstring. E’ stato suggerito infatti che un controllo neuromuscolare della regione lombo-pelvica è necessaria per favorire una attività funzionale maggiore degli hamstring durante l’attività sportiva.

 

Sherry e Best hanno dimostrato una significativa riduzione delle recidive quando gli atleti, a seguito di una lesione agli hamstring, venivano trattati attraverso un programma progressivo che comprendeva esercizi di stabilizzazione del tronco (PATS: progressive agility and trunk stabilization) comparata con programmi di training basati solo sulla forza e sull’allungamento degli hamstring (STST: progressive stretching and strengthening program).

Altri tipi di interventi, come mobilizzazioni del nervo, elettroterapia e massaggi possono essere suggeriti nella gestione terapeutica. Tuttavia, c’è una mancanza di evidenza a riguardo, ad eccezione solamente del trattamento neurodinamico (trattamento del nervo).

Di conseguenza, i programmi attuali di riabilitazione dovrebbero includere una combinazione di questi interventi nei confronti di questi fattori modificabili, in particolare l’esercizio eccentrico e la stabilizzazione lombopelvica.