Esercizi in caso di artrosi

Esercizi in caso di artrosi

L’esercizio attivo supervisionato rappresenta la migliore pratica per i pazienti con artrosi di anca e ginocchio

  1. Introduzione

Dolore articolare e disabilità funzionale sono sintomi cardinali dell’osteoartrosi di anca e di ginocchio (OA). Si pensa spesso che questi sintomi siano dovuti a danni strutturali, e che debbano essere “riparati” solo con la chirurgia.

Al contrario, le attuali evidenze dimostrano che l’artrosi, o meglio “osteoartrosi”, è una “condizione dell’intera persona”, in cui diversi fattori biopsicosociali, contestuali e comportamentali giocano un ruolo predominante nella modulazione del dolore e della disabilità.

Questo punto di vista evidenzia il ruolo chiave dei trattamenti attivi e non chirurgici nella gestione dell’artrosi. In molti, ma non in tutti, i sistemi sanitari, l’esercizio terapeutico viene solitamente fornita da fisioterapisti.

  1. La fisioterapia ed artrosi di anca e ginocchio

L’esercizio, l’ educazione del paziente e la perdita di peso rappresentano il trattamento di prima scelta raccomandato nelle linee guida per il trattamento dell’artrosi di anca e di ginocchio. Tuttavia, se l’educazione del paziente e l’esercizio terapeutico non riuscissero a migliorare il dolore e la funzione di queste articolazioni, il fisioterapista piò offrire trattamenti supplementari come la terapia manuale.  

La perdita di peso è raramente gestita dal fisioterapista e di conseguenza non verrà affrontata nel dettaglio in questo articolo. Tuttavia, va notato come anche una modesta perdita di peso del 5% possa comportare un miglioramento significativo della sintomatologia dolorosa.  Di conseguenza, la perdita di peso è una parte importante del piano di trattamento per il sovrappeso e soprattutto per gli obesi pazienti.

  1. Trattamento di prima linea

3.1 L’esercizio terapeutico

L’esercizio terapeutico è il trattamento non chirurgico più importante nella gestione dell’artrosi del ginocchio e dell’anca, non solo per l’effetto positivo sui sintomi articolari, ma anche perché una crescente evidenza scientifica dimostra come l’esercizio e l’attività fisica aiuti a prevenire almeno 35 condizioni croniche e migliorare i sintomi in altrettanti 26.

Fino a due pazienti su tre con artrosi a livello del ginocchio e dell’anca hanno una o più comorbidità, tra cui ipertensione, diabete di tipo 2 e depressione.  L’esercizio fisico per questi pazienti è cruciale per mantenere una buona salute generale.  

Negli ultimi 25 anni, sono stati segnalati più di 54 studi randomizzati controllati che valutano l’effetto dell’esercizio terapeutico nei pazienti con OA del ginocchio e più di 12 studi che valutano l’effetto dell’esercizio nei pazienti con OA dell’anca.

La conclusione è indiscutibile: il dolore e la funzione fisica sono migliorati in modo significativo a seguito di un programma di esercizi supervisionati in pazienti con osteoartrosi di anca e ginocchio.

Sulla base delle prove esistenti, l’esercizio terapeutico sembra produrre un maggior beneficio sia sul dolore che sulla funzione nei pazienti con artrosi di ginocchio rispetto ai pazienti con artrosi d’anca. Sebbene l’effetto del trattamento sia leggermente inferiore, l’esercizio svolto in acqua può rappresentare una valida alternativa, soprattutto se  il paziente non è in grado di eseguire gli esercizi a terra, a causa, ad esempio, di sintomi intollerabili dovuti al carico dell’articolazione e / o di grave obesità.

 

3.2 L’esercizio fisico: un vero antidolorifico nel paziente con artrosi, indipendentemente dalla gravità radiografica.

Gli effetti dell’esercizio terapeutico e della terapia fisica in generale non sono associati alla gravità radiografica dell’OA del ginocchio o al grado di dolore che i pazienti hanno sperimentato prima del trattamento.

La diagnosi moderna di osteoartrosi si basa su reperti clinici senza necessariamente includere prove radiografiche, e i reperti radiografici generalmente non modificano la gestione clinica iniziale del paziente.

Nei pazienti con artrosi di ginocchio o di anca da moderata a grave in attesa di sostituzione totale dell’articolazione (intervento di protesi), il 95% delle sessioni di esercizi sotto carico di un’ora due volte a settimana sono state eseguite con un  dolore niente più che accettabile.

Pertanto, il fisioterapista svolge un ruolo importante nello spiegare al paziente che la gravità dell’OA non ha alcun impatto clinico sul potenziale effetto che lui o lei può aspettarsi dal programma di esercizi.

I pazienti che si lamentano di un dolore intenso che impedisce loro di partecipare a un programma di esercizi possono beneficiare di farmaci analgesici, previa consultazione con il proprio medico di base. Una volta che i sintomi del paziente diminuiscono a seguito di un programma di esercizi, il paziente può interrompere o ridurre l’assunzione di analgesici farmacologici.

Nei pazienti con artrosi di ginocchio e di anca che iniziano ad allenarsi due volte alla settimana, le riacutizzazioni del dolore diminuiscono con il numero di sessioni di esercizio e scompaiono per la maggior parte dei pazienti dopo circa 5-6 settimane.

 

3.3 La supervisione e la dose sono importanti per aumentare gli effetti clinici dell’esercizio terapeutico.  

L’esercizio terapeutico supervisionato potrebbe aumentare ulteriormente gli effetti del trattamento, poiché un numero crescente di studi ha dimostrato che gli effetti di un programma di esercizi  possono variare notevolmente in base alle caratteristiche del singolo paziente.

La supervisione e la dose sono elementi essenziali e possono avere un grande impatto sull’effetto dell’esercizio terapeutico.

Un elemento a volte dimenticato è la necessità di progredire nel programma di esercizi. Quando i pazienti rispondono all’esercizio e migliorano la forza e la funzione muscolare, gli esercizi dovrebbero essere resi più difficili per garantire ulteriori guadagni nella funzione muscolare.

Questo è uno dei motivi per cui è necessaria la supervisione, poiché gli aggiustamenti individuali massimizzeranno i benefici del programma. Un altro tassello fondamentale è istruire e rassicurare il paziente se si verificano riacutizzazione del dolore. Il dolore durante l’esercizio e le riacutizzazioni del dolore indotte dall’esercizio fisico sono comuni, specialmente nella fase iniziale di un programma, tuttavia, un piano di esercizio personalizzato e progressivo è essenziale per massimizzare i risultati.

gli esercizi dovrebbero essere resi più difficili per garantire ulteriori guadagni nella funzione muscolare.

Inoltre, è importante considerare le preferenze del paziente per garantire la motivazione e l’aderenza a lungo termine.

Non è ancora possibile presentare raccomandazioni specifiche sulla dose di esercizio. Tuttavia, sembra che un minimo di 12 sedute supervisionate sia più efficace rispetto a meno di 12 sedute tra i pazienti con osteoartrosi di ginocchio.

Inoltre, gli studi sull’artrosi di ginocchio che seguono le raccomandazioni dell’American College of Sports Medicine (ACSM) sull’allenamento della forza forniscono risultati migliori rispetto ad un programma di esercizi che non segue queste raccomandazioni. Anche nell’OA dell’anca, il dolore e la funzione fisica sembrano migliorare di più se il programma di esercizi segue i criteri ACSM per l’allenamento della forza.

Sembra che un minimo di 12 sedute supervisionate sia più efficace rispetto a meno di 12 sedute tra i pazienti con osteoartrosi di ginocchio.

 

3.4 L’effetto combinato dell’esercizio terapeutico e di altre modalità di trattamento

L’esercizio terapeutico combinato con l’educazione del paziente sembra più efficace del solo programma di esercizi o della sola educazione del paziente nei pazienti con artrosi del ginocchio, ed il trattamento combinato è raccomandato anche per i pazienti con artrosi dell’anca sulla base dell’esistenti evidenze.

Un piano di trattamento combinato composto da esercizio e perdita di peso è anche più efficace nel migliorare il dolore e la funzione fisica nei pazienti con OA del ginocchio in sovrappeso rispetto all’esercizio e alla perdita di peso da soli.

L’esercizio terapeutico combinato con l’educazione del paziente sembra più efficace del solo programma di esercizi o della sola educazione del paziente nei pazienti con artrosi del ginocchio

Uno studio condotto su pazienti con OA di anca ha scoperto che un programma di esercizi combinato con l’ educazione del paziente potrebbe ridurre la sostituzione totale dell’anca del 44% rispetto a quei pazienti che hanno ricevuto solo l’educazione del paziente.

Sulla base delle evidenze presentate, l’esercizio combinato con altri trattamenti di tipo conservativo è efficace e può posticipare l’intervento chirurgico per un gran numero di pazienti con OA. Tuttavia, se un paziente alla fine decide di richiedere una sostituzione totale del ginocchio o dell’anca, il solo aver partecipato a un precedente programma di esercizi comporterà un recupero postoperatorio più rapido.

 

3.5Educazione del paziente

 L’effetto misurato immediatamente dopo un programma di esercizi sotto supervisione è favorevole, ma diminuisce nel tempo, per la scarsa aderenza al programma di esercizio e dai cambiamenti dello stile di vita.

La sola educazione del paziente può avere solo un piccolo effetto sul dolore e sulla funzione; tuttavia, l’educazione del paziente combinata con sessioni di follow-up dopo il completamento del programma, può essere la chiave per aumentare l’autoefficacia e mantenere la motivazione e l’adesione a un programma di esercizi e quindi mantenere i benefici nei pazienti con OA.

L’educazione del paziente dovrebbe includere informazioni su cause, fattori di rischio e meccanismi patologici, l’importanza dell’attività fisica e le conseguenze dell’inattività, trattamenti efficaci e inefficaci e strategie di coping.

Queste informazioni aiuteranno il paziente a comprendere come gestire il dolore e le riacutizzazioni del dolore indotte dall’esercizio e lo motiveranno all’esercizio e all’attività fisica per tutta la vita.

  1. Terapia utili nel paziente con artrosi

In accordo con le linee guida cliniche, i trattamenti supplementari non dovrebbero mai essere offerti come trattamenti autonomi, ma sempre combinati con un programma di esercizi, educazione del paziente e perdita di peso (se pertinente).

Il trattamento manuale sotto forma di mobilizzazione e manipolazione articolare sembra fornire un moderato beneficio per il dolore e la funzione nei pazienti con OA del ginocchio  e può essere considerato nel trattamento dell’OA dell’anca sulla base di studi precedenti.

I tutori di scarico per l’OA del ginocchio che spostano il carico dal compartimento mediale sembrano comportare miglioramenti da piccoli a moderati nel dolore e nella funzione nei pazienti con OA del ginocchio mediale.

Il trattamento manuale sotto forma di mobilizzazione e manipolazione articolare sembra fornire un moderato beneficio per il dolore e la funzione nei pazienti con OA del ginocchio  e può essere considerato nel trattamento dell’OA dell’anca sulla base di studi precedenti.

Tuttavia, la dimensione dell’effetto era piccola rispetto a un gruppo di controllo che utilizzava una ginocchiera neutra, una ginocchiera in neoprene o un rialzo nelle scarpe.  È importante sottolineare che la compliance variava dal 45% al ​​100% e fino al 25% dei pazienti ha riportato complicazioni con l’uso del tutore, tra cui scarsa vestibilità, gonfiore e irritazione della pelle, evidenziando l’importanza dell’adattamento individuale del tutore e della supervisione all’utilizzo, al fine di ottimizzare il potenziale di effetti clinici.

Un altro studio ha esaminato l’efficacia delle solette con un rialzo laterale nel trattamento del dolore mediale di ginocchio e non ha riscontrato alcun effetto significativo rispetto a una soletta neutra, probabilmente perché i plantari personalizzati richiedono aggiustamenti individuali o sono utili solo per alcuni sottogruppi di pazienti.

Altri approcci di trattamento passivo come il massaggio, la stimolazione elettrica neuromuscolare, la stimolazione elettrica transcutanea dei nervi (TENS), gli ultrasuoni e il laser non possono essere raccomandati come parte del piano di trattamento, sulla base dell’assenza di evidenze di supporto di alta qualità.

A Cura di:

GIONATA PROSPERI, FT, SPT, SM, VRS.

  • Certificazione In Terapia Manuale nelle cefalee, emicrania;
  • Sport Physical Therapy;
  • Master in Terapia Manuale Osteopatica – Spagna
  • Student Master od Advanced Studies in Fisioterapia Muscolo Scheletrica Supsi – Svizzera
  • Certification in Spinal Manipulative Therapy Student – USA;
  • Fisioterapista dei disturbi dell’articolazione Temporo – Mandibolare;
  • Fisioterapista dei Disturbi Vestibolari – American Muscoloskeletal Institute;
  • C.E.O. della Fisioterapia Vertebrale di Massa;

Artrosi al ginocchio? Non allarmarti!

ARTROSI AL GINOCCHIO? NON ALLARMARTI! 

NON RIESCI PIÙ A CAMMINARE COME UNA VOLTA?

SALIRE E SCENDERE LE SCALE E’ ORAMAI DIVENTATO UN PROBLEMA?

L’ARTROSI AL GINOCCHIO NOI LO TRATTIAMO QUOTIDIANAMENTE.

O MEGLIO: TRATTATIAMO QUOTIDIANAMENTE PAZIENTI CON DOLORE ARTICOLARE ALLE GINOCCHIA.

Cos’è l’artrosi? 

L’artrosi  (OA – osteoartrosi) è la più comune malattia degenerativa delle articolazioni che si manifesta già a partire dalla maggiore età.   E’ la risultato di un complesso sistema di interazioni meccaniche, biologiche, biochimiche, molecolari ed enzimatiche che hanno come risultato finale il deterioramento del tessuto articolare. 

E’ un disordine dell’articolazione sinoviale caratterizzato da aree di distruzione focale della cartilagine articolare (che radiologicamente s’esprime con l’assottigliamento della cartilagine), da rimodellamento dell’osso sub condrale (che si esprime con la sclerosi, la formazione delle cisti e degli osteofiti), dall’infiammazione cronica della sinovia e dalla retrazione fibrotica della capsula articolare.

Poiché l’articolazione del ginocchio è una struttura complessa che comprende oltre ai tessuti articolari veri e propri (capsula, sinovia, menischi e legamenti) anche tessuti non articolari (l’osso adiacente, la cartilagine, i legamenti, le borse mucose ed i vasi), quello che sul piano clinico chiamiamo DOLORE ARTICOLARE è patogeneticamente un dolore che origina dalle varie strutture assemblate a formare l’articolazione 

Le problematiche che colpiscono il ginocchio hanno come risultato un aumento degli oneri economici in termini di utilizzo di farmaci, come FANS o analgesici oppioidi,  e di iniezioni intra articolari o  trapianti di cartilagine. 

La fisioterapia si è conquistata nel corso degli anni un ruolo di protagonista nella gestione delle problematiche di natura muscolo scheletriche a livello del ginocchio, per conferire sollievo dal dolore e per il ripristino della funzionalità articolare. Questa fisioterapia comprende esercizi terapeutici a carico graduale progressivo (con contrazioni isometriche ed isotoniche), esercizi di flessibilità ed esercizi aerobici.

Una mano al vostro ginocchio: con la TERAPIA MANUALE 

La terapia manuale è una comune tipologia di trattamento in aumento e molti paesi la includono nelle linee guida nazionali per il trattamento dei disordini muscolo – scheletrici. 

Tutte le nostre tecniche manuali vengono utilizzate secondo un ragionamento clinico, inserite in un contesto di evidence – based – practice. 

La terapia manuale a livello del ginocchio,  che  include tecniche pratiche di mobilizzazione dei tessuti molli e dei tessuti articolari, è in grado di modulare il dolore attraverso i suoi effetti neurofisiologici,  migliorare l’estensibilità dei tessuti e il movimento articolare, fisiologico ed accessorio.

L’uso delle varie tecniche di terapia manuale nel campo delle lesioni osteo-muscolo-articolari  sta diventando popolare nel campo della terapia manuale nei paesi anglosassoni.

 

In che cosa consiste?

Il trattamento consiste nel riposizionamento passivo articolare associato al movimento attivo.

Secondo Mulligan due solo le  cause alla base dell’insorgenza del dolore e della perdita di movimento articolare:

  1. Un errore posizionale delle superfici articolari che causa la comparsa dei sintomi
  2. Un errore di traiettorie per cui durante il movimento le superfici articolari non scorrono nel corretto e normale solco.

Il trattamento consiste nel riposizionamento passivo articolare associato al movimento attivo.

Consistono nell’applicazione di una mobilizzazione passiva mantenuta costantemente dal fisioterapista sulla componente accessoria del movimento articolare, mentre il paziente esegue il movimento attivo precedentemente alterato.

La mobilizzazione viene direzionata secondo l’asse di movimento fisiologico dell’articolazione. Il fisioterapista dovrà selezionare in maniera specifica la direzione e la quantità di forza necessaria a correggere il movimento articolare alterato. Una delle componenti chiave delle MWM e del Mulligan Concept è far si che il dolore venga sempre ridotto e / o eliminato durante l’intera esecuzione della mobilizzazione. 

Diversi studi affermano che sia le mobilizzazioni di Mulligan e sia le mobilizzazioni di Maitland a livello del ginocchio possano contribuire nella riduzione del dolore e nel miglioramento della mobilità funzionale.  Questi interventi sono basati sugli stessi meccanismi fisiologici che hanno come risultato finale una riduzione del dolore.

 

Rizoartrosi

Rizoartrosi

RIZOARTROSI: COS’E  E COME SI IDENTIFICA

La rizoartrosi è una patologia artrosica che viene a interessare l’articolazione trapezio-metacarpale (TM), articolazione alla base del pollice; A causa del loro ruolo centrale nel reggere il carico generato dalle funzioni del pollice, le cartilagini che rivestono il trapezio e il primo metacarpo sono soggette a un’alterazione precoce rispetto ad altre articolazioni: la loro degenerazione può̀ essere quindi causa di  dolore e di gravi problemi funzionali, soprattutto nell’esecuzione delle pinze tra pollice e indice. La diagnosi di questa patologia e la sua stadiazione richiedono, oltre all’esame clinico, un esame radiografico mirato all’articolazione trapezio-metacarpale. Colpisce prevalentemente il sesso femminile di età compresa tra i 50 e i 70 anni, ha un’insorgenza insidiosa e progressiva che può durare da alcuni mesi a svariati anni.

COME SI interviene?

Nelle forme iniziali, il dolore e l’instabilità articolare possono essere controllati con tecniche conservative, seguendo un protocollo che prevede l’uso di un tutore utile a mantenere il pollice in posizione corretta, da indossare durante la notte e, nelle fasi acute, per qualche ora durante il giorno, insieme a trattamenti riabilitativi. Le tipiche tipologie di terapie fisioterapiche adottate per la gestione di questi pazienti includono la terapia manuale e l’esercizio terapeutico. Le tecniche di terapia manuale utilizzate comprendono sia tecniche articolari passive e sia tecniche di neurodinamica, ovvero tecniche di mobilizzazione neurale. Studi recenti hanno dimostrato che 4 – 6 sedute fisioterapiche di mobilizzazioni eseguite con una frequenza di 2 volte a settimane sono in grado di ridurre il dolore  (specie alla pressione) e la funzionalità, rispetto ad altri tipi di trattamento. Nel caso di una condizione dolorosa cronica, la mobilizzazione del nervo è in grado di produrre una significativa ipoalgesia meccanica ed un aumento della forza di presa nei pazienti con rizoartrosi, ed è quindi  considerato un valido strumento terapeutico nei pazienti con rizoartrosi in cui vi è anche una condizione di sensibilizzazione centrale e periferica. Per quanto riguarda le tecniche di terapia manuale ortopediche queste sono ampiamente utilizzate nella gestione clinica  dei pazienti che presentano una rizoartrosi. Tecniche di mobilizzazioni articolari, trazioni e tecniche di glide sono spesso usati per allungare la capsula articolare e per recuperare i movimenti accessori, al fine di ridurre il dolore e migliorare l’escursione articolare. Gli esercizi hanno lo scopo di migliorare l’escursione articolare libera dal dolore, incrementare la forza, mantenere la stabilità articolare ed evitare deformazioni del pollice. Un ulteriore studio ha dimostrato come un trattamento multimodale comprensivo di  tecniche di mobilizzazione articolare, tecniche di neuro dinamiche ed esercizi terapeutici, della durata di 12 sedute con una frequenza di 3 sedute a settimana, possa produrre risultati importanti in termini di riduzione del dolore e ripristino della funzionalità.

Questo approccio prevedeva:

  • Tecniche di terapia manuale, ovvero distrazione e glide postero anteriore (3 minuti di trattamento ripetuto per 3 volte);
  • Tecniche di neuro dinamica sul nervo mediano e sul nervo radiale in slider: è una manovra che ha lo scopo di produrre un movimento di scivolamento della struttura neurale in relazione ai tessuti anatomici adiacenti. Durata della tecnica: due serie da 5 minuti ognuna, con pausa di 1 minuto tra ogni serie.

Fondamentale sarà andare a modificare le attività di vita quotidiana del paziente, specialmente quelle di presa proponendo l’utilizzo di ausili che facilitino le varie attività e insegnando nuove modalità per svolgere le varie funzioni al fine di ridurre il carico doloroso a livello articolare, trasferire lo sforzo alle articolazioni più gradi e forti, aumentando la superficie di contatto con gli oggetti.

 

 

 

 

 

 

Per diminuire il dolore nelle fasi acute della malattia possono essere sporadicamente utilizzati farmaci anti-infiammatori cortisonici o non cortisonici. Se il trattamento conservativo non è sufficiente a controllare i sintomi e l’articolazione va incontro a gravi fenomeni degenerativi, con progressiva distruzione articolare, la chirurgia può̀ offrire diverse soluzioni. In linea generale lo scopo dell’intervento chirurgico tende a eliminare o ridurre il dolore e a stabilizzare l’articolazione distrutta, restituendo al pollice una migliore funzione rispetto alle condizioni preoperatorie.

Dopo il trattamento chirurgico sono necessari un periodo di immobilizzazione di 3/4 settimane e, in seguito, una terapia riabilitativa la cui durata richiede solitamente due mesi. Per ottenere buoni risultati è indispensabile che la riabilitazione venga eseguita da un fisioterapista specializzato in riabilitazione della mano.

 

CLAUDIO CECCARELLI, PT – OMPT

  • Fisioterapista
  • Orthopaedic Manipulative Physical Therapist (OMPT)
  • Assistente alla Didattica Università di Roma “Tor Vergata”, Master in Terapia Manuale Applicata alla Fisioterapia
  • Specializzato nella Riabilitazione dei Disordini Muscoloscheletrici di Spalla, Gomito e Mano
  • Membro del gruppo di ricerca scientifica G.E.R.I.C.O (Generic Elbow Rehabilitation and Integrated Orthopaedic Collaboration)
Rizoartrosi: una valida soluzione per togliere il dolore

Rizoartrosi: una valida soluzione per togliere il dolore

RIZOARTROSI: DEFINZIONE

L’articolazione carpo metacarpale ( trapezio-metacarpica) del pollice gioca un ruolo estremamente importante nella funzionalità della mano. Essa è facilmente soggetta ad artrosi (rizoartrosi), la più comune malattia degenerativa delle articolazioni che si manifesta già a partire dalla maggiore età.

Essa rappresenta il risultato di un complesso sistema di interazioni meccaniche, biologiche, biochimiche, molecolari ed enzimatiche che hanno come risultato finale il deterioramento del tessuto articolare.

E’ un disordine dell’articolazione sinoviale caratterizzato da aree di distruzione focale della cartilagine articolare (che radiologicamente s’esprime con l’assottigliamento della cartilagine), da rimodellamento dell’osso sub condrale (che si esprime con la sclerosi, la formazione delle cisti e degli osteofiti), dall’infiammazione cronica della sinovia e dalla retrazione fibrotica della capsula articolare.

RIZOARTROSI: CARATTERISTICHE CLINICHE

La rizoartrosi costituisce il 10% delle localizzazioni artrosiche e colpisce soprattutto le donne. Il paziente che più comunemente presenta l’interessamento dell’articolazione basale del pollice, è una donna, di età compresa tra i 50 e i 70 anni, con dolore sulla porzione radiale della mano o del pollice a insorgenza insidiosa; la durata varia da alcuni mesi a svariati anni.

I pazienti con rizoartrosi si riscontrano facilmente nella pratica clinica, in cerca di cure per ridurre il loro dolore e per migliorare la funzionalità quotidiana.

LA GIUSTA TERAPIA FISIOTERAPICA

Le tipiche tipologie di terapie fisioterapiche adottate per la gestione di questi pazienti includono la terapia manuale e l’esercizio terapeutico.

Le tecniche di terapia manuale utilizzate comprendono sia tecniche articolari passive e sia tecniche di neuro dinamica, ovvero tecniche di mobilizzazione neurale.

Studi recenti hanno dimostrato che 4 – 6 sedute fisioterapiche di mobilizzazioni eseguite con una frequenza di 2 volte a settimane sono in grado di ridurre il dolore  (specie alla pressione) e la funzionalità, rispetto ad altri tipi di trattamento.

 

Nel caso di una condizione dolorosa cronica, la mobilizzazione del nervo è in grado di produrre una significativa ipoalgesia meccanica ed un aumento della forza di presa nei pazienti con rizoartrosi, ed è quindi  considerato un valido strumento terapeutico nei pazienti con rizoartrosi in cui vi è anche una condizione di sensibilizzazione centrale e periferica.

Per quanto riguarda le tecniche di terapia manuale ortopediche queste sono ampiamente utilizzate nella gestione clinica  dei pazienti che presentano una rizoartrosi. Tecniche di mobilizzazioni articolari, trazioni e tecniche di glide sono spesso usati per allungare la capsula articolare e per recuperare i movimenti accessori, al fine di ridurre il dolore e migliorare l’escursione articolare.

Gli esercizi hanno lo scopo di migliorare l’escursione articolare libera dal dolore, incrementare la forza, mantenere la stabilità articolare ed evitare deformazioni del pollice.

Un ulteriore studio ha dimostrato come un trattamento multimodale comprensivo di  tecniche di mobilizzazione articolare, tecniche di neuro dinamiche ed esercizi terapeutici, della durata di 12 sedute con una frequenza di 3 sedute a settimana, possa produrre risultati importanti in termini di riduzione del dolore e ripristino della funzionalità.

Questo approccio prevedeva:

  • Tecniche di terapia manuale, ovvero distrazione e glide postero anteriore (3 minuti di trattamento ripetuto per 3 volte);
  • Tecniche di neuro dinamica sul nervo mediano e sul nervo radiale in slider: è una manovra che ha lo scopo di produrre un movimento di scivolamento della struttura neurale in relazione ai tessuti anatomici adiacenti. Durata della tecnica: due serie da 5 minuti ognuna, con pausa di 1 minuto tra ogni serie.

Se la pratica clinica non segue le linee guida basate sull’evidenze, non offriamo il meglio ai nostri atleti. PHYSIOTHERAPY segue sempre queste linee guida!

 Physiotherapy non tratta un SINTOMO, ma una persona che presenta un sintomo doloroso

CONTATTACI PER UNA CONSULENZA RAPIDA E GRATUITA

 

 

GIONATA PROSPERI FT, SPT, SM            

  • Fisioterapista e scienze motorie
  • Fisioterapista esperto In Terapia Manuale nelle cefalee, emicrania
  • Fisioterapista dei disturbi dell’articolazione Temporo – Mandibolare
  • Fisioterapista dei Disturbi Vestibolari
  • C.E.O. del Centro della Colonna vertebrale di Massa
  • Fisioterapia ecoguidata
Artrosi al ginocchio: trattarlo come un disturbo articolare

Artrosi al ginocchio: trattarlo come un disturbo articolare

ARTROSI AL GINOCCHIO? NON ALLARMARTI!

NON RIESCI PIU’ A CAMMINARE COME UNA VOLTA?
SALIRE E SCENDERE LE SCALE E’ ORAMAI DIVENTATO UN PROBLEMA?

 

L’ARTROSI AL GINOCCHIO NOI LO TRATTIAMO QUOTIDIANAMENTE.

O MEGLIO: TRATTATIAMO QUOTIDIANAMENTE PAZIENTI CON DOLORE ARTICOLARE ALLE GINOCCHIA.

 

ECCO COME!

L’artrosi  (OA – osteoartrosi) è la più comune malattia degenerativa delle articolazioni che si manifesta già a partire dalla maggiore età.   E’ la risultato di un complesso sistema di interazioni meccaniche, biologiche, biochimiche, molecolari ed enzimatiche che hanno come risultato finale il deterioramento del tessuto articolare.

 E’ un disordine dell’articolazione sinoviale caratterizzato da aree di distruzione focale della cartilagine articolare (che radiologicamente s’esprime con l’assottigliamento della cartilagine), da rimodellamento dell’osso sub condrale (che si esprime con la sclerosi, la formazione delle cisti e degli osteofiti), dall’infiammazione cronica della sinovia e dalla retrazione fibrotica della capsula articolare.

Poiché l’articolazione del ginocchio è una struttura complessa che comprende oltre ai tessuti articolari veri e propri (capsula, sinovia, menischi e legamenti) anche tessuti non articolari (l’osso adiacente, la cartilagine, i legamenti, le borse mucose ed i vasi), quello che sul piano clinico chiamiamo DOLORE ARTICOLARE è patogeneticamente un dolore che origina dalle varie strutture assemblate a formare l’articolazione

Le problematiche che colpiscono il ginocchio hanno come risultato un aumento degli oneri economici in termini di utilizzo di farmaci, come FANS o analgesici oppioidi,  e di iniezioni intra articolari o  trapianti di cartilagine.

La fisioterapia si è conquistata nel corso degli anni un ruolo di protagonista nella gestione delle problematiche di natura muscolo scheletriche a livello del ginocchio, per conferire sollievo dal dolore e per il ripristino della funzionalità articolare. Questa fisioterapia comprende esercizi terapeutici a carico graduale progressivo (con contrazioni isometriche ed isotoniche), esercizi di flessibilità ed esercizi aerobici.

Una mano al vostro ginocchio: con la TERAPIA MANUALE

La terapia manuale è una comune tipologia di trattamento in aumento e molti paesi la includono nelle linee guida nazionali per il trattamento dei disordini muscolo – scheletrici.

Tutte le nostre tecniche manuali vengono utilizzate secondo un ragionamento clinico, inserite in un contesto di evidence – based – practice.

La terapia manuale a livello del ginocchio,  che  include tecniche pratiche di mobilizzazione dei tessuti molli e dei tessuti articolari, è in grado di modulare il dolore attraverso i suoi effetti neurofisiologici,  migliorare l’estensibilità dei tessuti e il movimento articolare, fisiologico ed accessorio.

L’uso della tecnica di terapia manuale di Mulligan nel campo delle lesioni osteo-muscolo-articolari  sta diventando popolare nel campo della terapia manuale nei paesi anglosassoni.

 

In che cosa consiste?

Il trattamento consiste nel riposizionamento passivo articolare associato al movimento attivo.

Secondo Mulligan due solo le  cause alla base dell’insorgenza del dolore e della perdita di movimento articolare:

  1. Un errore posizionale delle superfici articolari che causa la comparsa dei sintomi
  2. Un errore di traiettorie per cui durante il movimento le superfici articolari non scorrono nel corretto e normale solco.

Il trattamento consiste nel riposizionamento passivo articolare associato al movimento attivo.

Consistono nell’applicazione di una mobilizzazione passiva mantenuta costantemente dal fisioterapista sulla componente accessoria del movimento articolare, mentre il paziente esegue il movimento attivo precedentemente alterato.

La mobilizzazione viene direzionata secondo l’asse di movimento fisiologico dell’articolazione. Il fisioterapista dovrà selezionare in maniera specifica la direzione e la quantità di forza necessaria a correggere il movimento articolare alterato. Una delle componenti chiave delle MWM e del Mulligan Concept è far si che il dolore venga sempre ridotto e / o eliminato durante l’intera esecuzione della mobilizzazione.

Diversi studi affermano che sia le mobilizzazioni di Mulligan e sia le mobilizzazioni di Maitland a livello del ginocchio possano contribuire nella riduzione del dolore e nel miglioramento della mobilità funzionale.  Questi interventi sono basati sugli stessi meccanismi fisiologici che hanno come risultato finale una riduzione del dolore.

 

Se la pratica clinica non segue le linee guida basate sull’evidenze, non offriamo il meglio ai nostri atleti. PHYSIOTHERAPY segue sempre queste linee guida!

 Physiotherapy non tratta un ginocchio, ma una persona che ha un problema al ginocchio!

CONTATTACI PER UNA CONSULENZA RAPIDA E GRATUITA

GIONATA PROSPERI FT, SPT, SM     

  • Fisioterapista e scienze motorie
  • Sport Physiotherapist
  • Fisioterapista esperto In Terapia Manuale nelle cefalee, emicrania
  • Fisioterapista dei disturbi dell’articolazione Temporo – Mandibolare
  • Fisioterapista dei Disturbi Vestibolari
  • C.E.O. del Centro della Colonna vertebrale di Massa
  • Fisioterapia ecoguidata
Artrosi e danno cartilagineo al ginocchio

Artrosi e danno cartilagineo al ginocchio

ARTROSI – OSTEOARTROSI 

L’artrosi  (OA – osteoartrosi) è la più comune malattia degenerativa delle articolazioni e colpisce più del 25% della popolazione oltre i 18 anni.  L’osteoartrosi è la conseguenza di un complesso sistema di interazioni meccaniche, biologiche, biochimiche, molecolari ed enzimatiche che hanno come risultato finale il deterioramento del tessuto articolare.

I cambiamenti fisiopatologici articolari comprendono una  perdita progressiva e distruzione della cartilagine articolare, ispessimento dell’osso subcondrale, formazione di osteofiti, gradi variabili di infiammazione della sinovia, degenerazione dei legamenti e dei menischi del ginocchio ed ipertrofia della capsula articolare.

L’eziologia dell’artrosi è multifattoriale ed include infortuni, obesità, età, eredità e stile di vita.

L’osteoartrosi con conseguenza danno alla cartilagine rappresenta la malattia articolare più diffusa associata al dolore e alla disabilità. È stato previsto che il 25% della popolazione adulta sarà affetta da questa malattia entro il 2020 e che l’OA sarà una delle principali cause di morbilità e limitazione funzionale tra gli individui di età superiore ai 40 anni.

I principali segni e sintomi clinici includono dolore durante le attività quotidiane, come camminare o salire e scendere le scale, instabilità articolare, rigidità e restringimento dello spazio articolare radiografico.

CHIAMA ORA PER UNA CONSULENZA GRATUITA

Sebbene l’osteoartrosi colpisca principalmente gli anziani, le lesioni traumatiche legate allo sport possono portare a lesioni post-traumatiche, e quindi osteoartrosi precoce.

DANNO ARTICOLARE DELLA CARTILAGINE DEL GINOCCHIO

La cartilagine articolare è una tessuto connettivo che copre le superfici articolari delle ossa lunghe ed è specializzato nel fornire supporto strutturale, ammortizzare gli urti ed offrire il minor attrito possibile.

Nel corpo umano, ne esistono due tipi principali: fibrocartilagine (presente nei menischi, nelle inserzioni legamentose e tendinee) e cartilagine ialina, che ricopre le superfici articolari.

Quest’ultima è il tessuto bersaglio dei processi patologici determinanti l’artrosi; fenomeni quali stress meccanico e invecchiamento, oltre a fattori genetici, sono responsabili delle modificazioni che provocano la malattia in termini di funzionalità della matrice extracellulare e dei condrociti.

La cartilagine è un composto poroso, visco-elastico che si basa su una complessa interazione e organizzazione dei suoi componenti per fornire la capacità di lubrificazione, e di dissipatrice di forze. In pratica favorisce l’assorbimento delle forze su tutta la superficie articolare, riducendone l’attrito e fungendo da cuscinotto tra le articolazioni quando camminiamo, ci pieghiamo o quando corriamo.

IL CARICO: UN AIUTO ALLA CARTILAGINE

Il carico a livello della cartilagine articolare è essenziale per il suo mantenimento. Una riduzione del carico infatti porta ad una atrofia e degenerazione cartilaginea, motivo per cui i pazienti con lesioni nervose mostrano una progressiva perdita della cartilagine a livello del ginocchio.

I condrociti articolari, le cellule del tessuto cartilagineo, sono meccano sensibili e rispondono in maniera positiva o negativa a seconda del carico, tuttavia, l’esatto meccanismo di come lo scarico influisce negativamente sulla cartilagine articolare non è stata ancora chiarita: sembrerebbe che lo scarico articolare porti ad una perdita del fattore TGF-b ed ad una riduzione della cartilagine.

Uno studio condotto nel laboratorio di ricerca ortopedica olandese ribadisce il concetto che il  fattore di crescita trasformante beta (o TGF-β), una proteina della famiglia delle citochine, giocherebbe un ruolo importante nel mantenimento della salute della cartilagine articolare.

SOFFRI INVECE DI DOLORE ALL’ANCA? L’ARTROSI ALL’ANCA SI PUO’ TRATTARE

IL PARERE DI PHYSIOTHERAPY

Il carico è un bene per le nostre articolazioni. Il nostro consiglio è quello che di fronte ad un ginocchio artrosico ma soprattutto doloroso l’esercizio terapeutico, con somministrazione di carico graduale monitorando costantemente il dolore, possa rappresentare la migliore strategia terapeutica per sedentari e non, evitando complicazioni che spesso portano ad un intervento chirurgico.

Se la pratica clinica non segue le linee guida basate sull’evidenze, non offriamo il meglio ai nostri atleti. PHYSIOTHERAPY segue sempre queste linee guida!

 Physiotherapy non tratta un ginocchio, ma una persona che ha un problema al ginocchio!

CONTATTACI PER UNA CONSULENZA RAPIDA E GRATUITA

GIONATA PROSPERI FT, SPT, SM            

  • Fisioterapista e scienze motorie
  • Fisioterapista esperto In Terapia Manuale nelle cefalee, emicrania
  • Fisioterapista dei disturbi dell’articolazione Temporo – Mandibolare
  • Fisioterapista dei Disturbi Vestibolari
  • C.E.O. del Centro della Colonna vertebrale di Massa
  • Fisioterapia ecoguidata