Stenosi lombare: cos’è e quali sono i possibili trattamenti
1) Che cos’è la stenosi lombare?
Stenosi lombare spinale è il termine medico che indica tutti quei quadri clinici i cui i sintomi sono
correlati a un restringimento anatomico del canale spinale e la conseguente compressione delle
strutture neurali contenute all’interno.

2) Quali sono le possibili cause di stenosi lombare?
Principalmente, in base alla causa, la stenosi lombare viene classificata in:
– stenosi primaria o congenita: in questi quadri la stenosi è causata da malformazioni congenite o da
anomalie di sviluppo;
– stenosi degenerativa o secondaria: è causata da quadri patologici post-traumatici, iatrogeni (a seguito
di intervento; un esempio è dato dalle cicatrici post-chirurgiche) o degenerativi. Tra questi ultimi si
riscontrano degenerazioni del disco vertebrale (ernia del disco) e della faccetta articolare, ipertrofia
delle lamine in aggiunta all’ipertrofia legamentosa.

3) Quali sono i sintomi più comuni che riportano i pazienti con stenosi?
I segni e sintomi che più comunemente si riscontrano in pazienti con stenosi sono:
– dolore ed altri disturbi della sensibilità agli arti inferiori, come intorpidimento, formicolio, parestesie;
– disturbi motori agli arti inferiori, come crampi e debolezza;
– alterazione a livello della forza, della sensibilità e dei riflessi;
– “claudicatio neurogenica”: Con claudicatio si intende la condizione per cui il paziente riesce a
percorrere 200-400-800 metri ma poi è costretto a fermarsi a causa della sensazione di discomfort alle
gambe; se la sintomatologia è legata ad una compressione delle strutture nervose, si definisce
claudicatio neurogenica.
Inoltre, nel paziente con stenosi, i sintomi sono prevalentemente a carico degli arti inferiori; il mal di
schiena è secondario e può essere presente o meno.

4) Quali sono i fattori che aggravano i sintomi?
Le manifestazioni cliniche, infatti, possono essere simili ad altre patologie, mentre solo in caso di
stenosi i pazienti rispondono ai fattori aggravanti e allevianti descritti in seguito.
I fattori aggravanti del paziente con stenosi si riferiscono a:
– attività in estensione;
– cammino;
– stazione eretta.
I fattori allevianti del paziente con stenosi si riferiscono a:
– attività in flessione;
– posizione seduta, specie se in flessione lombare.
Questo perché, a livello della biomeccanica, l’estensione lombare comporta un ulteriore
restringimento del diametro del canale e del forame, portando ad un peggioramento della
sintomatologia del paziente con stenosi. La flessione lombare, invece, allarga il diametro del canale e
del forame, portando ad un miglioramento della sintomatologia. Per questo motivo, i fattori aggravanti
ed allevianti sono tipici della stenosi.

5) C’è correlazione tra imaging e clinica?
Le linee guida affermano che non ci sono prove sufficienti per dimostrare o rifiutare una correlazione
tra clinica e presenza di riduzione anatomica del canale spinale solamente in base alle bioimmagini.
Ciò significa che è molto importante correlare sempre il reperto radiologico ai dati clinici; infatti, per
stenosi non si intende la presenza di un reperto all’RX o alla RMN, ma un insieme di segni e sintomi
presentati dal paziente.
Si parla, quindi, di quadri clinici poiché esiste una forte dissonanza tra la clinica e l’imaging: è possibile
che un paziente sia sintomatico, ma non presenti un quadro grave a livello di imaging e viceversa.

6) Qual’è la prevalenza?
Questo anno è stata pubblicata una revisione di Jensen, basata su studi osservazionali, dalla quale
emerge che la prevalenza di diagnosi:
– clinica di stenosi lombare (quindi basata sui sintomi tipici) nella popolazione generale è di 11%;
– radiologica di stenosi lombare (con TC o RMN che mostravano una riduzione del canale spinale) nella
popolazione generale è di 38%;
– clinica più radiologica di LSS (RMN) nella popolazione generale è di 9%;
In generale, è stato visto che la stenosi radiologica aumenta significativamente all’aumentare dell’età e
in particolare, dopo i 50 anni, la stenosi radiologica risulta piuttosto comune.

7) Come viene diagnosticata la stenosi lombare?
Per la diagnosi clinica di stenosi spinale lombare:
o l’anamnesi è lo strumento più potente;
o l’esame neurologico è necessario per affinare la diagnosi e per pesare la gravità dei
reperti (stesso ragionamento adottato per radicolopatia/dolore radicolare);
o Test specifici (di provocazione e di neurotensione) possono dare informazioni aggiuntive.

8) Quali sono i possibili trattamenti?
Sebbene le prove di efficacia siano esigue, sembra che il trattamento conservativo possa
essere d’aiuto soprattutto nei pazienti con sintomi lievi e moderati; mentre i pazienti con sintomi gravi
dovrebbero sottoporsi ad una valutazione chirurgica, ma potrebbero ugualmente beneficiare del
trattamento conservativo.

9) In cosa consiste il trattamento chirurgico?
Le possibili tecniche chirurgiche per la stenosi spinale comprendono la fusione, la laminectomia, gli innesti
mini-invasivi, i dispositivi spinali e le protesi. La chirurgia può aumentare lo spazio nel canale spinale
attraverso la rimozione di porzioni delle strutture spinali posteriori (lamina, faccette, osteofiti, legamenti,
cisti sinovitiche o sinoviali) e viene generalmente descritta come “decompressione”.
La rimozione di tali strutture anatomiche aberranti responsabili della compressione può aumentare il
rischio di instabillità. Alla luce di ciò, viene spesso aggiunta alla procedura di decompressione anche la
fusione vertebrale, per evitare o limitare tale instabilità.

10) In cosa consiste il trattamento fisioterapico?
I principali obiettivi del trattamento fisioterapico sono:
– ridurre i sintomi e la disabilità;
– aumentare la capacità di carico;
– modificare eventuali elementi maladattativi.

Le strategie utili per raggiungere questi obiettivi sono:

I. educazione al paziente:
• spiegare al paziente che la prognosi nella maggior parte dei casi è favorevole e promuovere
strategie di autogestione;
• ridurre i comportamenti maladattativi e le posizioni che esacerbano i sintomi;

II. training aerobico:
• cyclette;
• cammino su treadmill (con supporto del peso o inclinato)
• cammino in acqua
• utilizzo del corsetto
• migliorare i sintomi del paziente e aumentare il tempo di cammino o la distanza percorsa.

III. terapia manuale: utile specie nei pazienti con sintomi lievi o moderati
• mobilizzazione in flessione lombare (regionale e segmentale)
• mobilizzazione coxofemorale, bacino, torace

IV. esercizio terapeutico: utile specie nei pazienti con sintomi lievi/moderati;
• la promozione della flessione lombare e estensione toracica
• stretching autogestito
• controllo motorio lombopelvico e degli arti inferiori
• idrokinesiterapia.

A cura di:
Noemi Marinari, PT, OMPT student