Per sciatica o sciatalgia, i medici intendono una sensazione dolorosa che s’irradia lungo l’intero nervo sciatico, dalle sue radici all’estremità. E’ un termine ad ombrello che viene più comunente associato ad un dolore che si presenta dalla zona glutea posteriormente fino all’arto inferiore.

In verità la patologia specifica è la Radicolopatia Lombare.

Intanto cosa si intende per Radicolopatia :  “Dolore irradiato ad uno o più dermatomeri (dolore radicolare/irritazione del nervo), in combinazione con disturbi neurologici (radicolopatia/sdr radicolare) che solitamente scende sotto il ginocchio fino al piede.”

E’ necessario fare un distinzione  tra dolore di tipo radicolare ( distribuzione dermatomerica, segni di alterazione come formicolii, scosse ) e non radicolare ( cioè un dolore riferito ). Quindi importante sarà capire la tipologia e intensità dei sintomi.

Per  dolore radicolare si intende invece   una combinazione di:

  • dolore primario (nocicettivo), descritto come profondo e causato dalla stimolazione meccanica o chimica dei nocicettori dell’epinervio (nervi nervorum) o dal nervo sinovertebrale.
  • dolore neuropatico (disestetico e parestetico), caratterizzato da bruciore, formicolii, sensazioni di scariche elettriche. È dovuto a raffiche di impulsi originanti dal ganglio fibre afferenti danneggiate (scariche ectopiche).

In conclusione è bene tener presente che la radicolopatia non è definita dalla presenza di dolore, ma è definita da segni neurologici oggettivi. Sebbene radicolopatia e dolore radicolare siano spesso associati, la radicolopatia può occorrere in assenza di dolore radicolarec osì come il dolore radicolare può presentarsi in assenza di radicolopatia.

La radicolopatia lombare può essere o meno associata a il mal di schiena lombare (LBP)   di natura muscoloscheletrica, ma il Low Back Pain  è un aspetto  secondario rispetto al quadro radicolare.

In letteratura  come abbiamo detto in precedenza manca una terminologia condivisa, per cui gli studi di prevalenza sono poco chiari. Pertanto i termini usati sono :

  • Lumbosacral radicular syndrome
  • Lumbar disk herniated
  • Sciatica
  • Cruralgia
  • Lumbar radiculopathy
  • Lumbar nerve root pain
  • Neuropathic pain.

CAUSE

La percentuale di radicolopatia viene stimata intorno all’1-3% o 4-5% nei paesi occidentali.

Tra le cause più frequenti si annoverano:

1) Ernia del disco (nelle sue varie forme)

2) Bulging discale

3) Presenza di osteofiti / stenosi laterale.

Altre possibili cause di natura diversa:

  • Tumori
  • Presenza di cisti.

La maggior parte delle cause è dovuto ad un possibile  compressione a livello della radice o delle altre strutture nervose del nervo sciatico che possono  portare ad una sequela di sintomi.

 

FATTORI DI RISCHIO 

Si possono distinguere 3 principali categorie di fattori di rischio:

LAVORATIVI: Frequenti sollevamenti associati a posture, soprattutto scorrette,in flessioni e torsioni (> 2h/d) del busto sono associati ad una maggior probabilità di sviluppare problematiche lombari e radicolopatia.Quindi posizione scorrette e quantità di ore aumenta la probabilità di sviluppare problemi lombari e radicolopatia.Inoltre l’associazione di prolungata posizione seduta in flessione (più di mezza giornata lavorativa) o rotazione in associazione a vibrazioni trasmesse al corpo, è un forte fattore di rischio per losviluppo di LBP e/o sciatalgia .

COMPORTAMENTALI:

  • Obesità: oltre al fattore meccanico del peso che la colonna si trova a sostenere( il peso può portare con il passare del tempo a problematiche degenerative ), è presente un aumento di mediatori infiammatori dal tessuto adiposo in eccesso.
  • Fumo

PERSONALI:

  • Età compresa tra i 45 e i 65 anni: fascia centrale di età lavorativa,periodo in cui possono avere inizio i fenomeni degenerativi a carico della colonna.
  • Altezza maggiore di 185 cm: leve lunghe da controllare, postazioni di lavoro scomode.Queste persone tendono a stare in posizioni più scomode dovute al fattoche la posizione di lavoro di solito èstandard e le persone alte devono adattarsi.
  • Stress: riduzione della capacità di carico locale e generale ( con successivo aumento dell’attivazione muscolare e schemi di cocontrazione ) con predisposizione alla disfunzione muscoloscheletrica.

Inoltre, anche se negli studi non viene preso in considerazione, un altro fattore di rischio può essere l’alimentazione: essa potrebbe andare a determinare alterazioni soprattutto per quanto riguarda i processi infiammatori e quindi allo sviluppo di problematiche. Non sappiamo però ancora oggi il tipo di alimentazione che aumenti il rischio di sviluppare problematiche, quello che si sa è che c’è correlazione.

 

STORIA NATURALE

Il decorso naturale della radicolopatia è buona nel lungo periodo ( 6 settimane ).

Il decorso naturale a lungo termine della radicolopatia lombare è ancora argomento di dibattito:

  • Circa il 50% dei pazienti migliora nei primi 10 gg
  • Circa il 25% entro 4 settimane
  • Circa il 20-30% continua ad avere dolore a distanza di un ann.

Solo il 10% dei pazienti ha dolore elevato dopo 6 settimane, da far ritenere possibile l’opzione chirurgica. L’operazione chirurgica viene consigliata anche  in casi sintomi neurologici evidenti, dolore che non risponde necessariamente agli analgesici, presenza di patologie della colonna concomitanti , fallimento del trattamento conservativo.

 

TRATTAMENTO

La sindrome radicolare rappresenta una sfida terapeutica per il professionista della riabilitazione che si trova a gestire persone con dolore spesso molto invalidante.

Il trattamento basato sulle recenti evidenze dimostra come l’approccio di tipo conservativo sia quello da applicare in prima istanza.Quindi è importante Informare correttamente il paziente sulla sua condizione clinica, le cause alla base e il decorso naturale (spiegare che il decorso sarà più lungo di un normale mal di schiena ma che comunque ha un’evoluzione benigna; inoltre si può anche spiegare nei pazienti  che vedono da una Risonanza magnetica che hanno ernia, che l’ernia in realtà regredisce attraverso i normali processi di guarigione del corpo ).Enfatizzare decorso positivo, la maggior parte guarisce entro 1 mese.

Sconsigliare il riposo a letto (con buon senso nei primi giorni di problema acuto) e utilizzo di farmaci per lunghi periodi.Essendo un quadro complesso, l’approccio SINTOMO-GUIDATO assume una rilevanza particolare in questa disfunzione. In particolare viene consigliato un approccio multimodale basato su esercizi di controllo motorio e attività fisica tollerata dal paziente : come la camminata , o le attività del tempo libero. A queste viene associata la terapia manuale , con tecniche di : mobilizzazioni lombari, tecniche neurodinamiche, tecniche di correzione dello shift guidati sempre dal sintomo del paziente.Importante inoltre correggere la gestione dell’ergonomia nelle attività di vita quotidiana.

Vengono scongliate le terapie fisiche strumentali, l’agopuntura e il riposo a letto in quanto si dimostrano poco efficaci .

Vista la complessità della patologia è consigliato affidarsi a degli specialisti del settore , per inquadrare bene la patologia e formulare insieme un  piano riabilitativo specifico a seconda della sintomatologia. Tutto cio è possibile grazie alla compilazione di esame obiettivo con valutazione dei dati anamnestici e clinici,attraverso l’esame funzionale , neurologico e nel caso quello neurodinamico . L’intervento terapeutico mira alla ripristino delle esigenze e del benessere della persona .

A cura di:

Luigi Lanfranchi

  • Fisioterapista – studente OMPT