Indolenzimento a insorgenza ritardata post allenamento  ( DOMS)

L’emergenza legata al coronavirus ha costretto a tutta la popolazione la riduzione dell’attività fisica . In questi ultimi mesi le raccomandazioni proposte hanno comportato restrizioni negli spostamenti e per la pratica di attività fisica all’aperto, riducendo inevitabilmente la quantità di esercizio fisico svolto e aumentando la sedentarietà ; la maggior parte delle persone ha provato ad allenarsi in casa o in giardino seguendo le indicazioni dei professionisti via telematica oppure tramite il social. Quando    sarà    possibile    riprendere    l’attività    fisica    all’aperto    sarà    necessario    aumentare gradualmente la quantità di esercizio praticato quotidianamente fino a raggiungere le linee guida indicate, sarà fondamentale  che  dopo  un  periodo  di  ridotto  esercizio  fisico  e  aumentata  sedentarietà  una  adeguata  attività  fisica,  finalizzata  alla  tutela  della  salute,  venga  praticata  con  le  dovute  cautele  e  in  condizioni  di  assoluta  sicurezza,  con  gradualità  e  periodicità  corrette. Nella maggior parte dei casi una ripresa non graduale può portare come prima conseguenza alla formazione dell’indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata ( DOMS).

Deleyed Oset Muscle Soreness ( DOMS)  viene definito come una dolenzia muscolare ad esordio ritardato a seguito di un esercizio non abituale spesso associato ad contrazioni muscolari di tipo eccentrico ; comporta un’ aumentata concentrazione di calcio che determina l’attivazione di enzimi proteolitici e una contrazione muscolare senza attivazione nervosa. Determinano dolore, con picco nelle 24-48 ore successive allo sforzo, riduzione della forza, gonfiore, accorciamento muscolare.

Questo è un fenomeno molto frequente nei soggetti fuori allenamento, ma presente anche in quelli che pur allenati , si cimentano ad allenamenti insoliti e diversi dal solito coinvolgimento muscolare.

I sintomi caratteristici di questa sindrome sono :

  • Dolenzia muscolare – picco 48-72 h dopo l’attività
  • Riduzione della max forza isometrica (15-55%)
  • Riduzione del ( ROM ) range of motion , ovvero dell’escursione articolare a riposo
  • Contrazione Muscolare indotta da stravaso di Calcio –no EMG
  • Aumento della circonferenza del muscolo
  • Deficit nei test funzionali.

Il soggetto a cui compaiono questi indolenzimenti muscolari, sarà impossibilitato allo svolgimento dell’attività fisica per la presenza del dolore che provoca oltre che una inibizione della forza ma anche una riduzione del movimento articolare .

Da quando sono stati fatti i primi studi nel 1900 fino ai giorni nostri , si è ritenuto che questa fenomeno fosse associato alla formazione di microlesioni strutturali del muscolo dovuto al fenomeno di over stretching delle unità funzionali del muscolo stesso . In una recente pubblicazione , si ritiene invece che i DOMS potrebbero essere la conseguenza di microlesioni delle terminazioni nervose dei fusi neuromuscolari al seguito di un eccessiva compressione durante le contrazioni muscolari ripetute. La stessa forza prodotta potrebbe danneggiare il muscolo e creare una risposta infiammatoria immuno-mediata aumentando i sintomi ma non come causa del DOMS di per se.

L’importate è distinguere i DOMS dall’Acido Lattico:

 un sottoprodotto del metabolismo anaerobico lattacido. Si tratta di un composto tossico per le cellule, il cui accumulo nel torrente ematico  si correla alla comparsa della cosiddetta fatica muscolare. Solo un attività molto intensa  e relativamente breve causa l’accumulo di acido lattico. Quest’ultimo non deve essere considerato un apportatore di fatica nelle attività di bassa moderata intensità di qualunque durata, soprattutto l’accumulo dell’acido lattico e del lattato ( lo ione che deriva dalla depolarizzazione dell’acido lattico stesso,fonte di combustibile preferita per il cuore e il cervello ) non è causa del dolore muscolare ritardato (DOMS). Una produzione eccessiva di acido lattico può portare alla formazione dell’indolenzimento muscolare a insorgenza acuta. Questo evento è transitorio dal momento che l’acido lattico viene smaltito dal corpo entro 1h dal termine dell’attività.

Nessun trattamento è efficace: massaggio, calore, ghiaccio, FANS, stretching, immobilizzazione, contrazioni, terapie fisiche possono aiutare ad alleviare il sintomo ma non alla completa risoluzione .

 Il recupero è  spontaneo in 4-15gg. Potrebbero essere proposti degli esercizi specifici , che comportano una contrazione isotonica concentrica, per la riduzione del dolore e per la risposta infiammatoria.

La migliore cura è la prevenzione , è utile impostare un programma di allenamento specifico rivolto a soggetti sedentari in cui dovrebbe prevedere inizialmente  attività con carichi modesti per evitare danni ultrastrutturali a carico dei distretti muscolari esercitati . E’ importante gestire le attività che richiedono un sforzo prolungato nel tempo  come ad esempio : la corsa o la camminata in montagna in cui comportano un’azione di frenata del nostro corpo , ma anche le attività di pesistica o di corpo libero .

 

 

 

 

 

 

 

Luigi Lanfranchi – Fisioterapista- OMPT student