APOFISITE TIBIALE (MORBO DI OSGOOD – SCHLATTER)

Patologia che nasce da un eccessivo stress a carico del nucleo di accrescimento della tuberosità tibiale, che deforma la cartilagine di accrescimento. Nota come “Morbo della crescita” è un processo degenerativo a carico della tuberosità anteriore della tibia, viene classificato come una forma di osteonecrosi.

Nella maggior parte dei casi è presente bilateralmente (25 %) , la sintomatologia dolorosa può essere anche a carico di un solo ginocchio. 

Colpisce prevalentemente i M a 10-15 anni e le F 8-12 anni. Molto comune nella popolazione sportiva giovanile  impegnata in attività sportive che sottopongono il muscolo del quadricipite a sollecitazioni dinamiche di notevole intensità come nella corsa, salti, cambi di direzione (calcio, tennis, atletica, danza…).

 

  • Cause e Sintomatologia 

La regione anteriore della tibia viene sottoposta naturalmente alla tensione del tendine rotuleo ed alla forza del muscolo quadricipite. Nel periodo dello sviluppo questa regione è ancora in gran parte formata da cartilagine, che presenta una resistenza intrinseca minore rispetto all’osso per determinate sollecitazioni. Ogni stress meccanico dovuto ad attività e sforzi fisici possono determinare microtraumi inserzionali ripetuti, che possono provocare una necrosi diffusa del nucleo apofisario della tibia

Il giovane atleta lamenta  un dolore anteriore localizzato a livello della tuberosità tibiale e dipende dal carico applicato al tendine che si ripercuote sulla tuberosità, viene provocato durante le attività sportive, Alcuni soggetti non riferiscono particolari sintomi se non quando sovraccaricano il quadricipite; nei casi più importanti è possibile aver dolore durante il cammino.

 La tuberosità può diventare gonfia e calda, fino a deformarsi come nella foto con formazione di una protuberanza ossea.

Spesso è riscontrabile un’ipotrofia del quadricipite e una rigidità dei muscoli circostanti.

La severità della patologia, secondo degli studi, potrebbe correlarsi al BMI(Indice di massa corporea). 

 

  • Diagnosi 

La diagnosi clinica è piuttosto affidabile in fase attiva già attraverso l’osservazione della sintomatologia ( dolore, gonfiore della regione anteriore e soggetto giovane sportivo), in queste circostanze non sarà necessario eseguire ulteriori accertamenti o radiografie. Del resto nelle fasi iniziali del disturbo non sarebbero visibili alterazioni ossee evidenti, solo nelle fasi avanzate potrebbero rivelare una frammentazione a carico del nucleo ipofisario. 

La gravità si può catalogare per gradi A, B e C e si vede radiologicamente. Prima c’è ispessimento della zona (A), che diventa radiotrasparente (B) e addirittura si può frammentare (C).

L’ecografia potrebbe accertare lo stato infiammatorio della zona e la presenza di possibili calcificazioni in fase avanzata.

 

  • Trattamento

È una patologia che si autolimita se si adatta il carico; se non trattata si protrae dando problemi nel lungo periodo, quindi patologia da non sottovalutare che richiede una corretta somministrazione di carico e quindi dell’attività. Utile lo stretching (sembra che funzioni, teoricamente la messa in tensione di tendine e ossa dovrebbe elicitare, ma la breve durata provoca una riduzione della tensione durante il movimento) del quadricipite per scaricarlo e terapia fisica per ridurre dolore anteriore. L’essenziale è il carico: ridurre numero e/o durata allenamenti (esempio da 4-5 a 3 allenamenti a settimana da 2 ore oppure sospendere per un certo periodo). Se il dolore è cosi intenso da limitare il cammino, si sospende allenamento per qualche settimana. Per questa decisione, i parametri da tenere in considerazione sono due: esame radiografico e gravità dei sintomi; nei casi B e soprattutto C è consigliabile la sospensione. Quando presente da poco tempo e/o non ci sono grossi dolori alla palpazione e contrazione, si può riprendere l’attività sportiva dosando il carico (la durata della sospensione dipende dai sintomi).

Impostare una corretto programma di allenamento , associato allo svolgimento di esercizio terapeutico aiuta a contrastare la sintomatologia nel breve-medio periodo.

Fondamentale sarà  la sollecitazione progressiva  al carico da parte del muscolo quadricipite e un rinforzo della muscolatura stabilizzatrice delle anche e del ginocchio .

Non ci sono studi che evidenzino che una variazione della dieta del soggetto modifichi la sintomatologia, ma solo qualche opinione di esperti.

 

 

A cura di:

Luigi Lanfranchi

OMPT student