legamento crociato anteriore, quando ritornare a correre?

legamento crociato anteriore, quando ritornare a correre?

Dopo un intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA), un traguardo importante è rappresentato dalla corsa. La corsa è una chiave importante per permettere all’atleta di fare ritorno alla pratica sportiva.

La corsa pone il ginocchio ad un carico relativamente modesto. Tuttavia, una sua ripresa richiede delle capacità da parte del ginocchio che stanno alla base di una riabilitazione sia prococe, con esercizi di range of motion attivi per esempio o esercizi di contrazione isometrica, che di una riabilitazione più avanzata, rappresentata da esercizi funzionali e sport specifici (sprint, pivot, cutting).

QUANDO POSSO TORNARE A CORRERE?

Vi è una mancanza di informazioni riguardo a tale argomento, ovvero quando l’atleta, sottoposto ad intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore, possa ritornare a correre.  Una riabilitazione di alta qualità influenza gli outcome funzionali ma allo stesso tempo un ritorno prematuro allo sport aumenta il rischio di re infortunio.

Come riporta anche il collega Samuele Passigli, un recente studio di Ebert et al. (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28916871) ha evidenziato come molti atleti ricevono una riabilitazione insufficiente (troppo breve o inadeguata) dopo la ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA). Solo il 5% degli atleti amatoriali riceve una riabilitazione che segue le linee guida basate sull’evidenze scientifiche (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27539507): almeno 6 mesi di riabilitazione che comprenda anche esercizi di agilità e di atterraggio dal salto e un ritorno allo sport (RTS) strutturato.

TI SEI APPENA OPERATO AL LEGAMENTO CROCIATO ANTERIORE E PRATICHI SPORT AD ALTO LIVELLO?

Recentemente è stata pubblicato una linea guida di criteri clinici che possano aiutare fisioterapisti ed altre figure professionali a stabilire quando un atleta possa riprendere a correre.

Ecco i risultati:

  • il tempo medio di ritorno alla corsa è stato di 12 settimane post intervento. Studi precedenti o datati mostravano un tempo di ritorno superiore alla media a dimostrazione del fatto che con il tempo gli approcci riabilitativi sono cambiati.
  • ROM completo, sia in flessione che in estensione, o deficit massimo del 5% rispetto al contro laterale.
  • Dolore inferiore a 2 nella scala VAS.
  • Prove di isometric quadriceps limb symmetry index, TEST LSI > 70 rispetto al contro laterale
  • isokinetic quadriceps and hamstring strength LSI>70%;
  • Test hop test LSI>70% rispetto al controlaterale

 

Oltre a questi test che valutano alcuni dei requisiti fisici per la corsa altri test funzionali, come l’Y-balance test, oppure il  modified Star Excursion Balance, lo squat a 45 ° di flessione del ginocchio, eseguiti senza perdita di equilibrio e senza ginocchio dinamico valgo, o step-up-and holds,

possono essere test appropriati per valutare la qualità del movimento e per determinare se il paziente è pronto a ritornare a correre.

 

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NON RIFIUTARTI DI LEGGERE QUANTO SCRITTO QUA SOTTO!
LEGAMENTO CROCIATO ANTERIORE: LO SAPEVI CHE…
  1. Le lesioni del legamento crociato anteriore (LCA) sono un infortunio frequente nella popolazione attiva e negli USA sono stimate circa 200.000 ricostruzioni chirurgiche ogni anno? Secondo i dati del Ministero della Salute nel 2005 sono state eseguite 21.621 interventi chirurgici.
  2. La ricostruzione del legamento crociato anteriore è un comune trattamento per tutti gli atleti che si infortunano a livello del ginocchio? L’incidenza di un infortunio al legamento crociato anteriore in assenza di un trauma diretto sembra essere maggiore negli atleti di età compresa tra i 15 ed i 40 anni e che praticano sport in cui richiedono rotazioni di ginocchio continue, come calcio, pallacanestro, sci e pallavolo.
  3. Ogni anno, circa il 3% degli atleti amatoriali si infortuna al legamento crociato anteriore? e che questa percentuale sale al 15% se si alza il livello a professionistico?
  4. Che il sesso femminile ha più del doppio la probabilità di subire un infortunio rispetto al sesso maschile?

Le raccomandazioni di Physiotherapy

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Fibromialgia: un valido aiuto

Fibromialgia: un valido aiuto

FIBROMIALGIA: Definizione e Patogenesi

La fibromialgia è un disturbo cronico caratterizzato da un generalizzato dolore muscolo scheletrico e da altri comuni sintomi quali fatica, disordini del sonno, depressione ed ansia eccessiva.

La patogenesi della Fibromialgia non è ancora ben compresa ma viene considerata essere, da alcuni ricercatori, un disturbo neurobiologico causato da un abnorme processazione del dolore.

A seguito della mancanza di marketer che possano identificare questo disturbo, la diagnosi è fatta attraverso un accurato esame clinico, secondo le linee guida dell’American College of Rheumatology.

Fibromialgia e trattamento

Dato che la fibromialgia non presenta cure, i trattamenti sono palliative, con un approccio multidisciplinare che richiede l’uso di farmaci, esercizio fisico e trattamento della sfera psicologica.

L’esercizio fisico è fortemente raccomandato in diversi studi e nelle linee guida per il trattamento della fibromialgia soprattutto gli esercizi aerobici, di resistenza ed esercizi in acqua.

Recentemente è stata presa in esame la relazione tra l’esercizio fisico e la fibromialgia e come l’allenamento della forza possa produrre dei maggiori risultati rispetto ad altre modalità di esercizio fisico.

Diversi studi hanno mostrato come gli esercizi di forza possano produrre risultato favorevoli sul dolore, sulla qualità del sonno, sulla depressione e sul numero di tender point.

L’analisi di questi studi ha rilevato come gli esercizi di forza possano ridurre la sintomatologia caratteristica di una persona con fibromialgia, andando a migliorare la capacità funzionale e e la qualità della vita indipendentemente dal tipo di esercizio utilizzato.

Gli studi in esame utilizzavano protocolli di lavoro partendo dal 40% di 1RM fino ad arrivare all’85%. Gli esercizi comprendevano sia l’utilizzo delle macchine e sia gli esercizi a corpo libero coinvolgendo contemporaneamente diversi gruppi muscolari.

  • Il dolore è stata la variabile maggiormente studiata, mostrando una significativa riduzione dopo un protocollo di lavoro sulla forza muscolare della durata dalle 16esima e 21esima settimana.
  • La variabile psicologica maggiormente investigata è stata la depressione. Diversi studi hanno mostrato una riduzione dei sintomi della depressione dopo un programma di lavoro centrato sulla forza muscolare.
  • Sono stati analizzato anche i risultati relativi alla qualità del sonno: i disordini del sonno si sono ridotti dopo tale programma. Di conseguenza anche il dolore è diminuito. Gli studi di Ericsson hanno inoltre reso noti come i programmi basati sulla forza abbiano prodotto risultati migliori rispetto a sessioni di rilassamento.
  • Un ulteriore variabile indagata è stato l’intervallo della frequenza cardiaca. Alcuni studi suggeriscono una relazione tra la fibromialgia ed una disregolazione del sistema nervoso centrale, causando una dinfunzione autonomica che induce la comparsa si alcuni sintomi come ansia e fatica. Alcuni ricercatori hanno sottoposto i pazienti a 16 settimane di esercizio fisico intenso e ciò ha prodotto miglioramento nell’intervallo della frequenza cardiaca, nell’attività del parasimpatico e nella riduzione del dolore.

Relativamente alla sessione sulla forza, è stato osservato che non esisteva uno specifico protocollo per le persone con fibromialgia, perciò gli autori di questi studi utilizzavano un proprio protocollo di lavoro.

  • Jones et al. Sottoponeva i pazienti ad una serie di 4-5 ripetizioni incrementando progressivamente il lavoro fino a 12 ripetizioni.
  • Questo protocollo era simile a quello utilizzato da Bircan et al. che istruiva i pazienti ad eseguire una serie di 4 ripetizioni incremento il numero fino a 12.

In entrambi i studi l’intensità di lavoro raggiunta è stata l’80% di 1RM alla fine della sessione di lavoro.

Questi studi hanno rilevato che pazienti con fibromialgia aveva una minore forza ed una ridotto capacità funzionale rispetto ai soggetti sani della stessa età. La ridotta forza muscolare nei pazienti con fibromialgia può essere riconducile alla presenza di una sintomatologia dolorosa.

Se la pratica clinica non segue le linee guida basate sull’evidenze, non offriamo il meglio ai nostri atleti. PHYSIOTHERAPY segue sempre queste linee guida!

 Physiotherapy non tratta un SINTOMO, ma una persona che presenta un sintomo doloroso

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