La clinica del Mal di Testa è anche a Massa

La clinica del Mal di Testa è anche a Massa

Il mal di testa o cefalea è una condizione clinica frequentemente riscontrata nella pratica clinica medica e fisioterapica. Questo disturbo è molto comune perché interessa più della metà della popolazione mondiale e in base alle forme, ha un notevole impatto socio – economico negativo perché comporta disabilità, assenze lavorative, riduzione della produttività, spese mediche, cure varie e soprattutto alterazioni dello stile di vita e della sfera psico-emotiva.

Qual è il tuo Mal di Testa?

Esistono varie tipologie: tra le cefalee primarie – cosidette perché le cause restano sconosicute – le più importanti e diffuse sono l’emicrania e la cefalea di tipo tensivo.
L’emicrania è un disordine sistemico, neuro vascolare, comune e multifattoriale. Si caratterizza per un dolore unilaterale, pulsante, che si aggrava con l’attività fisica di routine e sotto l’influenza di vari fattori provocativi. Quando diviene cronica (oltre 15 attacchi al mese per 3 mesi) i sintomi diventano bilaterali. Nausea e vomito sono spesso presenti e sono accompagnati da un’iper-sensibilità alla luce, o ai rumori o odori. I sintomi possono durare ore o giorni interi anche se trattati con farmaci.

Nella cefalea di tipo tensivo invece la descrizione tipica dei sintomi è quella di una “morsa che stringe” o “cerchio alla testa” (qualità costrittiva), dolore bilaterale non di tipo pulsante ma gravativo (senso di “peso sulla testa o sulla fronte). L’ intensità varia da lieve a moderata. Gli attacchi in questo caso non sono invece aggravati dalle attività fisiche di routine tipo il camminare o salire le scale. Nelle forme croniche può essere presente una leggera nausea. Anche questa cefalea è un disordine comune, multifattoriale e psico – neuromuscolare. Il dis-stress psicologico e i dolori miofasciali hanno un ruolo chiave.

Entrambe le forme, l’emicrania e la cefalea di tipo tensivo, sono condizioni neurologiche che richiedono oggi un approccio multidisciplinare come indicato dalle linee guida internazionali con la partecipazioni di diverse figure professionali specializzate: il neurologo, il fisioterapista, lo psicologo ed il nutrizionista.

Quale aiuto offre un Fisioterapista specializzato?

Numerosi fattori possono attivare quei processi di irritazione e neuro-infiammazione che sono comuni a tutte le forme di mal di testa, quali: i disturbi del sonno e della sfera psicologica, l’ alimentazione o nutrizione scorretta, la presenza di altre patologie e soprattutto i disordini e dolori cervicali o mandibolari che son quelli meno considerati o proprio ignorati.
I dolori sono la sirena d’allarme che ti avverte che l’incendio è divampato. Cosa lo ha acceso?

La clinica del mal di testa, si occupa proprio di questo. Attraverso figure professionali analizziamo lo stato nutrizionale, i disturbi del sonno, dell’umore e della sfera psico – emotiva.

Gli aspetti da valutare sempre, grazie alla partecipazione attiva dei nostri collaboratori sono:
• Aspetti del sistema nervoso e la valutazione di co-morbidità di altre patologie
• Il dolore cervicale, disordini dell’articolazione tempo – mandibolare, disfunzioni respiratorie e disabilità funzionali
• Regime nutrizionale
• Disturbi del sonno, dell’umore e della sfera socio – psicologica. La psicologia, con un approccio cognitivo-comportamentale, può dare benefici con i pazienti con cefalea, non come trattamento unico ma in associazione con esercizi e terapia manuale.

Cosa devi fare subito?
• Stabilire, attraverso una visita specialistica neurologica, se siamo di fronte ad un quadro clinico di cefalea prima o secondaria, o forma mista, e stabilire la migliore scelta terapeutica farmacologica o complementare o alternativa.
• Una valutazione neuro – muscolo scheletrica con fisioterapista esperto in terapia manuale per cefalea. Studi recenti hanno dimostrato infatti l’efficacia della terapia manuale a discapito anche di quella farmacologica, sia nel breve che nel lungo periodo, nel ridurre la frequenza di attacchi sia di cefalea di tipo emicrania e sia di tipo tensivo, ma anche nel ridurre l’intensità del dolore e la durata. I disturbi muscolari e deficit di mobilità articolare sono spesso associati all’emicrania e alla cefalea di tipo tensivo contribuendo al loro scatenamento o peggioramento.

Noi fisioterapisti della Clinica del Mal di Testa utilizziamo una sistema di valutazione speciale: il sistema AMS Accensione-Modulazione-Spegnimento, e siamo in grado di dimostrarti subito, attraverso test manuali, il ruolo provocativo della tua cervicale nei confronti del

COS’È LA COXARTROSI O ARTROSI DELL’ANCA

COS’È LA COXARTROSI O ARTROSI DELL’ANCA

La coxartrosi o artrosi dell’anca è una delle patologie muscolo-scheletriche più comuni che colpisce le persone over 50. E’ una malattia da usura nella quale, la cartilagine presente nell’articolazione si usura e assottiglia gradualmente.

 

Questa patologia ha varie cause, ma generalmente si possono dividere in:

  • primaria: tipica di chi manifesta i sintomi in età avanzata, non legata ad altre problematiche;

  • secondaria: comune nelle persone a cui viene diagnostica in giovane età, spesso legata ad altri problemi presenti nella stessa articolazione (come la lussazione congenita dell’anca) o in articolazioni vicine.

I PAZIENTI AFFLITTI DA COXARTROSI SONO TUTTI UGUALI?

NO! Infatti possono essere più o meno gravi in base a quanto dolore reca la patologia ai pazienti e in base al grado di usura della cartilagine.

I primi sintomi che si manifestano sono:

  • il dolore inguinale, che si può irradiare fino al ginocchio;
  • difficoltà nel muovere l’anca e difficoltà nel cammino, che spesso diventa zoppicante.

E’ una malattia degenerativa, ovvero che peggiora con il passare del tempo, soprattutto se non viene trattata.

HAI CAPITO BENE… SE NON VIENE TRATTATA!!

Nei casi più gravi, la coxartrosi è una malattia invalidante, perché il forte dolore che crea nella persona gli impedisce le attività quotidiane, anche le più semplici.

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PHYSIOTHERAPY 0585 40 672

QUINDI, COSA FARE?

Nelle situazione più gravi la procedura utilizzata è quella chirurgica, con la Protesi dell’Anca, attraverso la sostituzione dell’articolazione con un nuovo impianto. Ma prima di arrivare a questa soluzione esistono dei trattamenti fisioterapici conservativi, ovvero non chirurgici, che permettono di ridurre e/o far sparire il dolore e le altre problematiche associate alla coxartrosi.

In questi anni si sta diffondendo un nuovo approccio per trattare queste problematiche che offre ottimi risultati: il metodo Mulligan.

LA TERAPIA RIABILITATIVA: IN COSA CONSISTE IL METODO MULLIGAN

Il metodo Mulligan è un tipo di terapia manuale che prende il nome da Brian Mulligan, il fisioterapista neozelandese che ha sviluppato e diffuso questa metodica nel mondo.

Questo approccio si basa sul concetto di “errore di posizione articolare”, cioè che il dolore e i problemi del movimento sono dovute ad una non corretta posizione delle strutture articolari durante il gesto. Questi errori di posizione devono essere valutati e corretti per poter liberare le articolazioni, sbloccando i movimenti e riducendo drasticamente il dolore associato.

L’anca può avere varie errori di posizionamento, la più comune è lo slittamento in avanti della testa del femore rispetto alla sua posizione di base. Lo spostamento è spesso molto piccolo ma sufficiente per creare un conflitto con la volta acetabolare durante i movimenti, in particolare durante il cammino.

Questa tecnica prevede, durante la seduta di riabilitazione, l’utilizzo di movimenti attivi fatti dal paziente, durante i quali il fisioterapista corregge gli errori di posizionamento attraverso l’utilizzo delle mani o di altri aiuti, come cinture o dei pesi. Ogni tecnica deve essere indolore per il paziente, che deve sentire un rapido miglioramento delle sue condizioni.

Vengono frequentemente utilizzati degli ausili nelle manovre di questo distretto corporeo, in particolare nell’approccio dell’anca viene spesso utilizzata una cintura, detta cintura Mulligan. L’utilizzo di questa cintura permette di correggere il movimento in maniera precisa, con poco sforzo e consente al fisioterapista di avere le mani libere da utilizzare per controllare e/o correggere simultaneamente un altro distretto durante la manovra (ad esempio il bacino o il ginocchio) per incrementare ulteriormente il risultato.

Per ottenere degli ottimi risultati ci deve essere una buona collaborazione tra paziente e il fisioterapista, che devono dialogare costantemente durante le manovre. Il fisioterapista che utilizza questa tecnica deve essere abile nel capire quale è l’errore di posizione ed utilizzare il miglior approccio, calibrando la difficoltà della manovra in base alla condizione ed al dolore che gli vengono riferiti.

L’utilizzo di questa metodica è molto apprezzata dai pazienti, che non provocano dolore durante l’esecuzione della tecnica, si sentono parte del trattamento e vedono dei miglioramenti alla fine della seduta.