Vediamo insieme perché farla e quando tornare alla normalità

Condizioni degenerative dell’articolazione del ginocchio sono molto frequenti e sono determinate sia dall’invecchiamento della popolazione attiva sia post trauma, sviluppando un quadro alterazione della matrice cartilaginea che comporta dolore e incapacità di svolgere le principali attività di vista quotidiana. In presenza di processi degenerativi importanti la cartilagine che ricopre le superfici delle ossa del ginocchio si può usurare (artrosi) a tal punto da esporre le ossa sottostanti che, sfregando tra loro, possono essere causa di forti dolori, deformità e diminuzione della mobilità

È possibile evitare l’intervento chirurgico?

Purtroppo la modifica dello stile di vita, la fisioterapia e la terapia farmacologica possono aiutare a gestire tutte le problematiche determinate da un quadro degenerativo dell’articolazione ma non a guarire definitivamente; quindi, se hai già fatto tutta la terapia conservativa possibile ma il tuo ginocchio ti impedisce di svolgere ciò che più ti piace allora è arrivato il momento di fare l’intervento.

Sono troppo giovane o troppo vecchio per l’intervento?

 Fino a qualche anno fa l’intervento protesico veniva sconsigliato a persone di età inferiore ai 60 anni, onde evitare poi un reimpianto protesico dopo tot anni; oggi con l’evoluzione delle tecniche d’intervento e dei materiali utilizzati per effettuare protesi sia mono-compartimentali che totali non ci sono più limiti d’età; una volta consolidato il fatto che l’unica soluzione al problema è la protesi di ginocchio questa viene fatta, indipendentemente dal fatto che il paziente abbia 20 anni. Solito discorso per pazienti di età avanzata, se non ci sono problematiche concomitanti che rendono l’intervento cruento rischioso e vi è la volontà del paziente di tornare a condurre una vita attiva viene consigliato l’impianto protesico. L’impianto ha una durata che varia oltre che in base all’età del paziente anche al peso corporeo e all’attività fisica svolta; generalmente le linee guida prefissano una durata di 15/20 anni.

In cosa consiste l’intervento e ha dei rischi?

L’intervento è fatto sotto anestesia, viene effettuata un’incisione che può variare tra i 6/15cm sulla parte superiore del ginocchio per intervenire sulla zona danneggiata e inserire la protesi che può essere mono-compartimentale, totale o di revisione; la maggior parte degli interventi non comporta alcuna complicazione anche grazie all’uso di antibiotici, anticoagulanti e ambienti chirurgici asettici. La protesi generalmente è composta da una lega metallica di titanio o cromocobalto con al suo interno del materiale plastico (polietilene).  

Avrò dolore dopo l’intervento? E quanto rimarrò in ospedale?

 Generalmente il dolore è presente ma viene gestito con terapia medica stilata dall’ortopedico insieme ai medici anestesisti e dal fisioterapista con la terapia antalgica; il ricovero ospedaliero ha la durata di circa 3 giorni dopodiché il paziente viene dimesso e prosegue la riabilitazione a casa all’interno del percorso denominato Fast Track. Con questa nuova gestione il periodo d’inabilità è ridotto ai minimi termini poiché il paziente fin dal primo giorno post intervento può compiere i primi passi con l’aiuto di due stampelle.

Chi mi aiuterà nel mio processo di guarigione?

Il fisioterapista avrà il ruolo cardine di guidare il paziente il tutto il percorso riabilitativo post operatorio fino al raggiungimento di obiettivi prefissati dal paziente secondo quelle che sono le sue richieste/aspettative; la riabilitazione sarà incentrata sul recupero precoce della mobilità passiva e attiva, sul rinforzo muscolare locale e globale e sul ripristino del controllo motorio.

Quando potrò riprendere le mie attività di vita quotidiana?

Il periodo varia dalle 3 alle 6 settimane, a seconda delle caratteristiche del paziente e del tipo di protesi impiantata (mono-compartimentale o totale); generalmente il paziente torna a guidare non appena il fisioterapista ritiene opportuno rimuovere l’utilizzo delle stampelle (generalmente alla 4°/5° settimana). Per quanto concerne l’attività lavorativa se non comporta lo stare a lungo in statica eretta, sollevare carichi e sforzi fisici impegnativi può essere ripresa già dalla 2°/3° settimana altrimenti si dovrà attendere dopo i 2 mesi. La stessa cosa vale per i lavori domestici, per i primi due mesi è opportuno evitare attività domestiche che richiedono carichi eccessivi a livello dell’articolazione. La vita sessuale non prevede alcuna restrizione particolare quindi può essere ripresa a discrezione del paziente. Per quanto concerne le attività sportive, il paziente tornerà al termine del percorso riabilitativo ad effettuare attività ludiche che prevedono un basso impatto come ad esempio il cammino, la bicicletta, il nuoto; successivamente non è detto che non possa effettuare anche sport a più alto impatto come il calcio, il tennis etc ma chiaramente dovranno essere svolti con moderazione e sempre dopo i 4/6 mesi dall’intervento.
CLAUDIO CECCARELLI, PT – OMPT
  • Fisioterapista
  • Orthopaedic Manipulative Physical Therapist (OMPT)
  • Assistente alla Didattica Università di Roma “Tor Vergata”, Master in Terapia Manuale Applicata alla Fisioterapia
  • Specializzato nella Riabilitazione dei Disordini  Muscoloscheletrici di Spalla, Gomito e Mano
  • Membro del gruppo di ricerca scientifica G.E.R.I.C.O (Generic Elbow Rehabilitation and Integrated Orthopaedic Collaboration)