Esercizi di rotazione e salute vertebrale

È possibile effettuare una serie di esercizi di rotazione per la colonna vertebrale che possono aiutare sia a fortificarla che migliorarne la mobilità e, di conseguenza, attenuare il dolore.

Allenarsi in palestra e rimanere in esercizio è un buon metodo per aumentare la mobilità della schiena che, al contrario di quanto si pensi, ha bisogno di essere attiva il più possibile per contrastare disturbi come ad esempio la lombalgia.

Alcuni allenatori e specialisti (es. fisioterapisti, medici), ritengono che il rafforzamento della rotazione spinale vada evitato a tutti i costi.

 

Altri, al contrario invece, sono convinti che vadano effettuati gli esercizi di rotazione per la colonna vertebrale. Ritengono che tali movimenti debbano avvenire a livello della spina dorsale e dei fianchi mentre la colonna lombare resta bloccata.

C’è anche una buona parte degli allenatori che pensano che il corpo umano sia così efficiente, e la colonna tanto forte e dinamica, da non aver bisogno di alcun esercizio perché la colonna che sa dove e quando ruotare.

Resta il fatto che, in linea di principio, muovere la schiena, attraverso esercizi mirati o meno, sia senza alcun dubbio un’attività benefica. Se si soffre di dolore cronico, o altre patologie, è però opportuno essere seguiti da specialisti.

A riguardo molti trainer professionisti consigliano che debba essere la colonna vertebrale “toracica” e non quella lombare, a effettuare la maggior parte dei movimenti di rotazione. Il paziente dovrebbe imparare a concentrarsi di più sulla zona del torace”.

 

“Non è importante la rotazione di per sé, ma come viene eseguita”

 

Esercizi di rotazione: la nostra schiena ha quasi sempre qualcosa!

La zona dorsale è una parte del corpo incredibilmente forte e complessa. Viene sollecitata quasi in ogni momento della nostra vita, è normale quindi che possa avere qualche disturbo (alcuni che non danno sintomi, altri più gravi).

A dimostrazione di quanto detto ci sono dati abbastanza chiari:

  • Il 27% della popolazione dei Paesi più sviluppati mostra una qualche forma di protrusione.
  • Il 52% dei soggetti invece mostra qualche genere di “rigonfiamento” ad almeno un livello.
  • L’1% ha una estrusione.
  • E ancora il 38% mostra una qualche forma di anomalia ad almeno un disco intervertebrale.

In uno studio di alcuni anni fa si afferma che le “ernie toraciche” si verificano con una frequenza molto inferiore rispetto alle ernie lombari o cervicali.

La percentuale si aggirerebbe intorno a percentuali molto basse non superiori comunque all’1,8% dei casi.

Le ricerche più recenti stanno andando contro questa credenza. Infatti, in uno studio di pochi anni fa, effettuato su 90 persone, ha mostrato dati che ribaltano le vecchie teorie, infatti:

  • 1 su 3 degli individui asintomatici ha avuto, o aveva, un’ernia del disco toracico.
  • Ben il 54% mostrava almeno un rigonfiamento di un disco.
  • Il 58% uno strappo anulare.
  • Il 28% una cifosi.
  • E ancora il 29% mostrava una deformazione del midollo spinale.

 

Si tratta di uno studio del 2007, ad oggi forse il più grande nella letteratura mondiale sull’ernia toracica, in cui si afferma che le ernie del disco toracico si presentano nella metà dei pazienti. Di questi ben il 26% ha avuto ernie multiple.

In definitiva si sostiene che l’ernia, e le malattie degenerative del disco, siano le condizioni anomale più diffuse per quanto riguarda la spina dorsale toracica.

La scarsa mobilità dell’anca aumenta il rischio di lombalgia negli atleti

In tutti quegli sport che richiedono all’atleta una qualche forma di rotazione della colonna vertebrale si è visto come quelli con la lombalgia cronica avessero, di media, meno mobilità all’anca e una maggiore asimmetria tra i lati della stessa rispetto a chi non ne soffriva.

Tale scoperta è chiaramente logica perché chi ha una mobilità inferiore dell’anca avrà la tendenza a bilanciare tale deficit compensando e ruotando la colonna vertebrale più di quanto necessario.

Si tratta di una condizione che, nel lungo periodo, tenderà a produrre una serie di scompensi e fastidi come lesioni e dolore.

Sarà quindi opportuno effettuare una serie di esercizi di rotazione con un preventivo “pre-carico”. In pratica, prima di effettuare gli esercizi, è necessario “aggiungere un carico, un peso” che bloccherà alcune zone della colonna vertebrale rendendola più resistente alla torsione.

Infatti mentre si lavora sulla mobilità dell’anca e della colonna vertebrale si dovrebbe anche lavorare per evitare la torsione della stessa. È possibile attraverso alcuni esercizi mirati di stabilità del nucleo rotante.

Da qui si comprende come sia importante lavorare sulla colonna vertebrale con esercizi specifici che però, se non effettuati nel modo opportuno, e quindi insegnati e seguiti da una persona esperta, potrebbero diventare addirittura controproducenti.

È importante, quando si svolgono esercizi di rotazione per la colonna vertebrale, che le persone siano in grado di distribuire il carico in modo efficiente e di avere una giusta combinazione di rotazione dell’anca e della colonna vertebrale (con un movimento lieve della parte lombare).

Le prove e gli studi suggeriscono che ci sia una componente genetica importante per l’ernia del disco e la degenerazione discale stessa.

Di conseguenza è chiaro come sia possibile prevenire i problemi alla schiena solo in parte, anche attraverso un giusto training che permetta una maggiore mobilità della schiena insegnando al corpo a muoversi nel modo opportuno.

GIONATA PROSPERI, FT, SPT, SM.

  • Esperto In Terapia Manuale nelle cefalee, emicrania
  • Fisioterapista dei disturbi dell’articolazione Temporo – Mandibolare
  • Fisioterapista dei Disturbi Vestibolari
  • C.E.O. del Centro della Colonna vertebrale di Massa
  • Fisioterapia ecoguidata