Dolore al collo: epidemiologia ed eziologia

Il dolore al collo è la seconda ragione per cui le persone si rivolgono a cure mediche specialistiche nei centri di assistenza primaria in tutto il mondo, con un impatto sociale ed economico considerevole.

Questa condizione colpisce con più frequenza le donne rispetto agli uomini, tendendo a ripresentarsi nel tempo o a diventare cronica.

L’eziologia del dolore al collo è spesso sconosciuta, quindi questa condizione è spesso classificata come dolore al collo non specifico o dolore meccanico al collo (Binder, 2008).

Un nuovo approccio: Educare il paziente verso la comprensione dei meccanismi che stanno alla base del dolore

L’educazione alla neurofisiologia del dolore, come accade anche a livello della LOMBARE, si è dimostrata efficace nel trattamento dei disturbi muscolo-scheletrici cronici

L’educazione alla neuroscienza del dolore è un approccio cognitivo che ha dimostrato di ridurre l’intensità del dolore, disabilità e fattori psicologici nei disturbi muscoloscheletrici cronici

D’altra parte, i trattamenti bio-comportamentali che utilizzano questi approcci educatici hanno dimostrato di migliorare la lombalgia cronica (intensità del dolore, ritorno al lavoro o stato funzionale generico) (Ostelo et al., 2005).

Sia l’educazione alla neuroscienza del dolore che il trattamento bio-comportamentale mirano a modificare le credenze dei pazienti sul proprio dolore, ma in aggiunta, l’intervento bio-comportamentale cerca di modificare i fattori psicologici e fisici aumentando l’attività fisica e le capacità di coping, ovvero la capacità di far fronte agli eventi stressanti della vita quotidiana.

Pertanto, ipotizziamo che un approccio bio – comportamentale possa rappresentare una valida soluzione terapeutica nella gestione clinica del mal di collo cronico

L’esercizio terapeutico, la terapia manuale ortopedica, il massaggio ed altre modalità fisiche ( come la stimolazione elettrica transcutanea), assieme all’educazione della neurofisiologia del dolore sono i trattamenti fisioterapici più comunemente utilizzati nei pazienti che presentano un mal di collo persistente.

In una revisione della letteratura, queste tecniche hanno dimostrato di ridurre il dolore quando applicate singolarmente, in particolare la terapia manuale e l’esercizio terapeutico, sebbene gli studi abbiano anche dimostrato che queste terapie sono più efficaci se usate in combinazione (Gross et al., 2007, Leaver, Refshauge, Maher e McAuley, 2010).

La durata del trattamento degli interventi combinati, tuttavia, è solitamente più lunga di quella dei singoli interventi, a volte anche il doppio

Dolore al collo e fattori psicologici

Un numero crescente di prove suggerisce che i fattori psicologici, come per esempio la mancanza di sonno, sono associati al dolore muscolo-scheletrico e che fattori come il catastrofismo possono prevedere esiti negativi, specialmente nei casi di dolore alla schiena e al collo. In un precedente articolo d’altronde, abbiamo appreso come comprendere il problema legato alle nostre ernie e protrusioni.

Infatti, il dolore catastrofico  è stato anche associato all’aumento dell’intensità del dolore evocato durante il test neurodinamico dell’arto superiore (e una risposta più intensa a questo test è stata proposta come un segno di sensibilizzazione centrale in pazienti con dolore (Nijs, Van Houdenhove, e Oostendorp, 2010).

L’educazione alla neurofisiologia del dolore, basato su un approccio cognitivo, si è dimostrato efficace proprio nel migliorare questo dolore catastrofico , anche se l’efficacia di questo l’intervento sui test di provocazione neurale rimane tutt’oggi ignoto.

Uno studio sul dolore cronico al collo

E’ stato realizzato uno studio sui pazienti con dolore cronico al collo, con lo scopo di determinare se un intervento di educazione alla neurofisiologia del dolore (comprendente un approccio bio-comportamentale) combinato con la terapia manuale fosse più efficace della sola terapia manuale, in termini di riduzione del dolore a 4 mesi di follow-up.

L’obiettivo secondario di questo studio è stato anche quello di esaminare se questi 3 interventi (educazione alla neurofisiologia del dolore, terapia manuale ed esercizio terapeutico) fosse più efficace di migliorare i risultati di meccano-sensibilità psicologica e neurale.

Sebbene numerosi studi si siano concentrati su vari interventi di trattamento per il dolore al collo, la nostra opinione è che questo è stato il primo studio per determinare l’efficacia dell’aggiunta di un programma basato sull’educazione che include un approccio bio-comportamentale ad un protocollo di terapia manuale per ridurre l’intensità del dolore, nonché per migliorare gli esiti di meccano-sensibilità psicologica e neurale in pazienti con dolore cronico.

Inoltre, crediamo anche che questo sia il primo studio che utilizza un trattamento multimodale che combina sia la terapia manuale che l’esercizio terapeutico ASSIEME ad un approccio bio-comportamentale.

Conclusioni dello studio

Forti evidenze scientifiche dimostrano che questo tipo di trattamento è efficace nei pazienti con lombalgia cronica (Hall et al., 2018); tuttavia, ci sono ancora prove insufficienti nei pazienti con dolore cronico al collo.

Il modello di educazione terapeutica che è stato adottato combina l’insegnamento di aspetti correlati alla neurofisiologia del dolore e aspetti relativi ad un approccio bio-comportamentale che include metodi cognitivi e di coping per modulare le risposte fisiologiche e produrre cambiamenti adattativi nel comportamento dei pazienti con dolore al collo cronico.

Altri studi hanno recentemente dimostrato che l’educazione terapeutica combinata con l’esercizio terapeutico è più efficace rispetto a quando confrontata con solo educazione terapeutica in nel dolore cronico al collo.

Inoltre, recenti ricerche su altri tipi di dolore al collo (es. Colpo di frusta cervicale e radiculopatia) hanno dimostrato che i trattamenti di fisioterapia con un approccio bio-comportamentale sono efficaci nel ridurre la disabilità, la funzione e il dolore.

Questo RCT ha dimostrato che un approccio bio-comportamentale associato alla terapia manuale ed all’esercizio non era più efficace del gruppo di controllo (ovvero solo la terapia manuale) per ridurre l’intensità del dolore al post-trattamento a 4 mesi di follow-up nei pazienti con CNSNP.

Tuttavia, il primo approccio ha ottenuto miglioramenti significativi rispetto al gruppo di controllo in termini di riduzione del dolore catastrofico e percezione del dolore.

Il trattamento multimodale (Terapia manuale, esercizio terapeutico e l’educazione alla neurofisiologia del dolore) si è dimostrato più efficace, rispetto al gruppo di controllo.

GIONATA PROSPERI, FT, SPT, SM.

  • Esperto In Terapia Manuale nelle cefalee, emicrania
  • Fisioterapista dei disturbi dell’articolazione Temporo – Mandibolare
  • Fisioterapista dei Disturbi Vestibolari
  • C.E.O. del Centro della Colonna vertebrale di Massa
  • Fisioterapia ecoguidata