Il mal di testa è frequentemente riscontrato nella pratica clinica del fisioterapista: è un disturbo comune che colpisce fino al 66% della popolazione con una prevalenza stimata del 96%.

Il mal di testa cervicogenico(CGH), come suggerisce la diagnosi, si riferisce ad un mal di testa d’origine cervicale.L’International Headache Society (HIS) definisce questo disturbo come “mal di testa’causato da un problema del rachide cervicale e la sua componente ossea, discale e/o dei tessuti molli, di solito, ma non sempre, accompagnata da dolore al collo.

Ci sono 2 categorie basiche di mal di testa,primaria e secondaria.

  1. I mal di testa primari includono quelli di origine vascolare (grappolo e emicrania), così come quelli di origine muscolare (cefalea);
  2. I mal di testa secondari, o cefalea cervicogenica, rappresentano il 20% di tutti i mal di testa cronici e la fascia di età più colpita e’ tra 20 ed I 40 anni. La sua eziologia rimane ancora oggi poco chiara; Numerosi studi hanno dimostrato l’influenza articolare nella generazione del dolore alla testa in particolar modo dell’articolazione C1-C2. Norlander e collaboratori hanno riportato nei loro studi un’associazione tra riduzione della mobilità nella giunzione cervico – toracica e la presenza di neck pain. Nel 2004 Hall & Robinson hanno appurato nei loro studi che nell’80% dei pazienti con mal di testa il generatore di dolore era localizzato nell’articolazione C1-C2.

La “CERVICOGENIC INTERNATIONAL STUDY GROUP” (CHISG) ha formulato una classificazione per diagnosticare questo disturbo e prevede:

  • unilateralità del dolore
  • Riproduzionedellacefalea con posizioni del colloprolungate
  • Riproduzione del dolorealladigitopressione a livello del rachidecervicalesuperiore
  • Deficit di mobilità
  • Dolorediffusochepuòarrivareallaspalla
  • Dolore diffuso che può arrivare al braccio
  • Dolore che origina posteriormente e finisce anteriormente.

 

ESERCIZIO TERAPEUTICO

Jill e i suoi colleghi hanno utilizzato un esercizio specifico, la ‘flessione craniocervicale ‘(CCF), ovvero un esercizio per l’attivazione dei muscoli flessori profondi del collo in pazienti con dolore cervicale cronico. Nel loro studio su 200 pazienti con CGH, Jill e colleghi hanno scoperto che 6 settimane di esercizio CCF sono risultati essere efficaci quanto una manipolazione vertebrale cervicale nel ridurre la frequenza e l’intensità della cefalea,così come il dolore cervicale fino a 1 anno.Durante l’esercizio CCF, un bracciale in grado di valutare variazioni di pressione (vedo foto) è stato posto dietro il collo mentre il paziente giaceva in posizione supina come descritto in precedenza per il Test CCF. Il bracciale veniva gonfiato a 20 mm Hg e il paziente è stato istruito a flettere molto lentamente la colonna vertebrale cervicale superiore con un movimento delicato, rimanendo fermo per 10 secondi senza l’attivazione della SCM (sterno-cleido-mastoideo). L’esercizio progredisce aumentando il gonfiaggio della cuffia da 10 mm Hg verso un obiettivo di 40 mm Hg.Rispetto alla flessione normale della cervicale, il CCF ha bassa attivazione del SCM,che può essere desiderabile in pazienti con squilibrio muscolare.Mentre questo biofeedback che usa il manometro può essere efficace, esercizi simili possono essere effettuati a casa utilizzando un asciugamano arrotolato L’esercizio inizia in posizione supina e procede per la combinazione con entrambe le braccia alzate bilateralmente.